Blitz fallito muore l'israeliano rapito di Aldo Baquis

Finisce con un massacro il tentativo di liberare l'ostaggio, feriti una dozzina di soldati Finisce con un massacro il tentativo di liberare l'ostaggio, feriti una dozzina di soldati Blitz fallito, muore l'israeliano rapito Uccisi anche i tre carcerieri TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO E' finito nel modo più tragico il rapimento di Nachshon Wachsman, il soldato israeliano catturato domenica da un commando islamico. Ieri sera, quando l'ultimatum dei militanti di «Ez Aldin al Qassam» slava per scadere, un reparto di élite lo ha rintracciato e ha cercato di salvarlo. Ma nella furiosa battaglia l'ostaggio è stato assassinato a sangue freddo dai suoi carcerieri, tre dei quali sono a loro volta stati uccisi. Un ufficiale israeliano è rimasto sul terreno, mentre una dozzina di soldati sono rimasti feriti. In precedenza era apparso un pallido raggio di speranza. Hamas - era sembrato di capire aveva deciso di rinviare di 24 ore l'esecuzione dell'ostaggio. «Nachshon è ancora vivo», aveva detto in serata uno dei mediatori, il deputato arabo-israeliano Taleb a-Sanaa. «Gli islamici chiedono però un impegno da parte di Israele di rilasciare subito lo sceicco Ahmed Yassin (il fondatore di Hamas) e tutte le donne palestinesi detenute in Israele». Ieri mattina, al termine di una seduta del gabinetto ristretto israeliano, il premier Yitzhak Rabin aveva confermato la linea dura: «Con Hamas non ci può essere alcuna trattativa e sta a Yasser Arafat, in quanto presidente dell'autorità palestinese di Gaza, di trovare il bandolo della matassa che conduca a Wachsman». A tentare la carta della mediazione ci avevano provato in tanti: l'ufficio di Beirut della Croce Rossa internazionale, il deputato a-Sanaa, il sindaco islamico di una città araba israeliana (Raeb Salleh, di Um el Fahem) e, infine, perfino re Hussein di Giordania, che ospita ad Amman gli uffici politici di Hamas. La mediazione del monarca sarebbe stata chiesta da Yitzhak Rabin e da Shimon Peres durante una drammatica visita ad Amman, mercoledì. A Gaza nel frattempo la tensione era giunta all'apice, dopo che nelle ultime due giornate i servizi di sicurezza palestinesi avevano arrestato circa 500 attivisti islamici vicini a «Ez Aldin al Qassam», il braccio armato di Hamas. Messi- al torchio, costoro hanno infine rivelato ieri l'identità dei rapitori di Wachsman. La loro localizzazione, nel piccolo villaggio cisgiordano di Beit Naballah, ha richiesto altre ore. Ieri, comunque, i fondamentalisti hanno organizzato a Gaza una grande prova di forza e di sostegno a «Ez Aldin al Qassam». Per tutta la mattinata gli altoparlanti delle moschee hanno invitato la popolazione a confluire verso la moschea Falastin. Quando il leader politico di Hamas, Mahmud a-Zahar, ha preso la parola 15 mila fedeli hanno risposto a gran voce: «EzAl-din, EzAl-din». Dal fondo della moschea giungevano altri slogan: «Rabin stai attento, hai a che fare con Ez Aldin al Qassam». In un clima di fervore religioso e politico, A-Zahar ha detto di non aver avuto modo di mettersi in contatto con i rapitori del soldato che agiscono - a suo dire - in modo autonomo. Ha poi chiarito che la liberazione del paraplegico sceicco Yassin non bastava da sola a garantire il rilascio dell'ostaggio israeliano. Ha infine criticato Arafat per l'ondata di arresti di attivisti islamici compiuta a Gaza e gli ha mandato a dire che «la pace con Hamas viene prima che la pace con gli ebrei». Gerusalemme, intanto, piangeva. Giovedì sera 50 mila israeliani (religiosi e non) erano affluiti al Muro del Pianto per leggere salmi e implorare l'Onnipotente affinché salvasse la vita del prigioniero. Ieri, al calare delle tenebre, i genitori di Wachsman che sono ebrei ortodossi - hanno accolto l'inizio del riposo sabbatico accendendo le tradizionali candele. «Ma Arafat - era stato chiesto alla signora Wachsman - si merita il premio Nobel per la pace?». «A me - aveva risposto - basta che il mio Nachshon ritorni a casa sano e salvo. Poi Arafat può ricevere tutti i premi che vuole». In tarda serata, quando nel quartiere di Ramot si respirava la calma del riposo sabbatico, un'auto dell'esercito è arrivata a gran velocità di fronte all'abitazione dei Wachsman. Ne è sceso il generale Yoram Yair, incaricato del compito più ingrato: riferire ai genitori dell'ostaggio dello sfortunato esito della battaglia. Aldo Baquis L'ultimatum scadeva alle 20 ma i terroristi di Hamas l'avevano prorogato di un giorno Disordini nei Territori e, sotto, Nachshon Wachsman, il soldato israeliano ucciso