L'insostenibile scempio del parco e la reincarnazione di Garibaldi

polemica. Uno storico sotto accusa: ha copiato il celebre libro sulla Rivoluzione francese? lettere AL GIORNALE L'insostenibile scempio del parco e la reincarnazione di Garibaldi Per i posteri natura non solo tecnologia Studentessa di Scienze Naturali e socio Wwf, decido quest'anno di recarmi per le vacanze estive al Parco Nazionale d'Abruzzo, oasi naturalistica di grande importanza a cui molte associazioni ambientalistiche dedicano i loro sforzi. Alla partenza l'entusiasmo è notevole e altrettante sono le aspettative ma, giunta sul posto, la delusione e la rabbia cominciano a prendere il sopravvento. Villetta Barrea, primo centro turistico cui arrivo, è un'orda di traffico e sporcizia e la situazione peggiora notevolmente alla Camosciara, una piazzola nel cuore del Parco da cui si dipartono numerosi sentieri: qui automobilisti dal clacson facile e immondizia sparsa ovunque distruggono tutta la poesia e la bellezza del luogo. E il campeggio si rivela un vero disastro: l'acqua dei bagni non è potabile (l'acquedotto è inquinato) e turisti incivili deturpano indisturbati quel poco di verde che c'è. Dopo solo un giorno abbandono esasperata tali scempi e mi dirigo verso Barrea; la strada che costeggia i) Lago di Barrea è anch'essa un lungo immondezzaio ma finalmente vedo la sporcizia diradarsi e trovo ciò che cercavo: Barrea e Civitella Alfedena, due paesini accoglienti e puliti, e un campeggio, il campeggio Wolf, che sembra essere veramente in armonia con i principi e l'atmosfera che devono vigere in un Parco. Fantastico! Ma la rabbia permane, non posso sopportare lo scempio che ho visto e tanto meno accetto la scusa dell'alta stagione. Sarebbe meglio adottare precauzioni diverse, come limitare il numero di turisti che possono accedere alle strutture del Parco, o introdurre controlli più accurati e sanzioni più severe. Voglio inoltre sottolineare che l'immondizia ai lati delle strade è rimasta «in loco» per tutta la durata del mio soggiorno per cui presumo che anche i servizi di raccolta dei rifiuti non siano tanto efficienti! Io posso comprendere quanto conti il denaro, e quindi il turismo, per la sopravvivenza di un Parco di tale entità ma non trovo accettabile che per questo si permettano ai visitatori azioni che vanno contro l'essenza stessa del luogo! Non credo sia un'utopia pretendere un rispetto maggiore per noi stessi e per le generazioni future alle quali abbiamo il dovere di lasciare non solo progresso tecnologico e cultura ma anche un patrimonio naturale intatto. Roberta Sandrone, Torino Pagine illuminanti e latifondisti suonati Si sente spesso ripetere che Forza Italia è un movimento politico nuovo: sarà poi vero? Chi vuol saperne qualcosa di più vada a leggersi una pagina illuminante, che si trova nel bel volume di Norman Lewis Napoli '44, edito da Adelphi. Lo scrittore inglese, allora giovane ufficiale entrato a Napoli nel 1943 con la Quinta Armata, fa una serie di osservazioni, preziose e illuminanti, alla data del 6 settembre '44. Sostiene che fin da allora esistevano «movimenti» che aspiravano «a restituire alla nazione la sua grandezza», e precisa che ce n'era uno «che si chiama "Forza Italia!" e si sospetta di simpatie neofasciste». Quasi non bastasse, Norman Lewis aggiunge: «I miei contatti a Benevento lo liquidano con disprezzo come l'ennesimo, fanatico movimento di destra appoggiato dai proprietari terrieri e dalla mafia rurale, in questo caso capeggiata da un latifondista suonato che sostiene di essere la reincarnazione di Garibaldi» (p. 209). Arturo Colombo Dipartimento studi politici e sociali Università di Pavia Maria non è un hobby per devoti Naturalmente, ò il metodo il cui copyright qualcuno attribuisce a Joseph Fouché, il volpino di polizia per tutte le stagioni (quello, tra l'altro, di «Cherchez la femme!»): «Datemi un testo di chiunque ed io - tagliando e