Pensioni il blocco in bilico

Maggioranza divisa. Un emendamento salverebbe 60 mila statali Maggioranza divisa. Un emendamento salverebbe 60 mila statali Pensioni, il blocco in bilico Anche la sanatoria stoppata da An ROMA. Un destino incerto. E' in bilico il blocco delle pensioni di anzianità. Il ministro del Lavoro, Clemente Mastella, sta faticando a difendere il decreto del governo. Il provvedimento rischia di saltare per l'intervento di esponenti della stessa maggioranza. Il deputato di Alleanza nazionale Oreste Tofani, relatore alla commissione lavoro, vuole molte eccezioni, tanto che il provvedimento sarebbe quasi inefficace. Beneficerebbero delle sue proposte in particolare i dipendenti pubblici: potrebbero così essere accolte 60 mila domande presentate in tutta fretta, prima del 28 settembre, giorno in cui è entrato in vigore il decreto. Per lo Stato sarebbe un salasso: l'operazione costerebbe 1800 miliardi. Sarebbe un duro colpo per la legge finanziaria per il '95 varata dal governo Berlusconi e che ha appena cominciato il cammino parlamentare. La proposta di Tofani crea «notevoli difficoltà», come ha commentato il leghista Marco Sartori, presidente della commissione lavoro della Camera. Ma lo stesso Sartori, martedì, aveva ipotizzato di escludere effetti retroattivi del decreto: secondo la sua tesi il blocco dovrebbe riguardare solo le domande presentate dopo l'emanazione del decreto legge. Le esigenze di giustizia invocate dai deputati si stanno quindi scontrando con le esigenze di cassa che affliggono il governo. Martedì la commissione ha sospeso l'esame a causa dei problemi affiorati. Ieri Mastella ha tentato, presentando un emendamento, di garantire che nessun lavoratore si sarebbe mai trovato senza impiego e senza pensioni a causa del blocco e inoltre ha ipotizzato alcune eccezioni all'applicazione del decreto. Oggi la commissione dovrà chiarire le sue intenzioni: il blocco soprawiverà? Le contestazioni delle opposizioni si saldano con i dissensi interni alla maggioranza. Il clima è incandescente. «Nessuno chiede alla maggioranza di essere un esercito di tanti soldatini di piombo» ha affermato Mastella, garantendo l'intenzione di tener conto delle indicazioni del Parlamento. Ma il decreto rischia di non avere più valore. Il ministro del lavoro teme quello che ironicamente ha definito «il consociativismo ritrovato», cioè un abbraccio in Parlamento tra maggioranza e opposizione. Abbraccio che rovinerebbe i piani di Berlusconi e i conti del ministro Dini Con la proposta di Tofani «il decreto sarebbe svuotato del suo contenuto» ha osservato Mastella. Non sarebbe facile trovare di colpo 1800 miliardi per rimediare all'eventuale aggiramento del blocco. Secondo Mastella sarebbero di fatto ripristinate le cosiddette pensioni baby. Con il blocco, fino al 31 gennaio del prossimo anno non potrebbero più ottenere la pensione di anzianità i lavoratori che hanno maturato 35 anni di contributi e i dipendenti pubblici con circa 20 anni di contributi. Già ieri Mastella sperava di aver «placato qualche ira» parlamentare sul decreto. Ha annunciato in commissione il maxiemendamento che comporta una specie di sanatoria per tutti i lavoratori che hanno presentato domanda per la pensione di anI zianità e hanno già lasciato il la¬ voro, rischiando di restare (a causa del decreto con il blocco) senza stipendio e senza pensione. L'emendamento ammette la possibilità della revoca della domanda di pensionamento con il ritorno all'impiego originario. Il testo presentato da Mastella prevede anche una serie di eccezioni al blocco delle pensioni di anzianità. Se approvato, consentirebbe il pensionamento ai lavoratori privi di vista e per i casi di cessazione dal servizio per invalidità. Sarebbero esclusi dal decreto anche i pubblici dipendenti il cui trattamento pensionistico scatterebbe il 24 dicembre prossimo e i lavoratori del settore privato che abbiano presentato la domanda prima dell'emanazione del decreto e abbiano lasciato il lavoro entro settembre (purché non svolgano attività autonome). Al Senato il presidente del Consiglio ha fatto sapere che il blocco potrebbe non riguardare quanti svolgono «lavori usuranti». Ieri sera, intanto, si è appreso che la manovra, se approvata senza modifiche dal Parlamento, porterà a quota 72.000 miliardi il disavanzo Inps per il 1995. Lo ha detto il commissario dell'Istituto previdenziale Mario Colombo, parlando di fronte alla commissione bilancio della Camera. A legislazione invariata il disavanzo, secondo le stime dell'Inps, salirebbe a 81.000 miliardi. Ir. r.] IMI IL BLOCCO SECONDO MASTELLA SETTORE PRIVATO. Riceveranno la pensione di anzianità, e quindi sfuggono al blocco, i lavoratori che hanno lasciato il posto entro il 30 settembre scorso, e che non abbiano intrapreso altre attività di lavoro autonomo o d'impresa. Vengono graziati dal blocco anche quei lavoratori che hanno ottenuto prima del 27 settembre l'autorizzazione a effettuare i versamenti volontari. Questo riguarda persone che hanno lasciato il lavoro con, ad esempio, 33 o 34 anni di contributi e che hanno chiesto all'lnps di poter versare a proprie spese i contributi per giungere al minimo dei 35 anni e avere diritto alla pensione di anzianità. Dal blocco si salvano anche i lavoratori di imprese con esuberi strutturali di manodopera, o che abbiano in corso il trattamento straordinario di cassa integrazione. L'emendamento presentato da Mastella esonera dal blocco del pensionamento anticipato anche i lavoratori che fruivano del trattamento di mobilità al 27 settembre scorso e quelli che fruiscono dell'indennità di mobilità (come previsto dalla legge 223 del 1991). Sempre per il settore privato, l'emendamento del governo conferma le altre esclusioni dal blocco per i lavoratori che abbiano 40 anni di contributi, per quelli vittima di una invalidità (anche se derivante da cause non legate al lavoro), per i ciechi. SETTORE PUBBLICO. Potrà ricevere regolarmente la pensione anticipata chi, al 27 settembre, aveva già lasciato il posto di lavoro, e avrebbe dovuto ricevere la pensione a partire dal 24 dicembre prossimo. Tale decorrenza, va detto, è stata introdotta dalla finanziaria dell'anno scorso, e riguarda tutte le pensioni anticipate rispetto all'età della vecchiaia. Sono esclusi dal blocco anche i dipendenti di enti o imprese per le quali siano avviati processi di ristrutturazione e risanamento previsti da specifiche normative. Per tutti gli altri l'emendamento conferma la possibilità di revocare la domanda di pensione già presentata (anche se è stata accolta), con il contestuale reintegro nello stesso posto di lavoro, con le stesse funzioni, qualifica e stipendio.

Luoghi citati: Roma