Deliri, narcisismi, parascienze: tornano le sette, ma non la fede di Enzo Bianchi

Deliri, narcisismi, parascienze: tornano le sette, ma non la fede Deliri, narcisismi, parascienze: tornano le sette, ma non la fede EIAMO alla fine di un secolo, ma soprattutto alla fine di un millennio, quando i giorni futuri sono capaci di attrarre la mente'e il cuore degli uomini più del presente. Se gli Anni 60-70 registravano la domanda del «Che fare?» e i seguenti Anni 80 affannosamente cercavano una risposta al «Come vivere?», questi nostri Anni 90 lasciano sempre più affiorare l'interrogativo «Cosa mi è permesso di sperare?», cioè la ricerca «del senso del senso». Per questo la stagione è forzatamente «religiosa», fino a poter riassumere in uno slogan «religione sì, Cristo no!» - l'attuale confuso anelito, come prevedeva l'acuto chiaroveggente André Malraux. Ma questa fine millennio coincide purtroppo con la ca¬ duta di molte utopie, tra cui quella che riusciva a «dare senso» alla vita e alla lotta di milioni di persone, intellettuali e semplici, il marxismo. La scomparsa di questa «profezia laica» e il triste appiattimento del messaggio cristiano da parte delle istituzioni tendenti a interiorizzare quale esperienza religiosa un impegno, una militanza nella società a livello etico, morale, hanno portato molti in una erranza spirituale, perché la religione cristiana è sempre più confusa con pratiche filantropiche a servizio della società. E quando un bisogno non è più soddisfatto «in patria», si cerca altrove... I movimenti carismatici tipici del protestantesimo settario americano hanno cominciato a invadere anche le aree cattoliche europee e la domanda emergente è di profezia. Sì, profezia nel senso di una parola da parte di Dio, profezia nel senso di chiaroveggenza sul destino dell'uomo, profezia nel senso di parole certe, autoritative. Non è un caso che si parli da qualche anno di «rivincita di Dio», di «ritorno di Dio»: in realtà torna la religione, non la fede, sono le parascienze e le sette a far discepoli, non le chiese, emergono i fondamentalismi capaci di dare sicurezza in un tempo di incertezze e di ricerca di nuovi riferimenti. Soprattutto a noi sembra che la sete di profezia non trovi in realtà la Parola, ma acceda soltanto a forme deliranti, sovente molto narcisistiche, prive di alterità, soprattutto prive di corrispondenza tra ciò che è vissuto nell'interiore di sé e ciò che è vissuto esteriormente. Se si cerca Dio, lo si invoca come «immediato», in una voracità di epifania che costruisce apparizioni, inventaria guarigioni, crea messaggi divini in bocca a santoni, guaritori, sciamani, profeti di una religione emozionale che rifugge la parola e dunque resta incapace di accedere al linguaggio parlato. Ricerca di profezia, ma di fatto accesso a emozioni di onnipotenza, a estasi deliranti, a narcisismi mortali. E se c'è ricerca di nirvana, questa avviene nell'annientamento dell'individuo che si fonde in un'anima collettiva. Ma queste «religioni della madre» non generano profezia ma nutrono narcisismi totalitari. Enzo Bianchi

Persone citate: André Malraux