LO SCONTRO I CONTI di Giovanni Trovati

D'Antoni: torniamo allo spirito degli accordi di luglio. Primi emendamenti del Ccd P LO SCONTRO, I CONTI =1 Quando la previdenza divorerà il risparmio LA spesa per le pensioni era di 173 mila miliardi nel 1990: si prevede che supererà i 500 mila miliardi nel 2030. Il deficit delle gestioni in questo periodo passerà da 38 mila miliardi a oltre 200 mila miliardi, raggiungendo il 40 per cento dell'intera spesa pubblica: «Una percentuale che nessuna economia può sopportare». I dati e il giudizio compaiono sul quotidiano della Cisl «Conquiste del lavoro» in un articolo di Luigi Merolla. In esso si riporta una analisi condotta da «Eurispes» per incarico di «Impegno sociale», un ufficio studi della Sip, sull'invecchiamento della popolazione e gli effetti sociali. Nel 1990 i cittadini con più di 65 anni erano 8 milioni, e - compresi nella cifra 3,2 milioni avevano superato i settantacinque. La regione con più anziani risultava la Liguria (il 19,8 per cento dei residenti: ma è possibile che in parte si siano qui trasferiti per motivi di clima dopo aver lavorato altrove), la regione con meno anziani la Sardegna (11,3). Secondo il modello demografico dell'Eurispes, che si basa sulle proiezioni Istat, nel 2030 la percentuale di anziani rispetto alla popolazione, che ora è di 14, potrà variare da 23 a 27 a 29 a seconda che la fecondità aumenti, sia costante, diminuisca. Facendo una media è prevedibile che nel 2030 gli italiani con più di 65 anni saranno 13 milioni e mezzo, con 6 milioni che supereranno i 75 anni. Nei Paesi più evoluti per ogni anziano ci sono 3 persone in età di lavoro (il che non vuol dire che siano occupati e quindi producano e paghino i contributi): nel 2030 il rapporto sarà in Italia di 1 a 1,7. Il futuro è preocupante perché prospetta una crudele opposizione tra le esigenze degli anziani e i diritti dei giovani. O saranno sacrificati i giovani, o gli anziani saranno costretti a condizioni di sopravvivenza minime, sia a casa loro sia negli ospizi. Nessuna regione sarebbe in o di provvedere ai servi- Clemente MaI Ness | grad ella zi necessari: la Lombardia sarebbe la più esposta con oltre 2 milioni di abitanti che supereranno i 65 anni, seguirebbero Campania e Lazio, più staccate Sicilia, Piemonte e Veneto. Se questi sono i dati e le proiezioni, perché la lotta con tanto di sciopero generale contro il progetto governativo? Il governo intende operare in tempi molto brevi (con un articolato confuso, lacunoso, di difficile correzione) mentre il sindacato propone una correzione strutturale diluita nel tempo. Il giornale della Cisl pubblica un piano dell'Eurispes che ridurrebbe la spesa del 30 per cento in 15 anni, a partire dal 1995, incidendo sulle pensioni per il 2 per cento l'anno. L'obiettivo di un sistema di pensioni tollerabile dal prodotto interno lordo sarebbe raggiunto nel 2010: azzerato il deficit, le pensioni rimarrebbero ferme sino al 2025, vincolando la crescita a quella del Pil. E' un'ipotesi di lavoro, perché si deve valutare se una terapia di 15 anni sia compatibile con la gravità della situazione deficitaria attuale. La ricerca mette in evidenza un fenomeno che si accompagna all'invecchiamento: il prevalere delle donne nella popolazione anziana, perché più longeve. Sempre con termine 2030 le donne con più di 75 anni aumenteranno di un milione 700 mila, gli uomini di 900 mila. Questa disparità crescente pone gravi problemi legati alla vedovanza, alla solitudine, che condizionano la vita dei vecchi e dei loro parenti e pesano sulla società. «Non si riesce a immaginare come un Paese potrà sopravvivere se tutto il suo risparmio sarà appena sufficiente a pagare le pensioni» scrive il giornale della Cisl. Se è così, è necessario che tutti tornino attorno a un tavolo per concordare con ponderazione e tanto coraggio i correttivi necessari a salvare la convivenza sociale evitando una suddivisione feudale. Giovanni Trovati ati | Clemente Maste

Persone citate: Luigi Merolla

Luoghi citati: Campania, Italia, Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Sardegna, Sicilia, Veneto