cucendo in modo acconcio troverò le prove per mandarlo sotto la ghigliottina». Di simile lezione ogni lunedi conferma la validità, con il suo «Parolaio», quel simpatico predatore di frasi perdute che è Pierluigi Battista. Altrettanto naturalmente mi diverto anch'io - come tutti - a leggerlo, persino quando mi tocca essere infilzato dalle sue forbici. Dunque, nessuna lagna (ci mancherebbe!) per l'ultima citazione che mi riguarda, quella del 3 ottobre. Soltanto una risposta a una domanda di Battista. Il quale scrive: «Sul Tempo, Messori (..) anticipa quale sarà la sua prossima fatica: un libro sulla Madonna, "un discorso strategico"». Ed ecco che qui il «parolaio» apre una parentesi, con tanto di punto interrogativo: «Strategico?». Una curiosità giustificata e alla quale non dà risposta, nella sua sommarietà, nemmeno l'intervista cui Battista si è rifatto. Ebbene, ammesso che la cosa possa interessare, non si tratta né di un refuso, né dell'applicazione di schemi alla Von Clausewitz alla mariologia. Bensì, di una convinzione motivata, quale ne sia il valore. Detto il più in breve possibile, in una sorta di sintesi selvaggia: ciò che oggi sembra affliggere la Chiesa è una vera e propria crisi di fede, a ogni livello. Sotto la pressione di una vulgata che considera fanatismo, intolleranza, oscurantismo il credere che non esistono soltanto opinioni ma anche una Verità, molti cristiani tendono a presentare Gesù soltanto come un saggio, un maestro di morale, un umanistapolitically correct. Il Cristo, così, si fa evanescente; da «carne» si fa incorporea «parola». Se questo è il problema, per i credenti la risposta potrebbe essere proprio la riscoperta di quella «radice di carne» che è Maria. Il rifarle posto, nella prospettiva di fede, non è (come cerca di farci credere, oggi, anche una certa intellighenzia clericale) un hobby per devoti, un accessorio per inguaribili sentimentali. Al contrario: riscoprire la mariologia significa ritrovare saldezza per la cristologia, perché significa ritrovare la pienezza della incarnazione, secondo la quale il Verbo non si è fatto né «carta» né «parola», ma «carne». Occorre, cioè, riscoprire che almeno per la fede confessata dal Crede - quello di Maria non è «un utero in affitto» (secondo un'altra espressione appuntata ironicamente da Battista), non è uno strumento del quale ci si è serviti perché non si poteva fare altrimenti se Dio proprio voleva «un figlio nato da donna», bensì un elemento essenziale e perenne di un progetto pensato ab aeterno. E' anche in base a considerazioni di questo tipo che molti Padri della Chiesa hanno definito Maria come «nemica di tutte le eresie». Darle il posto che le spetta è, dunque, per la fede, davvero «strategico». Come - in continuità con la Tradizione, sia cattolica che ortodossa - ben sa il Papa attuale. Il quale non certo per devozionalismo da polacco romantico e sentimentale ha voluto nel suo stemma una grande Emme con il motto «Totus tuus». E' piuttosto incongruo, ovviamente, replicare con un micro-trattato mariano alle intenzioni amichevolmente beffarde di Battista. Ma se l'è voluta, con la sua domanda. Prometto che, se ci saranno prossime volte, saprò abbozzare. Vittorio Messori Rissa sul party del millennio Mancano più di cinque anni, ma è già rissa sul party del millennio. Tre isole del Pacifico si contendono infatti l'onore di essere le prime a celebrare l'alba del 2000 e con essa il nuovo secolo ed il nuovo millennio». Così un grande giornale del Nord. E nella stessa pagina coinvolge Tullio Regge. Ma è possibile che nessuno si accorga che quella che chiamano l'alba del nuovo secolo e del nuovo millennio è invece quella del primo giorno dell'ultimo anno di questo secolo, di questo millennio. Perché 10, 100, 1000 e 2000 sono l'ultimo numero di rispettive serie. Perché non esiste l'anno 0 né Ante Cristo né Anno Domini. Lo stesso errore fu fatto per il 1900. Gustavo Malan, Torre Pellice