«Sconfitto dallo stregone»

«Sconfitto dallo stregone» «Sconfitto dallo stregone» «Tutti sapevano, nessuno mi ascoltò» IL NEMICO DELLE SETTE SAINT LEGIER ELLA voce di Paul Rane c'è tutta la disperazione di chi ha dedicato la propria vita a combattere le sette di tutto il mondo. E proprio a casa sua, nella civilissima Svizzera si è consumata, in un terribile silenzio, una strage che non ha precedenti. Un suicidio-omicidio collettivo che conta fino a ora 48 morti, gli adepti dell'Ordine del tempio del sole. Era possibile prevedere la follia autodistruttrice di tanti uomini e donne, fino a ieri persone dalla vita tranquilla e normale? Paul Rane, diacono della chiesa protestante svizzera e fondatore, nel 1988, dell'Associazione elvetica per la difesa della famiglia e dell'individuo, specializzata nella lotta contro le sette (c'è una sezione anche in Italia) esprime un giudizio severo. «Da anni cerco di prevenire i pericoli del fanatismo e di met- tere in guardia i giovani contro la tentazione di affidarsi a falsi profeti. Nel caso specifico il dottor Lue Jouret predicava a Ginevra dalla metà degli Anni Ottanta e le sue conferenze e i suoi libri non erano certo tranquillizzanti». Rane, autore di apprezzate pubblicazioni sui pericoli della «scientologia» e sulla storia dei Rosacroce, ricorda che Jouret, medico omeopatico di origine belga, si credeva Cristo e aveva fondato dei club che si occupavano di salvaguardare l'eco-sistema, anche con le armi. All'inizio della sua macabra carriera Jouret faceva parte del clan dei Neotemplari, un ordine che voleva far rivivere le tradizioni medievali dei «soldati poveri di Cristo». Come loro, i Neotemplari, poco più di 300 in tutta la Svizzera, combattono i nemici di Dio sotto i voti di castità, obbedienza e povertà. «Ma - continua Paul Rane - ben presto Jouret si staccò da questi nuovi "crociati" e fondò un nuovo gruppo più esaltato e ben lontano dai princìpi dei Templari, formato principalmente da donno reclutate nei Cantoni di Ginevra, Vaud e Giura». Far parte del Tempio del sole era un «privilegio» difficile da raggiungere. 1 primi discepoli Jourct se li procurò tenendo una serie di conferenze a Ginevra e nei cantoni francesi, anche in sale di tutto rispetto. Poi, trovati i primi «fedeli», il medico omeopatico divenne più cauto. Si poteva entrare nell'ordine solo attraverso la conoscenza e la raccomandazione di un amico, che doveva rispondere in prima persona dell'ortodossia del neofita. «Il criterio di ammissione dice Paul Rane - era molto rigido e prevedeva strani e complicati riti d'iniziazione. Ma delle regole dell ordine anch'io sapevo molto poco». «Era risaputo però - continua - che Jouret praticava l'occultismo e organizzava messe nere con i suoi seguaci. Infatti non credo che sia stato un caso se la strage si è compiuta la prima notte di plenilunio. Seguaci fanatici dell'Apocalisse, essi avevano un vero culto della "luna di sangue" e del "sole nero"». Tra i contadini dei borghi do¬ ve si è consumata la morte di massa si sussurrava di strani riti nei cimiteri, di tombe profanate. Quale può essere il motivo che spinge tante persone che adorano il sole a privarsi della vita in una livida notte di ottobre? Paul Rane ammette, nonostante anni e anni di ricerche e di studi di psicologia e di sociologia, che non c'è risposta. «Lue Jouret prometteva ai suoi poveri fedeli che li avrebbe portati, di evoluzione in evoluzione, sempre più in alto verso la purezza e la verità. Insomma nel sole». Ma nessuno, nemmeno Rane, avrebbe potuto immaginarsi che, rifacendosi al testo biblico sulla fine dei secoli, i seguaci del Tempio del sole avrebbero deciso di purificarsi con il fuoco, in vista dell'imminente fine del mondo. Donata Belossi Lue Jouret, il «messia» della setta |FOTO ANSA-EPA-AFP|

Luoghi citati: Ginevra, Italia, Svizzera, Vaud