II futuro dei libri in una «Storia» del '900, per Francoforte

II futuro dei libri in una «Storia» del '900, per Francoforte II futuro dei libri in una «Storia» del '900, per Francoforte SARA' presentata giovedì 6 alla Fiera di Francoforte la «Storia dell'editoria d'Europa»: sei volumi con apparato bibliografico per un totale di 4800 pagine. Un'analisi storico-critica di circa 450 editori europei, a cura della Shakespeare & Company. Il primo volume è uscito nel maggio di quest'anno, l'ultimo è previsto per la primavera del '96. Dettaglio non indifferente il prezzo in libreria: un milione. Scandagliare tutte le problematiche del «mare» editoriale: Paese per Paese, editore per editore, dagli inizi del '900 ad oggi. Ma - si obietterà - il libro e la stampa non erano stati inventati nel Rinascimento con Gutenberg? I curatori rispondono con le parole di Roger Chartier, il quale fa notare come «la nascita dell'editore nella sua definizione moderna avviene tra il 1830 e il 1850, quando si libera della tipografia e della libreria, benché naturalmente alcuni editori conservino una o entrambe queste attività, che però restano sempre distinte dal lavoro editoriale vero e proprio». Nel primo volume (firmato da collaboratori come Giulio Einaudi, Umberto Eco, Tullio De Mauro, Giorgio Ferretti, Enrico Mi- stretta) sono affrontati i temi generali dell'editoria (dalla storia della stampa alla distribuzione, dai rapporti con l'informazione e con la critica a quelli con gli Enti e con le biblioteche), mentre in quelli successivi si racconta e si analizza la storia degli editori. Il secondo volume - uscita prevista fine gennaio '95 - si occuperà dell'Italia; il terzo della Francia e della Spagna; il quarto dei Paesi di lingua tedesca: Germania, Austria e Svizzera; il quinto dei Paesi dell'Est; il sesto di Gran Bretagna, Scandinavia e Paesi Bassi. Alla base dell'impresa una considerazione di Eugenio Garin: «La storia dell'editoria non solo è una parte essenziale della storia della cultura, ma collocandosi al punto d'incontro fra lavoro intellettuale, potere politico e giuoco degli interessi economici, aiuta a capire le diverse vicende del cammino delle idee, e del loro operare e pesare nella vita di una società». Ma per fare una storia dell'editoria del Novecento è indispensabile anche studiare attentamente quei sistemi di complemento del lavoro editoriale, che sono le cosiddette strutture commerciali, alcune delle quali, come ad esempio il procedimento di distribuzione del libro, si trovano ancora in fase arretrata rispetto alle rivoluzioni tecnologiche. A questo tema sono dedicati alcuni capitoli del primo volume. Un altro aspetto della storia e del destino del libro è strettamente e fatalmente intrecciato con lo sviluppo dei media. Una vicenda che - con i ricorrenti pronostici sulla morte del testo scritto - arriva fino ai nostri giorni. Nel corso del XX secolo due innovazioni tecniche - il cinema e la televisione - hanno messo in crisi il libro. All'inizio degli Anni Sessanta, Marshall Me Luhan poteva annunciare con la morte del libro la fine dell'era Gutenberg, e il declino della carta stampata divenne uno dei cavalU di battaglia dei decenni successivi. E tuttavia la diagnosi è apparsa se non altro prematura. Fra il 1950 e il 1980 il numero dei titoli pubblicati è aumentato del 317%, ed il numero di esemplari è incrementato dal 350 al 400%. Nel 1980, nel mondo, sono stati stampati 726.500 titoli, di cui la maggior parte, 313.000, in Europa. L'Asia seguiva con 145.000 titoli; infine il Nordamerica con 116.000 titoli. Altri hanno parlato di declino culturale del libro, accelerato e aggravato negli ultimi anni dalla comparsa in scena del computer, che ha rivoluzionato il mondo della scrittura in modo più decisivo delle innovazioni scientifiche precedenti. Ma anche di fronte a d questo insidioso «nemico», il libro e in generale il testo scritto non sembrano ancora spacciati. Un filo di speranza ci viene proprio da chi ha avvertito con lucido anticipo il fenomeno, ed è oggi in grado di individuarne i limiti. «La lettura - ha