Nel video il «freddo» in strada le vere zie di Curzio Maltese

VOTATO VISTO DALLA TV Nel video il «freddo» in strada le vere zie SCIOPERO generale: FATTO». Tre milioni in piazza. La gente che lavora fa notizia, per un giorno, e i tg Beautiful abituati ad andar per ville a raccogliere pettegolezzi (apolitici» sul menu reagiscono come possono. Tgl e Tg2, ormai virtualmente unificati - devono servire un solo padrone - usano gli stessi timidi inviati, alle prese con una realtà sconosciuta: il mondo del lavoro. Svenevoli come tante Line Sotis, i mezzibusti da manifestazione sottolineano la «grande civiltà» e l'«assenza di incidenti», con molto stupore e forse un pizzico di delusione. Con l'impegno che la televisione mette ogni giorno per propagandare violenza e insulto, constatare l'ostinata civiltà di milioni di italiani dev'essere un bello smacco. Testi e filmati sono piatti, gelidamente retorici. Tanto che il sociologo Giuseppe De Rita del Censis, intervistato dal Tgl, sentenzia «è stato uno sciopero freddo». Si vede che è rimasto a casa davanti ai notiziari di governo. In piazza era un'altra cosa. Gli umori, i colori e l'ironia dei cortei sullo schermo non sono passati. Si sono appena intrawisti gli striscioni «Eltsin, tiettelo», «Borrelli facci sognare» e i pupazzi di BerlusconiBossi-Fini come Pinocchio, il Gatto e la Volpe. C'era piuttosto un inviato che puntava il microfono da passeggio cercando di stanare manifestanti apolitici, con domande del genere: vero che non è uno sciopero contro Berlusconi? Una pensionata, dopo averlo guardato con commiserazione, ha risposto: «Berlusconi dovrebbe smetterla di prenderci in giro chiamandoci 'le mamme, le zie e le nonne' e cominciare a trattarci da cittadine con i loro diritti». Per evitare di far parlare troppo i lavoratori il Tgl ha comunque fatto seguire ai servizi dalle piazze il pastoncino delle reazioni politiche. Ma non il pastone politico d'una volta, con la risaputa passerella dc-psi-laici-pcimsi. No, una cosa tutta nuova. ^tisl Stavolta c'erano uno di Forza Italia, uno di An, Pannella, Ccd, Popolari, Patto e Pds: questo sì che è giornalismo da seconda repubblica. Peggio hanno fatto soltanto i telegiornalini bulgari di Fede & Liguori, ma chi è la spalla dei due? Confinando uno dei maggiori scioperi dal dopoguerra ai margini della clamorosa notizia del fallito sequestro a Bologna, con i sei inviati a discutere per quarti d'ora sulla nazionalità del sequestratore: era o non era un «nomade slavo»? Il prudente Tgl : «è certo che si tratti d'uno straniero». Grande cronaca, va'. Non c'è insomma da meravigliarsi che il presidente del Consiglio, campando di televisione, da Mosca si sia dichiarato a sorpresa «del tutto all'oscuro circa la riuscita dello sciopero in Italia». I suoi giornalisti gliel'avranno tenuto nascosto, per un minimo di riguardo nel giorno delle inique sanzioni al Milan. Il favorito Fede era tutto preso a magnificare il successo del patron in Russia, che già «si dà del tu con Eltsin» - gli speculatori tremano - e «viene invocato dalle folle per nome: Silvio, Silvio». Come del resto ieri è avvenuto per diverse ore in molte città italiane. Berlusconi ha risposto che lo sciopero «non cambia nulla». E infatti subito dopo ha preso a lagnarsi come sempre delle beghe di casa, anche nella tragica Mosca. Arrivando a indicare nella Russia post comunista un esempio di efficienza: «Eltsin qui risolve le situazioni in due giorni, in Russia si può». Un attacco di stanchezza? Un'altra barzelletta? Un modello per il Paese che ama? Lo chiarirà il dibattito tele-politico che riprende da oggi nelle ville. All'ordine del giorno la questione: è giusto menarsela tanto con zie, pensioni, sindacati e scioperi quando nella Russia felix, dagli zar in poi, si risolve tutto in quattro e quattr'otto? Curzio Maltese ìse^J

Luoghi citati: Bologna, Italia, Mosca, Russia