Festa rossa a Alexander Platz

Festa rossa a Alexander Platz Festa rossa a Alexander Platz Tra i nipoti di Honecker premiati dal voto BERLINO E BERLINO UFOR1A tra il popolo rosso della Germania. Alla Kongresshalle della Alexander Platz, nel cuore di Berlino, si sono riuniti gli elettori della Pds. Nelle seconde elezioni della Germania unita il partito del socialismo democratico, erede dei comunisti di Honecker, è riuscito a entrare nel Bundestag. Quando viene dato l'annuncio la folla si lancia in un applauso incontenibile, una banda si mette a suonare lo swing, qualcuno si abbraccia, altri si mettono a ballare. Manifestazioni di gioia così poco tipiche per i tedeschi, che forse possono dare l'idea di cosa significhi «avercela fatta» per gli elettori della Pds. Un partito che all'Ovest è considerato l'erede di una dittatura, intoccabili della politica con i quali nessuno vuo le avere a che fare. Il risultato sconvolge il ti adizionale sistema dei partiti tede schi: democristiani, socialdemocratici e liberali, con i Verdi come quarto partito. Lo spettro parlamentare tedesco si è improvvisamente allargato a sinistra, in un Paese (la Repubblica federale tedesca prima della riunificazione) dove il partito comunista era anticostituzionale. Con quattro mandati uninominali, di cui tre nella ex Berlino Est, il partito di Gregor Gysi ha potuto aggirare l'ostacolo del 5% dei voti necessari per entrare; nel Parlamento tedesco, dove in futuro avrà 29 seggi. Nella vittoria della Pds si esprime in pieno la divisione della Germania. All'Ovest il partito non supera l'l% dei voti, all'Est è la terza forza politica con il 17%. Quattro anni fa il partito era riuscito a entrare in Parlamento perché lo sbarramento del 5% era stato conteggiato .separatamente per le due Germanie, questa volta si è misurato a scala nazionale. «Se quattro anni fa avessimo detto che nella prossima legislatura saremmo stati di nuovo nel Bundestag, tutti si sarebbero messi a rìdere» hcJ detto Lothar Bisky, segretario della Pds. Qual'è la chiave del successo? Sono soprattutto giovani quelli che affollano la Kongresshalle. Una sorpresa per un par- tito nel quale l'età inedia degli iscritti è di oltre 60 anni. Una sorpresa anche perché non sono solo punk variopinti o gruppuscoli trotzkisti ai margini della società. Anne L., 27 anni, indossa una dolcevita nera con un filo di perle d'argento. Ha votato Pds perché è il partito «più moderno, che promette di fare di più per i giovani». Peter F., di 25 anni, che lavora come contabile in una ditta di Berlino Est, e d'accordo, «la Pds è il partito che può darci piìi posti di lavoro, che può combattere la disoccupazione e che saprà rappresentare gli interessi della Germania Est al Bundestag». Stefan Heym, lo scrittore ottuagenario con alle spalle una vita di lotta, si è candidato per la Pds a Berlin-Mitte, il quartiere nel cuore di Berlino che una volta era circondato dal Muro. Quando arriva nella sala, curvo e fragile, il popolo rosso lo applaude a lungo. Stefan Heym ha ottenuto uno dei quattro mandati uninominali, battendo Wolfgang Thierse, l'unico politico socialdemocratico dell'Est che ha fatto veramente strada a Bonn. La candidatura di Heym era stata molto contestata, considerata come una bizza senile. Perché proprio lo scrittore che nella seconda guerra mondiale combatté con l'esercito americano contro i nazisti e che nella Ddr fu sempre tenuto d'occhio dal regime, si presenta per gli eredi di Honecker? Berlin-Mitte, seggio 308, mancano pochi minuti alla chiusura e gli ultimi elettori si recano alle urne. Una ragazza bionda con gli occhiali si dichiara cristiana ed ecologista. Cosa ne pensa della Pds? Se la ragazza in questione fosse dell'Ovest s'indignerebbe solo a sentirne il nome, ma è dell'Est, cresciuta nella Ddr, adesso lavora come commessa in un negozio. «Farà una buona opposizione», dice, «è il partito che si occupa degli strati più deboli della popolazione». Anche la coppia di coniugi di mezza età, che dice di avere votato i socialdemocratici, ammette che all'Est è la Pds che si «occupa degli anziani, che cerca di tenere in piedi i pochi asili rimasti, che s'interessa della gente comune». Alla Kongresshalle dell'Alexander Platz, tra calzini rossi appesi a un filo della biancheria, come simbolo autoironico del proprio passato comunista, e manifesti di Che Guevara, si vedono le tre anime di questo partito. I giovani conquistati dall'idea di modernità, i perdenti dell'unificazione tedesca che hanno perduto il posto di lavoro o che hanno difficoltà a trovarne uno, e certamente anche i nostalgici. Una signora di sessantanni, bella ed elegante, ammette che ha votato il partito «perché credo, adesso come anche prima, nel socialismo». Un uomo di 65 anni, ex ingegnere, è amareggiato, «un pensionato forzato, perché dopo avere lavorato per trent'anni per un ministero della Ddr, sono stato spedito a casa con una pensione ridotta». Arriva Christa Luti, ex ministro del governo Modrow, anche lei ha vinto un mandato uninominale a Berlin-Lichtenberg, quartiere di casermoni socialisti. E' emozionata e racconta al suo pubblico, vittima delle razionalizzazioni dell'economia di mercato, la storia della lepre e della volpe. La lepre trema perché il comitato di razionalizzazione vuole tagliare una zampa a tutti gli animali che ne hanno cinque. Di cosa ti preoccupi, dice la volpe, tu di zampe ne hai quattro. E' vero, risponde la lepre, ma loro prima tagliano e poi contano. Francesca Predazzi Molti i giovani tra la gente in piazza «Abbiamo votato la vecchia sinistra perché sconfigga la disoccupazione» A sinistra una manifestazione anti-Kohl di ex comunisti dell'Est A destra una marcia di prostitute a Berlino Hanno scelto il giorno del voto per tenere nella città un convegno nazionale (FOTO REUTER]