osservato Umberto Eco - è una necessità biologica della specie. Nessuno schermo, nessuna tecnologia arriveranno a sopprimere il bisogno di lettura tradizionale. Leggere è un'esigenza così fondamentale da rendere la stampante indispensabile complemento del computer. Si scrive con il computer ma, a un certo momento, si ha la necessità di stampare e di rileggere sulla pagina». Le parole di Eco sono confermate e rafforzate da quelle di Tullio De Mauro: «E' difficile immaginare, almeno allo stato attuale, prodotti che sostituiscano ciò che un libro, o la lettura di un libro, sa dare oggi: il controllo non solo di una pagina, ma delle pagine che precedono e seguono, con una libertà, una accessibilità nel realizzare questo controllo che nessun nastro, nessun supporto magnetico per ora è in grado di garantire. Il «su e giù» nella presentazione dell'informazione scritta che un libro consente di fare a qualsiasi ricettore non ha equivalenti. Gli ipertesti, i percorsi ipertestuali sono qualcosa di molto interessante, che cerca di ampliare anche i materiali tra cui fare quello che io chiamo alla buona il «su e giù» per le pagine di un libro. Ma l'impressione è che, rispetto a questa vecchia tecnologia che è l'offerta di un testo stampato, ed è la tecnologia dell'occhio e del pensiero che corre avanti e indietro, rispetto all'agilità di questa vecchia tecnologia, le altre sono ancora molto, troppo rigide». Insomma il libro, per ora, non ha rivali capaci di annientarlo. Uscirà nel '9.5 NOMI. COGNOMI SCELTE E BILANCI DELLE CASE MADEIN ITALY w|L secondo volume della I Istoria dell'editoria d'Euro\\pa, dedicato interamente I all'Italia, arriverà in libresd ria a fine gennaio '95. Angelo Mainardi, che ha curato il progetto, ci racconta la «filosofia» dell'opera. «Abbiamo voluto fare una storia della cultura italiana attraverso il libro, attraverso quello che si è e non si è pubblicato nel nostro Paese. Una lettura delle vicende culturali italiane dotata di scientificità e nello stesso tempo con un tono discorsivo e narrativo». Apre il volume una sorta di «enciclopedia» delle nostre case editrici, catalogate in ordine alfabetico. La storia dell'Einaudi sarà ricostruita da Leandro Perini; Bruno Bongiovanni curerà la Bollati Boringhieri; Giorgio Cusatelli si occuperà di Garzanti; Silvana Ottieri di Bompiani; Giuseppe Leuzzi farà Laterza e II Mulino, mentre Passigli e La Nuova Italia saranno curate da Anna Benedetti, direttrice dell'Accademia della Crusca a Firenze; Mainardi si occuperà della Adelphi. La seconda parte comprende una CITTÀ DI ALASSIO - ASSESSOAzienda di Promozione Turistica Al Lalli Mannarini serie di voci tematiche per inquadrare la storia delle singole case editrici nel contesto culturale del Novecento. Una voce («Dalle idee alla scrittura») ripercorrerà la genesi del libro alla luce delle grandi correnti ideologiche del nostro secolo: dall'idealismo di Croce e Gentile all'irruzione del pensiero negativo e del pensiero debole, passando per la psicoanalisi e l'egemonia marxista del dopoguerra. Mario Baudino racconterà «Come funziona la macchina editoriale», Renato Minore affronterà la «Metamorfosi del direttore editoriale». Di critica letteraria si occuperà Giuseppe Leonelli, mentre Maria Corti ripercorrerà l'irruzione della semiologia e dello strutturalismo nella cultura italiana. Roberto Cotroneo passerà «all'indice» le recensioni giornalistiche. Giuseppe Pontiggia ricostruirà «Fortuna e sfortuna degli scrittori dopo la morte». La terza sezione affronterà le influenze di altre culture su quella italiana, con contributi di Jacqueline Risset (il «Mito di Parigi»), Vittorio Strada («Il fascino slavo»), Aldo Rosselli (la «Scoperta dell'America»), Italo Alighiero Chiusano («Danubio e Mitteleuropa»). Infine, alcuni «Percorsi nella letteratura», quali il sacro nel libro (Sergio Quinzio), l'umorismo (Guido Almansi), la letteratura per ragazzi (Pino Boero), il poliziesco (Carlo Scaringi), il fumetto (Oscar Cosulich), fantascienza e horror (Gianfranco De Turris). [1. ma.) ORATO ALLA CULTURA lassio & Le Baie del Sole