«L'isola del giorno prima» : un naufrago nella cultura del '600 di Alessandro Baricco

L'isola del giorno prima» : un naufrago nella cultura del '600 « L'isola del giorno prima» : un naufrago nella cultura del '600 « L« romanzi di pensiero in cui il filosofo chiede soccorso all'immaginazione e alle tecniche del racconto senza tuttavia lasciarsene annullare. Nell'Isola del giorno prima il giovane Roberto de la Grive è vittima di un singolare naufragio, sbatte cioè con la sua zattera contro una nave deserta, abbandonata probabilmente per una pestilenza. Questo Robinson avrà dunque per isola una nave, sulla quale si ingegnerà a vivere, e a ricordare, scrivendo lettere tenere e cerimoniose alla dama dei suoi sogni. Un piccolo braccio di mare lo separa da un'isola, ma non può raggiungerla perché non sa nuotare. Sulla «Daphne» arenata, oltre a viveri e sementi, si trovano in gran copia piante e animali esotici che avrebbero dovuto rifornire verzieri e giardini zoologici d'Europa. Va detto anche che tra la nave e la terraferma passa il meridiano - il punto fisso - che stabilisce il cambio di data e assegna l'isola a un tempo diverso, al «giorno prima». Su questa terra di misteriosa utopia, abitata da una vivida colomba che non porta messaggi, il nostro destituito Noè non riuscirà a sbarcare. Tutto ciò che accade nel romanzo viene ricondotto a quest'«impasse», a questo cerchio che prende da padre Emanuele a conoscere l'universo per via di metafora, attraverso l'arte della parola che egli riesce a sollecitare con una sua macchina portentosa. Politici e uomini d'arme lo consigliano a non rivelare pensieri e sentimenti, il potere nelle alcove e nei palazzi si consegue con l'arte della meraviglia e la dissimulazione «onesta». Con Cyrano e padre Emanuele Tesauro che Eco finge all'assedio di Casale, con gli alunni di Baltasar Graciàn, Roberto si impadronisce di alcune chiavi esemplari del tempo (neppure si sottrae al gusto del bizzarro, quando assiste a un quadretto tipico dei poeti marinisti, lo spidocchiamento di una bella donna alla finestra). L'educazione, ai grandi temi - alla musica - del «grand siede» si perfeziona a Parigi. Frequenta il salotto di Madame de Rambouillet e si infervora sulla casistica e sui rituali delle passioni amorose. Assiste alle dispute tra spiriti forti e spiriti religiosi sulle nuove ipotesi cosmologiche, sull'infinitamente grande e l'infìnitamente piccolo. Le acquisizioni della scienza più severa e di quella più fantasticante definiscono le coordinate di una cultura curiosa e ansiosa: priva di certezze, da quando la terra non è più al centro è insieme esistenziale e gnoseologico. Roberto, uscito da una famiglia di piccola nobiltà campagnola, rammenta la terra del Monferrato in cui è cresciuto, lo zoccolo piemontese che Eco disvela in ciascuno dei suoi romanzi. Le scorrerie nei campi, l'esercizio delle armi, la scoperta della magia naturale non riescono a rimuovere in lui la sensazione che esista un suo fratello nascosto, un doppio o sosia, al quale attribuisce le imprese più malvage, perfino le marachelle che lui stesso ha commesso. Il tema del fratello nemico, della parte oscura di sé, avrà grande sviluppo nel romanzo. Roberto segue il padre che con una annata Brancaleone va a soccorrere Casale assediata dagli Imperiali. E' la guerra di successione al trono di Mantova, quella di Manzoni (ed Eco, che si affida come il gran lombardo «a dilavati e graffiati autografi», gli rende omaggio con la figura della Novarese che, appassita dalla peste, piange sulla spalla di un cappuccino...). Il giovane ha qui la sua vera iniziazione alla vita. Conosce il cavaliere di Saint-Savin, innamorato della luna, che gli impartisce lezioni di epicureismo e gli insegna la stoccata micidiale del Gabbiano. Ap¬ dell'universo, perduta in voragini di atomi e vuoti. Il Seicento, affascinato da metaforismo e metamorfismo, come antesignano della modernità. Sullo sfondo, la lotta armata e diplomatica degli Stati assoluti. Roberto ci passa in mezzo. Accusato di sedizione, viene riscattato dal cardinal Mazzarino a patto che carpisca ai nemici il segreto del 180° meridiano, che divide in due la Terra e consente il dominio degli oceani. Di qui l'imbarco e altre avventure che si concluderanno sulle tavole della «Daphne». Il lavorio mentale del naufrago, la sua ricerca ossessiva di un «ubi consistam», si esprime plasticamente negli innumerevoli tentativi di imparare a nuotare per raggiungere l'isola. L'impresa fallisce e Roberto, come «l'uomo al punto» ammonito dai sermoni sontuosi e atri del padre Bartoli, pensa alla morte, al disfacimento del corpo nel sole