I miliardi di Indurain e la caffeina di Bugno di Gian Antonio Orighi

Ciclismo: gioie e dolori di due stelle Ciclismo: gioie e dolori di due stelle I miliardi di Indurain eia caffeina di Bugno Lo spagnolo reMida della Banesto Per l'ex iridato oggi la sentenza Max Biaggi 23 anni, romano campione in 250 «made in Italy». L'obiettivo è stato ampiamente raggiunto e i due titoli mondiali (su tre disponibili) conquistati quest'anno sono un ottimo veicolo pubblicitario. «Per avere questa costanza di risultati - dice - è ovvio che non ci bastano soltanto le furbate, ma ci vuole anche una grande preparazione tecnica e tecnologica. Il risultato che abbiamo ottenuto viene da anni di lavoro con uomini fortemente preparati, capaci e motivati». Beggio è orgoglioso di quanto raggiunto e, tanto per aggiungere sale sulle ferite, punta l'accento sul successo nella classe 125: «Quella è una vittoria che temo non digeriranno tanto in fretta - dice - perché a vincere è stato un giapponese, Sakata, il primo a credere nella bontà del nostro prodotto. Un fatto per noi gratificante, perché vuol dire che ora anche ai giovani giapponesi fanno gola le nostre moto: è una cosa che fa bene non solo all'Aprilia, ma a tutta l'industria italiana». Una dichiarazione di guerra in piena regola, ma solo sul piano sportivo. «La parola alle cifre: quest'anno produrremo 108 mila pezzi, con un fatturato che toccherà i 350 miliardi a fine anno, contro i 172 del 1992 e i 244 del '93. In due anni abbiamo raddoppiato fatturato e produzione (52 mila moto nel '92), i dipendenti sono saliti a 500 ma è noto che produciamo molto all'esterno e in totale stiamo dando lavoro a circa 2500 persone». La scelta sportiva, costosa, ha però un risvolto positivo: «Su 16 miliardi impiegati per il motomondiale, 10 rientrano con gli sponsor. La spesa si riduce quindi a 6 miliardi». Fatti i conti, su ogni pezzo costruito, il costo aggiuntivo è di 55 mila lire: un buon investimento per continuare a vincere. MADRID. Miguel Indurain, il trentenne «Nuvolari della bicicletta» del Banco Espanól de Credito (Banesto) che polverizzò 10 scorso settembre il record dell'ora nel velodromo di Bordeaux, vincitore di due Giri d'Italia e di quattro Tour de France è una vera e propria miniera d'oro per 11 suo sponsor Banesto. Secondo dati rivelati dalla banca al mensile «Futuro», il ciclista navarro ha portato al suo patrocinatore una redditività di ben 10 miliardi di pesetas, circa 120 miliardi di lire. Questa impressionante cifra è stata calcolata sulla base della pubblicità gratuita fornita da Miguelon al suo sponsor con trasmissioni tv, radio e carta stampata in cui è stato l'indiscutibile protagonista. E, insieme a lui, i colori (bianco, rosso, giallo ed azzurro) ed il nome della banca che decise di finanziare una squadra ciclistica nell'89. Luis Lazaro, coordinatore della Asociacion Deportiva Banesto, stima che 8,5 miliardi di pesetas corrispondono alla pubblicità televisiva in cui il nome ed il simbolo della marca martellano i telespettatori, mentre 1,5 miliardi provengono dalla propaganda su giornali, riviste e radio. Se poi consideriamo che, grazie ad Indurain, Banesto è stato pubblicizzato per ore da tutti i media del mondo, i 10 miliardi sono una stima molto modesta. In Francia, ad esempio, tutti conosco Banesto e, negli Usa, la maglietta con i colori ed il nome della banca vanno a ruba tra i messaggeri in bicicletta. Ma, considerando solo la Spagna, non si può non constatare che Lazaro ha ragione. Nello scorso Tour de France, Tve, la tv di Stato che aveva l'esclusiva sulla più importante corsa del mondo, superò i 97 milioni di Miguel Indurain Miguel Indurain spettatori nei 23 giorni del Tour. Qualcosa come 111 ore di diretta, interrotte da spot che costavano in media 2 milioni di pesetas per 20 secondi, con il navarro ed il suo sponsor sempre in primo piano. Secondo l'agenzia di pubblicità Asep y J. D. Comunicacion, il logotipo del Banesto è l'unico che gli spagnoli ricordano senza ombra di dubbio (il 100 per cento, assicura l'agenzia). Nel 93, secondo «Futuro», il logotipo Banesto è stato teletrasmesso per 40 ore, cioè 7200 spot di 20 secondi che sarebbero costati, ad un prezzo di 1,5 milioni di pesetas cadauno, quasi 11 miliardi di pesetas. E quest'anno, durante il tentativo (riuscito) di battere il record dell'ora, la pay-tv Canal plus, che trasmetteva in esclusiva la diretta, emise un programma speciale di un'ora visto da 5 milioni di spagnoli (e qui persino la bicicletta di Indurain era pitturata con il logotipo del Banesto). Ci furono dieci patrocinatori della prova e solo due annunci, della Fiat, che costarono 1,8 milioni di pesetas, circa 20 milioni di lire. Insomma Banesto, commissariato dal Banco di Spagna nello scorso dicembre per un buco di 500 miliardi di pesetas, ha fatto un solo affare: contrattare Miguelon. E che razza di redditività: Indurain guadagna 250 milioni di pesetas ed ha reso il 4000 per cento. Intanto in Italia un altro popolarissimo campione, Gianni Bugno, molto stimato da Indurain, attende con ansia la decisione che oggi la Disciplinare della lega prenderà sul caso di doping alla caffeina che gli è piombato addosso alla vigilia del Campionato del mondo. Gian Antonio Orighi

Luoghi citati: Bordeaux, Francia, Italia, Madrid, Spagna, Usa