«Archiviazione» vince Borrelli di Giovanni Bianconi

L'ultima parola spetta al Plenum. La Fumagalli Carulli: decisione da «Coniglio superiore della magistratura» L'ultima parola spetta al Plenum. La Fumagalli Carulli: decisione da «Coniglio superiore della magistratura» «Archiviazione», vince Bonelli // Csm: si è difeso dalle provocazioni ROMA. Il primo round è a favore di Francesco Saverio Borrelli. La prima commissione referente del Consiglio superiore della magistratura ha deciso all'unanimità di proporre al plenum l'archiviazione della pratica per il trasferimento d'ufficio del procuratore di Milano, accusato dal governo di aver sconfinato dai suoi poteri c doveri con l'ormai famosa intervista al Corriere della Sera. Ieri, dopo una discussione di tre ore, la commissione che si occupa dei trasferimenti ha stabilito che non ci sono le condizioni di incompatibilità ambientale in base alle quali Borrelli dovrebbe essere allontanato dalla procura milanese. Niente trasferimento quindi, perché quell'intervista - secondo la commissione - non è stata un'uscita estemporanea del magistrato, bensì una replica ad altre prese di posizione, soprattutto da esponenti del governo, che hanno provocato la risposta di Borrelli. Insomma, il procuratore ha soltanto replicato alle accuse di Berlusconi, Biondi e altri esponenti politici, e quell'intervista non era così grave o ingiuriosa come invece aveva denunciato il governo nel suo esposto a Scalfaro. «Il ministro rispetta la decisione, spero sia ben motivata», commenta il Guardasigilli Biondi, che con le sue dimissioni aveva dato vita alla reazione del governo contro Borrelli. E aggiunge che l'archiviazione era nell'aria: «Al giorno d'oggi si sa prima quello che avviene dopo. E' uno strano modo di interpretare il diritto, evidentemente c'è sotto un fiume carsico». Quella di Biondi è solo un'avvisaglia di polemica, è prevedibile che altre ne verranno, il sottosegretario alla Protezione civile Ombretta Fumagalli Carulli parla di «Coniglio superiore della magistratura». Ma per Borrelli è, appunto, solo il primo round. Dopo la commissione toccherà al plenum, domani o giovedì, e lì il «laico» Agostino Viviani, portato al Csm da Forza Italia, ha an¬ nunciato che darà battaglia: «Esprimerò la mia assoluta contrarietà. Siccome in questo momento non si può concludere con un giudizio disciplinare, perlomeno si arrivi ad un trasferimento per incompatibilità ambientale». Il plenum, in teoria, potrebbe anche ribaltare la decisione della commissione trasferendo Borrelli, ma numeri e schieramenti non lasciano troppo spazio a questa ipotesi; oppure può rivolgersi a sua volta ai titolari dell'azione disciplinare, cioè il procuratore generale della Cassazione e il ministro della Giustizia, i quali però già conoscono i termini della disputa tra Borrelli e il governo. L'eventuale azione disciplinare resta comunque in piedi, e finirebbe davanti ad un'altra sezione del Consiglio. Proprio per questo Borrelli, che ieri sera è rimasto inusualmente nel suo ufficio fin dopo le 20, preferisce non commentare la decisione della prima commissione. «E' una situazione ancora aperta, cercate di capire», ha detto ai giornalisti che gli chiedevano una dichiarazione. A votare, ieri sera, sono stati in sei: i «laici» Fiandaca (progressisti) e Franchi (An), e i «togati» Gennaro, Patrono, Pennasilico e Zagrebelsky. E il documento approvato, abbastanza lungo e articolato, in uno dei suoi passaggi più significativi spiega così i motivi dell'«assoluzione»; «Le affermazioni del dottor Borrelli, come reso palese dal tenore letterale delle stesse, costituiscono una replica a interventi autorevoli e ampiamente pubblicizzati contenenti espliciti riferimenti ad un uso distorto e strumentale dell'indagine penale, finalizzato poi a scopi di persecuzione politica». E ancora: «L'intervista del dottor Borrelli contiene risposte modulate sulle stesse dichiarazioni che l'hanno preceduta». Con queste premesse, i consiglieri hanno concluso che, considerati i confini molto limitati della loro competenza (verifica¬ re l'incompatibilità con le funzioni esercitate o con la sede di lavoro), non ci sono i presupposti per un trasferimento. Su questo è stato d'accordo anche Franco Franchi, unico rappresentante delle forze di governo presente alla seduta della commissione. «E' stato esaminato il contesto - ha spiegato Franchi -. Nelle motivazioni non ci sono esaltazioni dell'operato del magistrato, ma nemmeno reprimende, bensì un rilievo sull'opportunità dell'intervista stessa. Del resto un magistrato, se provocato, ha il diritto e il dovere di reagire». Giovanni Bianconi Epolemico il ministro Biondi: «Rispetto la decisione, ma spero che sia ben motivata» : Il Consiglio superiore della magistratura. Sotto: ieri a Milano l'incontro fra il procuratore Borrelli e il ministro Maroni

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