e nella salsedine. A questo è stato condotto uscendo dall'orizzonte infantile della Griva . Al paese non si discorreva di Novissimi. Il ricordo della madre, della sua sostanziosa cucina, lo riconduce al tempo in cui si mettevano a frutto, giorno per giorno, i beni di una vita semplice e senza perché. Ora, dopo l'esperienza la¬ IL nome della rosa» e il Medioevo, Il pendolo di Foucault e l'età contemporanea, per quanto insidiata dal rodio di secolari follie, L'isola del giorno prima e il Seicento. Cos'ha in comune con gli altri questo ultimo romanzo di Umberto Eco? Direi che ciascuno si presenta, all'incirca, come una summula enciclopedica, intorno alla trama principale si addensano episodi laterali, digressioni erudite, dialoghi filosoficomorali, investigazioni antiquarie: sinché da questo accumulo di materiali, da questa affollata polisemia, affiori il ritratto ampio e disteso di un'epoca. Si avverte anche la presenza assidua del narra tologo che controlla i passi del romanziere, convinto che non si può scrivere se non facendo palinsesto di un manoscritto ritrovato - senza mai riuscire a sottrarsi all'«Angoscia dell'Influenza». E infine, si occupi di teologia, di cibernetica o arte della navigazione, prenda una intonazione drammatica o ludica, sempre si avvertono gli interrogativi di fondo sull'essere e sul non essere, sullo spazio e sul tempo, sull'identità dell'uomo e il suo rapporto, simpatetico o conflittuale, con il mondo. Sono cioè tóSjKgj HjH ™ tóSjKgj (Jroenlandia, .scenario HjH vagamente daJialxi ™ per una storia mozzafiato IL titolo è di quelli che se lo proponi a un editore te lo tira dietro: Il senso di Smillaper la neve. Però il tam-tam dei libromani l'ha già ribattezzato semplicemente «Smilla»: hai letto Smilla? Sto leggendo Smilla, devi leggere Smilla. Smilla è uria donna di 37 anni, nata in Groenlandia, trasferita in Danimarca, con un padre luminare della scienza medica e una madre che è morta, ma quando era viva cacciava orsi bianchi come un uomo, meglio di un uomo. E' single, Smilla, di quelle fiere di esserlo, e tristi di esserlo (una vera single, insomma). Un giorno muore un bambino, scivolando giù da un tetto coperto di neve. Smilla lo conosceva, gli voleva bene e non crede che sia scivolato: crede che l'abbiano spinto giù. Potrebbe lasciar perdere, ma non lo fa, perché è una vera single (niente da perdere) e ha un cuore da Marlowe. Inizia a mdagare. E scoperchia una serie di sporcizie che non finisce più. Il resto sarebbe un delitto raccontarlo. Smilla (nel senso del libro, non della single) appartiene al genere libroni tritatempo: quelli tipo Crichton o Grisham, per capirsi: 400 pagine di mtreccio che non ci mollano: apri il libro e stacchi la spina. Resta poco, alla fine, ma intanto hai tritato un bel po' di tempo, e la cosa, a molti, risulta salvifica. L'anomalia di Smilla è che è scritto con più cura e con qualche ambizione in più del normale. L'autore, Peter Hoeg, ha 37 anni, viene dai confini dell'impero (Danimarca), e evidentemente non si è ancora impigri- Nel best seller di lheg uii bimbo cade dal tetto: suicidio o delitto? cerante del vasto mondo, conclude che solo sulla «Daphne», in quel «riposevole romitorio avrebbe avuto agio di riflettere sull'unica domanda che ci libera da ogni apprensione per il non essere., consegnandoci allo stupore dell'essere». Ma è significativo che non raggiunga l'isola se non per virtù di immagmazione, inventandosi un romanzo in cui deve contendere la sua amata al gemello oscuro... Questa è la vicenda, laboriosa ma sempre ammirevole per eleganza e alacrità intellettuale, che U narratore riesce a trarre dalle carte di Roberto. La storia di un amante mfelice che non riesce a disegnare una attendibile mappa del mondo. Narrata con una straordinaria aderenza ai miti, alle suggestioni, alle verità del Seicento, indulgendo al suo linguaggio esatto e iperbolico, compartendo quel tanto di ironia tra Roberto e ciascuno di noi, «ypocrite lecteur, mon semblable, mon frère». Lorenzo Mondo Umberto Eco L'isola del giorno prima Bompiani pp. 475. L. 32.000 letteratura, in senso stretto, sia ancora un'altra cosa. Ma quella è comunque narrazione: ben costruita, mai banale, generosa, ricca, e non inutile. Chiudi il libro e qualcosa resta. Non hai tritato tempo e basta. Guardi il ghiaccio e la neve in modo diverso, dopo, e schegge di una sapienza antica ti rimangono addosso. Considerato che è un best seller, un miracolo. Alessandro Baricco Peter Hoeg Il senso di SmillaMondadori pp. 456. L. 30.000 Il senso di Smilla per la neve Md

Luoghi citati: Casale, Danimarca, Europa, Groenlandia, Mantova, Parigi