Per Kohl una vittoria al fotofinish

I liberali riescono a ottenere il quorum, ai comunisti 29 deputati I liberali riescono a ottenere il quorum, ai comunisti 29 deputati Per Kohl una vittoria al fotofinish Dm seggi separano il governo dalle opposizioni BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Helmut Kohl ha vinto di strettissima misura e rosta cancelliere con due o forse quattro seggi di vantaggio, l'spd di Rudolf Scharping - pur rafforzata non è riuscita a dar vita al «cambiamento» di governo. La coalizione di centro-destra ce l'ha fatta, sia pur perdendo voti e seggi rispetto alle prime elezioni pantedesche del '90, e di fronte a un rafforzamento dei socialdemocratici (al 37 per cento) e dei comunisti della pds, che tornano in Parlamento con una trentina di rappresentanti. Cdu-csu (al 42 per cento secondo le prime proiezioni, contro il 43,8 di quattro anni fa) e i liberali dell'fdp (fra il 6,5 e il 7 per cento contro 1*11 per cento del '90) hanno riconquistato la maggioranza al Bundestag: ma una maggioranza, forte di pochi seggi appena su un totale di 656. Governare, per Helmut Kohl, sarà questa volta molto più arduo, come è stato egli stesso a riconoscere ieri sera: «Si fa difficile, ma così è la vita», ha detto in tv, rivendicando tuttavia il diritto a restare cancelliere. ti quadro politico che esce dal voto è infatti diverso e molto più instabile, rispetto a quello degli ultimi quattro anni: modificato dalla crisi economica e sociale seguita all'unificazione che ha logorato il partito egemone, da una disoccupazione record, dal permanere di profonde differenze fra Est e Ovest, da un malessere profondo che ha favorito la nascita di un «muro psicologico» fra l'Est e l'Ovest del Paese. I socialdemocratici, dunque, sono più forti (al 37 per cento, tre punti e mezzo in più rispetto al '90); i post- comunisti della pds - eredi della sed di Honecker - tornano in Parlamento euforici e rinvigoriti, grazie alla vittoria in tre o forse in quattro collegi uninominali, a Berlino, che consente al partito di aggirare lo sbarramento del cinque per cento e di mandale forse 29 deputati al Bundestag. I Verdi guadagnano quasi due punti, e si attestano intorno al sette per cento, rafforzando il blocco contrario al governo Kohl. E se i liberali del ministro degli Esteri Klaus Kinkel, alleati del cancelliere, sconfessano chi li vedeva già estinti e superano la soglia del cinque per cento, tornano però al Bundestag mol- to indeboliti. Rispetto alle elezioni del '90 perdono infatti fra cinque e sei punti. Sarà dunque un Parlamento federale molto diverso, quello che verrà inaugurato il mese prossimo quasi certamente da un post-comunista, lo scrittore Stefan Heym che a 81 anni è il deputato più anziano. Sarà un Bundestag più frazionato, ma soprattutto più ostile a Helmut Kohl e al suo governo. Anche la riconfermata maggioranza di centro-destra è diversa da quelle uscente: meno forte nel suo complesso rispetto a quattro anni fa, ma anche più sbilanciata al suo interno. La voce dei liberali, un partito che pure resta essenziale alla so- prawivenza del governo Kohl, è oggi più debole. La csu, attestata intorno al sette per cento, aumenta il proprio peso relativo. Molti sono dunque gli elementi inediti destinati a movimentare la vita politica tedesca. Anche se sembra venata da un eccesso di ottimismo, per il momento, la profezia di Rudolf Scharping e dei suoi luogotenenti, secondo i quali il nuovo governo «avrà vita breve e non arriverà alle prossime elezioni del '98», perché prima della scadenza naturale della legislatura si assisterà a un cambio di maggioranza. Nei fatti, la debolezza di Helmut Kohl e della coalizione di centro-destra sarà tutta¬ via esasperata dalla situazione al Bundesrat, la «seconda Camera» composta sulla base delle rappresentanze regionali. Già in maggioranza, i socialdemocratici ne saranno quasi certamente rafforzati: ieri si votava anche in tre Laender, la Saarland all'Ovest, la Turingia e il Mecklenburgo-Pomerania anteriore all'Est. Nel primo caso i socialdemocratici (guidati nella regione dal numero due del partito Oskar Lafontaine) hanno conservato la maggioranza assoluta, anche se con qualche cedimento; negli altri due la edu è rimasta il primo partito ma i liberali sono usciti di scena, facendo presagire la formazione di governi di sinistra, a maggioranza rosso-verde, o una «grande coalizione», l'alleanza fra democristiani e socialdemocratici. Proprio la debolezza del futuro governo rilanciava, ieri sera a Bonn, le ipotesi di «Grande Coalizione» anche a livello federale. Una soluzione non immediata forse ma - si notava - indispensabile alle prime serie difficoltà di Kohl di fronte a un Bundestag nel quale la sua maggioranza è appesa a un filo. Molto dipenderà, probabilmente, dall'evoluzione della crisi economica nel Paese e dalle sue ricadute sociali, ma anche dalla situazione all'interno del partito liberale, dove la linea Kinkel è oggetto di contestazioni sempre più aspre. A caldo, ieri sera, il cancelliere ha escluso ogni alternativa alla coalizione con l'fdp: ((Abbiamo una maggioranza risicata ma anche Helmut Schmidt ha governato con un margine di appena dieci voti, e Kiesinger ne aveva dodici. Ce la faremo». Gli ha fatto eco il suo delfino Wolfgang Schaeuble: «Meglio una maggioranza come questa che una sconfitta». Ha ribattuto Scharping: «Se non andremo al governo questa volta, ci andremo certamente nel '98, o più probabilmente prima». Emanuele Novazio SPD 239 deputati 33,5% VERDI 8 deputati 5,1% REPUBL 0 deputati CDU-CSU 319 deputati 43,8% 17 deputati 2,4% Altri 0 deputati 1,8% 79 deputati 11% SPD 250 deputati 36,8% VERDI 48 deputati 7,0% REPUBL. 0 deputati 0,0% CDU-CSU 284 deputati 41,7% PDS 29 deputati 4,3% IL NUOVO BUNDESTAG Altri 0 deputati 3,6% FDP 45 deputati 6,6% I segretario delI'Spd Scharping depone la scheda nell'urna (FOTO REUTER]

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