Brasile plebiscito per Cardoso

Il fronte moderato (47%) spazza via la sinistra di Lula. Rio manda la prima donna di colore al Senato Il fronte moderato (47%) spazza via la sinistra di Lula. Rio manda la prima donna di colore al Senato Brasile, plebiscito per Cordoso Presidente senza ballottaggio: è la prima volta SAN PAOLO NOSTRO SERVIZIO Lo spoglio ufficiale delle schede è iniziato solo ieri mattina e non terminerà prima di una settimana. Ma è poco più di una formalità. Tutte gli exit polis hanno confermato le previsioni della vigilia: Fernando Henrique Cardoso è il nuovo presidente del Brasile. Per la prima volta nella storia brasiliana, una elezione presidenziale si risolve al primo turno, senza bisogno di un ballottaggio: Cardoso avrebbe raccolto tra il 44 ed il 47% dei voti validi, contro il 24-27% del leader delle sinistra Luis Inacio Lula da Silva e il 16%-18% totale degli altri sei candidati minori in lizza. Complessivamente, Cardoso avrebbe ottenuto tra 5 e 7% in più di tutti i suoi avversari messi insieme, qualcosa come quattro milioni di voti di scarto. Pare certa a Rio anche la prima elezione di una donna di colore al senato: Benedita da Silva, un'infermiera cinquantenne in lizza per l'estrema sinistra, avrebbe quasi dieci punti di vantaggio sul suo diretto rivale. Secondo l'Ibope, il principale istituto di ricerca brasiliano, Cardoso avrebbe ricevuto circa 36 milioni di voti: più dei suffragi raccolti da Fernando Collor nel ballottaggio contro Lula nelle presidenziali del 1989. Una vittoria schiacciante, che non lascia margini a speranze di impossibili miracoli durante lo scrutinio delle urne. E che allo stesso tempo, in un sistema politico presidenzialista come quello brasiliano, crea una legittimità ed un'attesa enormi intorno al nuovo governo che si insedierà a partire dal prossimo primo gennaio. Gli esperti di marketing hanno pochi dubbi sulle ragioni del successo di Cardoso. «A differenza del 1989, quando milioni di persone videro in Collor un "salvatore della patria" fuori dagli schemi della vecchia politica e in Lula una alternativa radicale allo statu quo, questa volta gran parte degli elettori hanno votato senza ideologia e senza passione - sostiene il direttore dell'Ibope, Carlos Augusto Montenegro -, Dopo tutti i problemi e i traumi degli ultimi dieci anni, la gente vuole una cosa sola: stabilità». Le elezioni di lunedi, più che un'occasione di scelta tra i diversi scenari politici possibili, è stata vissuta dalla maggioranza dei brasiliani come un plebiscito sul Plano redi - il piano di stabilizzazione elaborato da Cardoso nei dieci mesi che ha passato alla testa del ministero dell'Economia che ha fatto cadere l'inflazione dal 48% mensile del giugno scorso al 2% di settembre. «La maggioranza di coloro che hanno votato per Cardoso lo ha fatto per cautela, per evitare che le cose cambiassero un'altra volta in modo imprevedibile, come sarebbe potuto accadere se avesse vinto Lula», spiega Maria Tereza Monteiro, una sociologa specializzata in consulenza alle imprese. Per Cardoso, anche grazie al massiccio appoggio della rete televisiva Globo e di gran parte dell'imprenditoria brasiliana, vincere le elezioni potrebbe essere stata la parte più facile. «Un presidente, eletto nel modo in cui lo è stato lui, ha un potere quasi imperiale ha scritto ieri Marcelo Pontes, uno dei più influenti columnist brasiliani -. Ma per quanta forza abbia, non riuscirà a governare da solo: Collor ci ha provato ed è stato deposto. Cardoso dovrà governare con l'appoggio dei suoi alleati». Cioè i politici conservatori e clientelisti del Partido da frente liberal (Pfl) e del Partido trabalhista brasileiro (Ptb), due partiti sorti dalle ceneri della stessa dittatura che costrinse Cardoso all'esilio negli Anni 60. Per ottenere la necessaria maggioranza nel Congresso, il nuovo presidente sarà costretto a scendere a patti con altre forze di centro-destra, che in cambio potrebbero bloccare qualsiasi vera riforma sociale in un Paese che, secondo statistiche Onu, ha la peggior distribuzione del reddito del mondo dopo il Botswana. E nel Congresso, Cardoso dovrà fare i conti con un'opposizione di sinistra che non era mai stata così forte. Secondo gli exit polis, il Partido dos trabahadores (Pt) di Lula dovrebbe riuscire ad eleggere almeno 65 deputati, 4 senatori e 2 o 3 governatori. «Di fatto l'asse politico del Paese si sta spostando verso il centro-sinistra - sostiene un dirigente del Pt -. Purtroppo Cardoso si è alleato con la destra». Gianluca Bevilacqua Una sostenitrice di Lula a Rio saluta mettendo la mano a forma di elle