Il palazzo degli zar si apre a Veronica di Cesare Martinetti
Il palazzo degli zar si apre a Veronica Il palazzo degli zar si apre a Veronica Era stato negato ai Bush. Visita al museo Pushkin A CENA NELLA DACIA VMOSCA ERONICA e Naina, silenziose first lady, scivolano dietro le vetrate del Cremlino e fuggono silenziose verso il loro tè, ben attente a non incontrare i giornalisti. «Visita privata, la signora vuole così», dicono le guardie a cui Veronica Berlusconi ha affidato un messaggio che non lascia speranze di capire cosa le sia piaciuto della Russia: «La signora mi ha pregato di dire che la sua filosofia di vita le impedisce di rispondere ai giornalisti». Pazienza. Sarà accaduto anche all'illustre coppia italiana, com'è successo ai coniugi Clinton, di non riuscire a dormire per l'emozione di essere ospiti nel palazzo degli zar? E' accaduto, sappiamo per testimonianza diretta di Silvio Berlusconi. Ma non per colpa dell'emozione, bensì della vodka, corsa generosa nella cena di giovedì sera nella dacia presidenziale di Staroie, vecchio, Ogariovo. «Non ci sono abituato», ha detto il nostro premier. Com'era accaduto solo ai Clinton (e solo per una notte), non a Cossiga, Andreotti, De Mita e nemmeno a Bush, Silvio e Veronica sono stati ospiti nell'ala del Cremlino che guarda verso la biblioteca. Lussuosa residenza con camera da letto, sala da pranzo, studio e salotto. Unico inconveniente il phon di fabbricazione russa e di accensione complicata che la signora Berlusconi ha avuto qualche problema ad accendere. Prima sera con cena a quattro nella dacia del presidente, appena fuori Mosca. Boris e Naina da una parte; Silvio e Veronica dall'altra. Nessun altro, interpreti a parte. Cena raffinata, menù ric¬ co, nella tradizione russa con zuppe, carne e pesce. Sullo sfondo la musica di un quartetto d'archi. Tre ore e mezzo a tu per tu, un brindisi dietro l'altro, chiacchiere finite in confidenze. «Ho avuto una conversazione molto approfondita con la signora Eltsin - ha confidato Berlusconi - che mi ha consentito di conoscere l'avventura umana e politica di suo marito». Seconda sera con cena di gala, a delegazioni complete, nello sfavillante salone di San Giorgio. In mezzo una giornata di lavoro per Silvio; di riservatissimo turismo culturale per Veronica. L'ha raccontata ai giornalisti la signora Carol Martino, mo¬ glie del ministro degli Esteri. «Abbiamo visto le stanze chiuse del palazzo, l'antica residenza degli zar». Primo pomeriggio al Museo Pushkin, ora chiuso al pubblico, ma aperto per Veronica che aveva chiesto di vedere le collezioni di impressionisti e post impressionisti. Gliel'ha mostrate la direttrice del museo, Irina Antonova, sfoggiando un eccellente italiano. L'escursione è durala più del previsto e s'è conclusa con un'uscita da uno dei portoni di servizio per evitare i giornalisti. Destinazione? Secondo programma al museo di ceramica Kuzkovo; in realtà per un tour in città che - secondo la testimo¬ nianza della signora Martino - è piaciuta moltissimo alla nostra first lady: «C'erano il sole, le betulle ingiallite, le cupole d'oro delle chiese di Mosca luccicanti: con tutti questi colori ci dev'essere qualcosa di gioioso nell'anima russa». La prima visita all'estero della coppia Berlusconi doveva concludersi oggi a San Pietroburgo. Si sa che a Veronica sarebbe piaciuto. Ragioni di tempo, e di Stato, non lo consentono. Dovrà accontentarsi di una messa a San Luigi dei francesi, l'unica chiesa cattolica rimasta in funzione nei lunghi anni del regime. Cesare Martinetti
Luoghi citati: Mosca, Russia, San Luigi, San Pietroburgo
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