Rizzitelli: a Foggia ho rialzato la testa

Il granata torna sul campo della doppietta Il granata torna sul campo della doppietta Rizziteli!: a Foggia ho rialzato la testa TORINO. Ruggiero Rizzitelli torna sul campo dove, due settimane fa, fu profeta in patria. Pugliese di Margherita di Savoia, a Foggia segnò una doppietta, la prima in campionato, che gli restituì l'identità perduta e il posto di titolare. Era un momento delicatissimo per lui e per il Torino che aveva appena esonerato Senno Rampanti e assunto Nedo Sonetti. «Tirai su la testa», dice Rizzitelli che torna addirittura a pensare alla Nazionale: «Ci sperano tutti. Ed io ho solo ventisette anni. Sacchi mi conosce da quando ero ragazzino. Mi volle a Cesena e mi ha già convocato nella prima fase della sua gestione azzurra». Nega qualsiasi responsabilità, diretta o indiretta, nella clamorosa decisione presa dal presidente Calieri di cambiare direzione tecnica alla vigilia della quarta giornata: «Non sono un mangia-allenatori. Mi hanno immischiato in una polemica assurda. Rampanti stesso mi ha scagionato. E' vero che a Roma ho avuto qualche problema con Carletto Mazzone ma sono andato via, dopo sei anni bellissimi, perché era ora di cambiare e avevo bisogno di nuovi stimoli». A Torino, però, le difficoltà non erano mancate al punto che, dopo appena un mese, si parlava di un suo trasferimento al Genoa in cambio di Padovano. Rizzitelli è contento di essere rimasto: «Scoglio mi voleva, poi le due società non si sono accordate. Qui posso prendermi belle soddisfazioni. La salvezza è il traguardo minimo che dovremmo raggiungere tranquillamente. Se correremo rischi di retrocessione, sarà solo per colpa nostra. Abbiamo i mezzi per lottare alla pari con molte squadre, per es- IN FUORIGIOCO GIÀ' IO CLUB? ROMA ELLA caserma di Tor Sapienza, davanti al colonnello della Finanza Catella Lombardo, il presidente dell'Aie, Sergio Campana, ha parlato per un'ora e mezzo, dalle 14 alle 15,30. Poi, dalle 16 alle 17, è stato il segretario Maioli a raccontare come vanno le cose nel mondo del calcio. In tutto due ore e mezzo di accuse corroborate da un pacchetto di documenti. Risultato: sarebbero nei guai dieci delle 34 società sotto inchiesta. Questo stando alle indiscrezioni, perché dalla caserma nulla trapela di ufficiale. Ma negli ambienti investigativi i colloqui sono stati definiti «interessanti». Il presidente dell'Aie avrebbe illustrato agli inquirenti «alcune situazioni che meritano approfondimento». Si sarebbe parlato di alcuni contenziosi tra calciatori e società sportive che nei prossimi giorni diventeranno probabilmente le situazioni principali su cui la Finanza indagherà. Sempre secondo le indiscrezioni, il lavoro è complicato e molto articolato: non c'è ancora un elenco degli interrogandi, ma è certo che il presidente della Covisoc, Viktor Uckmar, sarà sentito a fine settimana. Perché in questi giorni si trova a Mosca. E sempre ieri la Guardia di Finanza ha prelevato in Lega, a Milano, altri incartamenti. Il sostituto procuratore di Roma, Maria Gloria Attanasio, fa sul serio. Lo ribadisce anche Campana che spende poche parole sul suo interrogatorio: «E' stato un tranquillo colloquio, non c'è assolutamente nulla da dire. Agli investigatori ho parlato solo delle quietanze liberatorie, cioè i contratti che dimostrano che le società nulla devono ai giocatori. Mi sembra che questa sia un'indagine seria». La questione «quietanze liberatorie», documento necessario per l'iscrizione ai campionati, è uno dei cavalli di battaglia dell'Aie. Lo stesso Campana ricorda che «da almeno una decina d'anni invitiamo la Federcalcio a controlli più severi e a verifiche più precise, e oggi, alla luce dell'ispezione della Guardia di Fi- Ruggiero Rizzitelli sere una delle sorprese del campionato e piazzarci da metà classifica in su. Dovremo però eliminare qualche stupidaggine, qualche errore di gioventù di troppo, come quello che a Parma ci è costato il primo gol di Zola». Rispetto alla formula adottata da Rampanti, Sonetti ha arretrato Pelè alle spalle di Silenzi e Rizzitelli. Sonetti chiede alle due punte di velocizzare di più il loro gioco. E Rizzi-gol dice che il «mister ha ragione». Il suo rapporto con l'allenatore è improntato alla massima schiettezza: «Pretende, semplicemente, che si giochi al calcio e non ci si limiti a fare il compitino ma si creino delle alternative, in fase offensiva, quando uno di noi attaccanti è ben marcato dagli avversari o non è in giornata. Personalmente non sono ancora al massimo anche a causa dell'influenza che mi aveva bloccato per quasi una settimana, ma sto migliorando e presto troverò quella che noi, in gergo, chiamiamo la "gambetta", cioè la rapidità d'esecuzione in spazi brevi». Rizzitelli sa che domani sera, Interrogato dalla Fi in Coppa Italia, il Foggia farà tesoro della lezione subita in campionato: «Ci aspettano con i fucili puntati, specie i tifosi. In campo sarà molto dura. Il Foggia non peccherà più di presunzione, non ci regalerà gli spazi che ci permisero di conquistare tre punti preziosissimi in dieci contro undici. Ma ciò che conta è la qualificazione e ci sarà ancora il ritorno al Delle Alpi. Ci terremmo molto a proseguire nella competizione affrontando il Milan o l'Inter nel turno successivo. L'Europa può arrivare con la conquista di questo trofeo che, a volte, le grandi squadre, impegnate nella lotta per lo scudetto, snobbano». A Foggia Sonetti riproporrà il Torino di Parma perché sa che ci vuole l'affiatamento per consentire ai granata di assimilare i suoi schemi: ieri, durante la partitella, ha fermato spesso il gioco per correggere i difetti di manovra. Era in campo anche Maltagliati, che non è voluto mancare pur essendosi appena sposato. Tra i rincalzi, a Foggia non figurerà Petrachi, ceduto in prestito al Palermo. Recuperabile Angioma che lamenta una leggera contrattura. La squadra raggiungerà Foggia domani con un volo charter. L'intermezzo di Coppa è un collaudo importante per la sfida casalinga con la Roma, una delle due capolista. Rizzitelli non ha vendette da consumare: «A Roma sono stato benissimo e ho un solo rimpianto: aver perso all'Olimpico, contro l'Inter, una finale di Coppa Uefa. La Roma è una grossa realtà e fermarla vorrebbe dire fare un altro colpaccio da tre punti. Una mano santa». Come a Foggia. Brano Bernardi nanza: «Finalmente u