Batistuta, miracolo a Firenze

Batistuta, miracolo a Firenze Batistuta, miracolo a Firenze «Farò 20 reti, solo Romano è più bravo» FIRENZE. L'arrivo di Gabriel Omar Batistuta in Italia fu caratterizzato da un'omerica risata. Esperti, o presunti tali del mercato, bocciarono la spregiudicata operazione di Vittorio Cecchi Gori con feroce sarcasmo: «Quello sembra Dertycia con i capelli...». Il riferimento, tagliente, era ad un altro argentino, appunto Oscar Dertycia, acquistato poco tempo prima dalla Fiorentina e distrutto dal calcio italiano. Quella volta sbagliarono. Oggi Batistuta è il capocannoniere provvisorio del campionato onorandolo con un gol, almeno, a domenica. Gli stessi esperti del mercato sostengono che la sua valutazione sia attorno ai venti miliardi. Ma chi è questo argentino tutta potenza che sta mettendo paura ai goleador principi del nostro calcio? «Sono un attaccante vero - racconta - che se ne frega di segnare gol brutti. A me interessa solo mettere dentro la palla. Non ho i tocchi di velluto di Romano, non ho la classe e l'eleganza di Van Basten, non ho neppure i guizzi di Signori. Però n'indagine seria» ho detto tempo fa, forse questa vostra Nazionale ha troppi schemi. E' assurdo che abbia il problema del gol. Signori è con Baggio il miglior attaccante italiano. Lo guardi e dici, possibile che con quelle "gambette" possa sparare dei siluri imparabili? Sì, è possibile, perché lui è perfetto nell'impostare il corpo. Conosco centravanti di 80 chili, con le spalle alla Rambo, che non arrivano in porta neppure se tirano dal dischetto del rigore. Baggio è il pallone d'oro». Sono più bravi di lei? «Tecnicamente sì». Ma in fatto di gol? «Ce la giochiamo. Sul trono colloco solo Romario, lui ha qualche cosa in più. Certo vorrei vederlo nel campionato italiano. Qui troverebbe gente come Vierchowood e Costacurta. Però è bravo, tecnicamente, e segna. Dietro il brasiliano c'è un gruppo di inseguitori, e lì ci posso stare anch'io». Lei, durante l'estate, s'è lamentato dell'ingaggio, ha bussato alle casse di Vittorio Cecchi Gori. segno e questo mi basta». Già, però c'è chi ancora la critica, chi dice che Batistuta non ha i fondamentali, che stenta nello stoppare un pallone. «Non è vero. Tecnicamente sono anche migliorato. A questi signori faccio presente solo una cosa: io sono il centravanti titolare della Nazionale argentina». Ci spieghi questo suo momento magico. «Ha detto bene, è magico. E' dall'inizio di stagione che vi dico che sento la fortuna sulle spalle. E' l'anno giusto, posso davvero segnare venti gol in campionato, anche perché posso battere i calci di rigore. Sì, sono fatato. E fisicamente non sono al cento per cento. Ma i gol sono elementi che prescindono dalla condizione atletica. Oggi sto male e segno, domani magari mi sento un leone e non vedo più la porta». Lei segna, la Nazionale italiana stenta. Con Sacchi non segnano neppure Signori e Zola. «Sono cose che non mi interessano, comunque confermo quanto «Non è così. Ho fatto una semplice riflessione. Se mi chiedete quanto guadagno io vi rispondo: tanto. Ed è vero, ma poi leggo gli ingaggi di altri stranieri e rimango a bocca aperta. C'è chi segna la metà di me e guadagna il doppio. E' chiaro che la cosa mi dia fastidio. Ma io non mi fermo a queste cose, alla Fiorentina sto bene, ho un amico come Baiano che vale la metà dei gol che segno. Ed allora sto tranquillo». Ma lei cosa sogna? «Per arrivare, per diventare "Batigol", ho lottato. Nei primi anni della mia carriera ho lavato i vetri e gli spogliatoi per mettere in tasca due lire. Appena arrivato in Italia ho capito cosa vuol dire essere messo in un angolo. Mi avevano fatto fuori. Ho estratto gli artigli, mi sono battuto. Oggi ho capito che il calcio non è tutto. Quindi non sogno il titolo mondiale, non sogno lo scudetto, ma una vita in Argentina, con la mia famiglia, la terra da coltivare ed una storia da raccontare ai miei figli». Alessandro Rialti

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