Le sinistre: «Torna l'immunità parlamentare»
Le sinistre; «Torna Pimmunità parlamentare» La Camera modifica il decreto-legge ed è polemica anche su come il Tg3 presenta la notizia Le sinistre; «Torna Pimmunità parlamentare» Ccd e Forza Italia: un salvagente solo per i reati di opinione ROMA. Fanno discutere le modifiche apportate al decreto sulla immunità parlamentare dalle commissioni Giustizia e Affari costituzionali della Camera. Le opposizioni paventano il rischio di una reintroduzione del meccanismo dell'autorizzazione a procedere, cancellato dalla Costituzione alla fine della scorsa magistratura. La maggioranza, invece, parla di strumentalizzazione delle sinistre. «Siamo tornati esattamente alla situazione in cui eravamo prima», ha detto la progressista Anna Finocchiaro Fidelbo, secondo la quale «la maggioranza ha stabilito che spetta alla Camera decidere se va processato un deputato coinvolto in un qualsiasi procedimento penale, civile, amministrativo o disciplinare». Michele Vietti, del Ccd, ha sostenuto invece che si sono adottate semplicemente «norme procedurali per dare attuazione alle prerogative di libertà di espressione e di voto costituzionalmente garantite ai parlamenta¬ ri dalla Costituzione». «La posizione della sinistra - ha aggiunto - è assurda e inaccettabile». Le critiche della sinistra nascono dall'approvazione di un emendamento presentato da Forza Italia, Ccd e Lega Nord. Rispetto al testo originario del decreto, l'emendamento dà ai parlamentari che finiscono sotto inchiesta la possibilità di «ricorrere» alle Camere sostenendo che i reati contestati rientrano nella sfera delle «opinioni espresse e dei voti dati nell'esercizio delle loro funzioni» per le quali, secondo l'articolo 68 della Costituzione, non possono essere chiamati a rispondere. La Camera di appartenenza dovrà decidere entro un tempo massimo di 120 giorni sulla fondatezza del ricorso. Se la Camera dà ragione al parlamentare il procedimento è dichiarato estinto. L'emendamento approvato consente ai parlamentari di ricorrere «in ogni stato e grado di qualsiasi procedimento penale, civile, ammini¬ strativo o disciplinare». Secondo i progressisti, in questo modo, si torna alla autorizzazione a procedere. «Se il provvedimento verrà definitivamente approvato ha detto Diego Novelli, parlamentare della Rete - prima di procedere nei confronti di un deputato i magistrati dovranno chiedere il permesso a un'apposita commissione parlamentare». «E' molto semplice - ha spiegato un altro progressista, Luigi Saraceni - qualunque parlamentare potrebbe bloccare i procedimenti in corso». Ma Michele Vietti ha contestato questa tesi: «La norma approvata riguarderà solo i parlamentari accusati di reati di opinione». E quelli accusati di aver preso tangenti? «Ma andiamo - ha replicato -. Dovrebbero dimostrare che la tangente ricevuta era un'opinione espressa nell'esercizio del mandato parlamentare». Anche secondo l'esponente di Forza Italia Della Valle, «affermare che la maggioranza ha voluto reintrodurre l'isti¬ tuto dell'autorizzazione a procedere costituisce una autentica provocazione». Nella versione originaria, prima delle modifiche introdotte dalla Camera, il decreto prevedeva ugualmente la possibilità per il parlamentare inquisito di appellarsi all'immunità per le opinioni espresse nell'esercizio del mandato; però, il magistrato poteva ignorare la questione nel caso la ritenesse «manifestamente infondata». Nei casi dubbi l'ultima parola spettava alla Camera di appartenenza del parlamentare. E, sull'immunità, scoppia anche un caso-Rai. Il senatore Antonio Serena (Lega Nord) ha definito «scandalosa» l'edizione delle 19 del Tg3 di ieri: «Ha aperto con una copertina in cui si chiedeva: "Torna l'immunità?", strumentalizzando e stravolgendo il senso di un decreto, emanato da Ciampi con l'appoggio delle sinistre, le più volte reiterato, tale e quale, $al governo Berlusconi». [Ansa]
Persone citate: Anna Finocchiaro, Antonio Serena, Berlusconi, Ciampi, Della Valle, Diego Novelli, Luigi Saraceni, Michele Vietti
Luoghi citati: Roma
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