Le geometrie del Guarini
Le geometrie del Guarirli Le geometrie del Guarirli Analisi accurate grazie alla cartografia IL restauro di un'opera architettonica ha come presupposto indispensabile un corretto rilievo, che fornisca la base per le analisi di natura storico-critica o strutturale, sulla quale possano essere indicate le varie fasi di intervento. Per il restauro della Cappella della Sindone del Guarini si è fatto il rilievo completo dell'interno dell'edificio mediante la tecnica fotogrammetrica. La cappella fu iniziata nel 1665, su progetto di Bernardino Quadri; quando, nel 1666, l'abate teatino Guarino Guarini, valente astronomo e ingegnere di corte, subentra come progettista della Cappella, è già vincolato da alcuni elementi: la pianta circolare, la posizione elevata a livello del piano nobile del Palazzo (forse in previsione della costruzione, avvenuta una trentina di anni dopo, dell'ala di ponente del Palazzo stesso) e una certa quantità di marmo nero di Frabosa. La posizione, in capo al Duomo e al limite dell'appartamento del re, faceva di quel luogo una suprema cerniera tra i due sommi poteri di quel mondo, e di fatto investiva i Savoia del compito di alti e devoti custodi della massima reliquia della cristianità. Un sapiente uso del marmo, unito ad attenti accorgimenti ottico-geometrici, produce un ambiente di funebre mestizia nella parte inferiore, per arrivare invece a sensazioni di distanza infinita, leggerezza, sospensione e progressione luminosa nella cupola, a conclusione della quale la raggiera in legno dorato, violentemente illuminata in controluce dalle finestre ovali della lanterna, inquadra la Colomba dello Spirito. La quale instaura, con la reliquia sottostante, l'asse verticale che sta alla base dell'opera. In sintesi, il metodo di rilievo utilizzato si basa sulla ripresa di un certo numero di fotogrammi mediante apposite macchine capaci di garantire le migliori condizioni di presa (distanza principale dell'obiettivo nota con precisione, spianamento del film fotosensibile). I fotogrammi vengono poi osservati a coppie, mediante strumentazioni in grado di permettere la visione stereoscopica, capaci cioè di consentire la percezione tridimensionale mediante la nostra visione binoculare. Le attuali procedure di rilevamento fotogrammetrico fanno ormai uso, nella quasi totalità dei casi, di strumentazioni analitiche: il risultato delle operazioni di restituzione è rappresentato da un insieme di punti tridimensionali che, opportunamente collegati da elementi lineari mediante informazioni di carattere topologico, rappresentano i particolari architettonici dell'oggetto. Dal restitutore nasce quindi un modello tridimensionale, che può essere importato in un sistema Cad, attraverso il quale è possibile accedere a varie viste prospettiche. Nel caso di un monumento complesso come quello in esame, non è sufficiente eseguire la stampa del modello così generato, ma è necessario dispor¬ re di un disegno su un supporto piano: la soluzione è quella di procedere alla definizione di un insieme di superfici di riferimento, sulle quali proiettare le linee architettoniche che costituiscono l'edificio, e quindi eseguire lo sviluppo delle superfici stesse. Il discorso è strettamente analogo alla cartografia: le linee fondamentali della superficie terrestre vengono proiettate su una superficie di riferimento e quindi sviluppate sulla superficie cartografica. Com'è noto, mentre nel caso del cilindro l'operazione di sviluppo può essere facilmente eseguita, nel caso della sfera e delle altre superfici a doppia curvatura lo sviluppo avviene solo con l'introduzione di deformazioni e per porzioni limitate di superfici, oltre che con formule molto complesse. Nel caso della Cappella della Sindone, la geometria latente del monumento è costituita da un cilindro di base su cui si imposta una prima superficie ellissoidica costituita dai pennacchi, fino all'anello termina¬ le della cosiddetta «parte terrena», superiormente è posto un nuovo cilindro con l'insieme dei tempietti e, da ultimo, un altro ellissoide con la fuga degli archetti e l'anello terminale con la Colomba dello Spirito. I dati metrici così disponibili sono utili per una serie di raffronti e analisi volte a scoprire nuove simbologie all'interno dell'opera guariniana: dall'esame della sezione si può, ad esempio, notare come l'intersezione tra i due ellissoidi, quello appartenente alla parte terrena sul quale sono riportate le decorazioni con le croci e le stelle, e quello della parte celeste costituito dalla cupola degli archetti, si intersecano quasi perfettamente a livello dell'anello, con il quale termina la parte terrena: semplice coincidenza o nuova strabiliante simbologia del magnetico-astronomo, segno dell'esperienza limite della morte e della nascita della nuova vita? Gabriele Garnero Università di Torino FULLERENE
Persone citate: Bernardino Quadri, Gabriele Garnero, Guarini, Guarino Guarini, Savoia
Luoghi citati: Torino
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