«Bravo Rosi ci hai ispirati tutti »
New York, retrospettiva di 16 film con l'omaggio dei grandi registi americani New York, retrospettiva di 16 film con l'omaggio dei grandi registi americani «Bravo Rosi, ci hai ispirati tutti » Girerà La Tregua di Levi NEW YORK. Francesco Rosi ha riunito il miglior cinema americano in occasione della sua retrospettiva «Bravo Rosi!». I registi americani più celebri gli hanno reso omaggio: Woody Alien, Francis Coppola, Stanley Kubrick, George Lucas, Sidney Pollack, Robert Redford, Martin Scorsese, Sidney Lumet. Sedici le opere in programmazione al Walter Reade Theater, fino al 3 novembre. E' stato Sidney Lumet a dare il benvenuto al regista italiano. Lumet ha ricordato il loro primo incontro, a Roma nel '58. E per introdurre il regista al grande pubblico newyorchese, alla proiezione di «Salvatore Giuliano» ha detto: «Chi oggi si stupisce leggendo i resoconti di Tangentopoli, non ha mai visto i film di Francesco». Poi, prima che si spegnessero le luci, un altro ammiratore di Rosi, Martin Scorsese è intervenuto via video. A Las Vegas, tra una ripresa e l'altra del suo prossimo lavoro, «Casino» (con la Stone e De Niro), ha trovato il tempo di registrare un discorsetto: «Ci ha ispirato tutti: me, Costa Gavras, Oliver Stone. Quando giravo "Taxi driver" e "Toro scatenato" guardavo "Salvatore Giuliano" di continuo, per imparare». A Rosi abbiamo rivolto alcune domande. E' soddisfatto di quest'operazione newyorchese? «Il fatto che sia stato allestito un comitato, con i più grandi registi americani e mondiali, non può che darmi una certa emozione». «Passion», a Broadway, deriva da un film di Scola. Quale delle sue creazioni vedrebbe volentieri in musical? «Tempo fa si era parlato di fare "C'era una volta", che considero perfetto per la trasformazione, poi non so perché è stato abbandonato». Chi vorrebbe nel cast? «Non mi son posto il problema, francamente; certo non la Loren. Al momento del film sarebbe stata perfetta, avrebbe potn- to cantare, ballare». Lei ha portato l'opera sul grande schermo, con «Carmen». Ha altri progetti simili in mente? «Per il monento no. anche se mi piacerebbe farne un altro, musicale». A che cosa sta lavorando? «Sto preparando un film tratto dal bellissimo libro "La tregua" di Primo Levi. SDero di noterlo iniziare tra qualche mese, dovrebbe essere pronto a fine '95. E' la storia del ritorno alla libertà e alla vita di un gruppo di prigionieri di Auschwitz». Come giudica Scorsese? «E' un grandissimo regista, un talento, un uomo che ama il cinema in maniera sviscerata. Uno dei lavori più importanti sulla mafia, che abbia mai visto, è "Quei bravi ragazzi"». «Cadaveri eccellenti», dal romanzo di Sciascia, è stato acclamato dai critici americani. Perché, secondo lei? «Sì, ha vinto il premio della critica americana. Non so come un film possa avere più successo di un altro, a parità di riuscita artistica. E' indubbio che "Cadaveri eccellenti" ha fatto conoscere una realtà italiana misteriosa, i famosi misteri italiani irrisolti, attraverso una dimensione di racconto che trascendeva realtà e cronaca. Con alcuni miei film è possibile avvicinarsi a una realtà italiana che altrimenti resterebbe in gran parte ignota». Chi sono i suoi amici statunitensi? «Scorsese e Lumet, Ford Coppola, Pacino e De Niro. Tra i produttori, Martin Bregman». Ci parli del libro «Francesco Rosi» che sta per uscire... «Raccoglie foto e schede dei film, scritti di presentazione per capire il mio metodo, pezzi di critici e collaboratori». Lumet: chi oggi si stupisce per Tangentopoli non ha mai visto «Salvatore Giuliano» e gli altri Francesco Rosi festeggiato a New York poi Martin Scorsese collegato da Las Vegas e il film «Salvatore Giuliano»
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