Hamas: metteremo Gaza a ferro e fuoco

Dopo il tragico blitz israeliano pace sempre più in bilico, gli integralisti attaccano l'Olp Dopo il tragico blitz israeliano pace sempre più in bilico, gli integralisti attaccano l'Olp Hamas: metteremo Gaza a ferro e fuoco «Arafat, libera i nostri» f EL AVIV NOSTRO SERVIZIO La tragica conclusione del rapimento da parte di Hamas del soldato israeliano Nachshon Wachsman - rimasto ucciso durante il blitz di un commando israeliano - ha creato una situazione esplosiva nei Territori e a Gerusalemme, mentre i negoziati fra Israele e Olp restano per il momento bloccati. A Gaza, migliaia di islamici hanno ieri minacciato di «bruciare la Striscia» se il leader dell'Autorità palestinese Arafat non rilascerà centinaia di militanti islamici arrestati nei giorni scorsi nel tentativo di arrivare ai sequestratori di Wachsman. In Cisgiordania, gruppi di dimostranti hanno ingaggiato battaglia - come nei tempi caldi dell'Intifada - con reparti dell'esercito israeliano. E a Gerusalemme circa duemila agenti e militari sono stati dislocati la scorsa notte per impedire disordini e violenze anti-arabe dopo i funerali del caporale. Per tutta la mattinata gli altoparlanti delle moschee di Gaza hanno declamato versetti del Corano in segno di lutto per i tre caduti di «Ez Aldin al Qassam» uno dei quali, Sallah Jadallah, era originario della Striscia. Proprio Jadallah, secondo fonti palestinesi, ha consentito agli israeliani di trovare la casa dove era tenuto l'ostaggio. Ahmed Jadallah, un cameraman della Reuter fratello del militante islamico, era in stretto contatto con un cameraman palestinese di Gerusalemme Est, Muannes Abu Shilbaya. I servizi segreti palestinesi hanno sospettato che proprio Abu Shilbaya abbia filmato la videocassetta in cui Wachsman implorava di rilasciare i detenuti palestinesi. L'arresto di Abu Shilbaya, venerdì, avrebbe infine portato gli israeliani alla palazzina nel villaggio di Bir Natali ah. Di fronte all'abitazione di Jadallah, militanti incappucciati di «Ez Aldin al Qassam» - il braccio armato di Hamas - hanno sparato raffiche di armi automatiche in aria. Nel frattempo l'Università islamica ribolliva: al grido di «Ez Al-din, Ez Al-din», diecimila studenti sono sciamati in strada e si sono diretti verso gli uffici dell'Autorità palestinese esigendo la scarcerazione dei loro compagni arrestati. «Arafat, traditore» hanno scandito a lungo, prima di disperdersi. In serata sono tornati al carcere e hanno cercato di liberare con la forza i detenuti. Israele, passato lo choc, ha cominciato ieri a interrogarsi se la crisi potesse essere gestita meglio e, più in generale, come impostare in futuro i rapporti con l'Olp e con Hamas. Venerdì, in una conferenza stampa notturna, Rabin ha condizionato la ripresa dei colloqui con l'Olp sulle elezioni nei Territori alla neutralizzazione da parte di Arafat dei vertici militari di Hamas. D'altra parte, la permanenza in carcere dello sceicco Ahmed Yassin (il fondatore di Hamas) rappresenta una mina vagante per tutti e comporta il rischio di nuovi rapimenti. Yassin, che sconta un ergastolo, è paralizzato dal collo in giù: la sua morte in carcere potrebbe attizzare un incendio. Venerdì Rabin ha confermato di aver soppesato la possibilità di scambiare Yassin con Wachsman e di non aver ricevuto da Hamas una risposta netta. Nel 1985 Yassin, che pure allora si trovava in carcere, era stato rilasciato in uno scambio di prigionieri. Ieri si è appreso che la scarcerazione di Yassin è stata discussa a più riprese nei mesi scorsi dalle autorità israeliane. Ad aumentare le chances del leader islamico di riguadagnare la libertà è sopraggiunto il suo appello tv ai rapitori, nei giorni scorsi, a risparmiare la vita del prigioniero. Quest'ultima circostanza ha indotto lo scrittore Avraham B. Yehoshua a criticare ieri l'opportunità di un blitz per salvare l'o¬ staggio. «Una volta identificata la casa dove era custodito l'ostaggio - ha notato - avremmo dovuto condurvi Yassin, perché convincesse i rapitori a rilasciarlo». Secondo lo scrittore, la probabilità di strappare Wachsman ai rapitori con un'azione militare erano minime: «Solo nei film d'azione americani in condizioni del genere c'è un lieto fine». Ma il capo di stato maggiore, generale Ehud Barak, ha spiegato ieri che il tempo stringeva e che dalle informazioni possesso - i rapitori non avevano l'intenzione di condurre una trattativa seria. «Avevano giù ucciso altri tre soldati - ha aggiunto Barak - e nel giro di mezz'ora avrebbero probabilmente ucciso anche Nachshon». AldoBaquis Un'immagine del video, diffuso dai rapitori, con Wachsman prigioniero e minacciato con un fucile (FOTO REUTERJ