« Guru del traffico d'armi » di E. St.

« « Guru del traffico d'armi » Sul massacro in Svizzera l'ombra di affari per milioni di dollari LOSANNA. Sul massacro della setta del sole si proietta l'ombra di un colossale traffico d'armi gestito riciclando denaro sporco attraverso le banche svizzere e canadesi. L'ordine religioso si rivela una copertura per loschi affari internazionali e il suo capo un guru, ma della criminalità. E le sorprese, assicura il giudice istruttore di Friburgo, André Piller, non sono finite: «Da questa inchiesta ci attendiamo ancora grossi sviluppi». Ieri l'ultimo giallo: radio e tv hanno riportato la notizia della presunta identificazione del corpo di Joseph Di Mambro, il franco-canadese di 70 anni che con il medico belga Lue Jouret capeg¬ giava la setta. Ma la notizia è stata poi smentita dalla polizia del cantone del Vallese. In serata ha preso sempre più corpo l'ipotesi del regolamento di conti tra trafficanti d'armi. Fonti canadesi hanno riferito che il traffico controllato dai capi della setta del sole avrebbe un giro d'affari di centinaia di milioni di dollari. Un appartamento a Ottawa affittato l'anno scorso da Jocelyne Duplessis, moglie di Joseph Di Mambro, (sembra confermato che tra le salme ci sia anche quella della donna) serviva da base logistica per la rete di riciclaggio creata da suo marito e da Jouret. Qualche anno fa, ha aggiunto la tv, il denaro passava anche per la succursale di Ottawa della Bcci, la banca d'affari britannica chiusa nel 1991 dopo essere rimasta implicata in una colossale frode di 15 miliardi di dollari con al centro il riciclaggio di denaro e il traffico d'armi. Da qualche tempo il conto corrente di Di Mambro era stato trasferito nella filiale della Banque Royale di Ottawa e su quel conto si trovavano circa ottocentomila dollari. Il denaro proveniva da un traffico d'armi internazionale. Le commesse giungevano dall'Australia, paese dove la setta possedeva una fattoria, e venivano smistate verso l'Africa. La gendarmeria reale del Canada aveva già fatto indagini, senza riuscire a incastrare Di Mambro e Jouret. Perquisizioni e controlli bancari sono stati ordinati anche dagli inquirenti svizzeri, ormai persuasi della tesi del massacro. Lo ha confermato a Friburgo il giudice Piller riferendo i primi risultati dell'autopsia sui corpi trovati nell'azienda agricola di Cheiry (25) e a Salvan (23). Ha osservato che all'inizio si era pensato ad un suicidio collettivo. «Ora - ha precisato - in alcuni casi è confermato che si tratta di assassinio». Una delle vittime, si è potuto stabilire, era ancora viva prima del rogo degli chalet. [e. st.]

Luoghi citati: Africa, Australia, Canada, Ottawa, Svizzera