Craxi la pista d'oro c'è

Dopo le rivelazioni di Tradati prima scoperta a Ginevra Dopo le rivelazioni di Tradati prima scoperta a Ginevra Craxi, la pista (Foro c'è Rintracciati 15 chili di lingotti GINEVRA. Nel caso-Enimont spuntano anche quindici chilogrammi d'oro. Valore: 300 milioni di lire. Li ha sequestrati in Svizzera il giudice istruttore ginevrino Jean-Louis Crochet, che si è tuttavia rifiutato di precisare la provenienza del malloppo. Di certo, c'è solo che - lo scorso anno - la magistratura italiana aveva chiesto assistenza alla Svizzera, nell'ambito dell'inchiesta sullo scandalo dei fondi neri Enimont. E che il giudice elvetico sta cercando di scoprire il vero titolare della società panamense «International Gold Coast», proprio quella di cui Giorgio Tradati, amico d'infanzia e stretto collaboratore dell'ex presidente del Consiglio italiano Bettino Craxi, ha dichiarato di amministrare i beni. Della «International Gold» ha parlato Tradati, nel corso della sua deposizione al processo Enimont, dove è stato sentito nella veste di «testimone indagato per reato connesso» e nel corso della quale ha ammesso di aver gestito per conto dell'ex segretario del psi due conti in Svizzera sui quali sarebbero stati depositati circa trenta miliardi. Un primo conto sarebbe stato aperto alla Sbs di Chiasso; Tradati lo avrebbe intestato a una società panamense, la «Constellation financiaire», rappresentata da un'u- nica azione, per poi trasferirlo a Bettino Craxi in Italia. Di quel conto Tradati sarebbe rimasto procuratore speciale. Alcuni anni dopo, quando sul conto di Chiasso si sarebbero accumulati quasi 15 miliardi, Tradati avrebbe deciso di aprire un altro conto a Ginevra con la collaborazione di un funzionario della American Express, Ugo Cimenti. Il conto sarebbe stato intestato alla società panamense «International Gold» e anche in questo caso l'azione che la rappresentava, sarebbe stata trasferita in italia a Craxi. Secondo il racconto di Tradati, l'avrebbe consegnata all'allora segreta¬ rio amnministrativo del psi Vincenzo Balsamo. Gli accrediti sul conto ginevrino sarebbero avvenuti attraverso un conto di transito, il «Northern holding», sul quale i versamenti destinati al conto di Tradati sarebbero stati indicati con la parola «Grain». Quando, all'inizio del '93, Tradati seppe dai giornali che i giudici di Mani Pulite indagavano sul «Northern Holding», si sarebbe messo in contatto con l'ex leader del psi. Questi, sempre secondo il suo racconto, gli avrebbe detto di svuotare il conto di Ginevra. Ma Tradati si sarebbe opposto. Nella sua deposizione al pro¬ cesso Enimont, Tradati ha anche detto di aver saputo che Cimenti aveva acquistato 15 chilogrammi di oro con fondi di quel conto. Nell'ultima udienza, il pm Antonio Di Pietro ha reso noto di aver ricevuto dall'avvocato di Tradati la documentazione relativa ai movimenti del conto di Ginevra dalla quale risulterebbe l'esistenza di questi 15 chilogrammi di oro. Tradati ha sostenuto, infine, di aver inviato qualche tempo fa sua moglie a chiedere notizie sulla situazione del conto alla Sbs di Chiasso e di aver scoperto che gli era stato revocato l'incarico di procuratore speciale. [r. int.] Il malloppo vale 300 milioni di lire Le indagini elvetiche partite da Enimont L'ultimo mistero porta a Panama Bettino Craxi, ex segretario del partito socialista italiano

Luoghi citati: Enimont, Ginevra, Italia, Panama, Svizzera