« E' finita l'epoca degli avventurieri» di Fabio Vergnano

« E' finita l'epoca degli avventurieri» « E' finita l'epoca degli avventurieri» Bulgarelli: solo manager esperti possono salvarci L'EX CAMPIONE ALL'ATTACCO ON c'è stupore fra gli addetti ai lavori di fronte al blitz della Finanza. Nessuno se la sente di scendere in campo al fianco di dirigenti ormai sempre più disinvolti nel gestire le società calcistiche. Giacomo Bulgarelli, ex grande centrocampista del Bologna e della Nazionale, oggi affermato commentatore televisivo (il numero uno secondo il parere dell'avvocato Agnelli) esordisce con una certezza: «I tempi erano maturi per accelerare il rinnovamento e per applicare anche nel mondo del calcio il massimo rigore». Insomma, non sembra affatto meravigliato. «E come potrei. Non posso dire che la notizia mi lasci indifferente, ma ritengo che controlli di questo tipo siano sacrosanti. Se c'è del marcio, e non ho ragioni per credere che non debbano esserci davvero delle irregolarità, è giusto che venga a galla. Certo sono brutti momenti, è difficile fare l'abitudi- ne a certe scene viste in tv». Il calcio è da tempo nel mirino dei politici. Le sembra una congiura? «No, non vedo perché ci debbano essere riguardi particolari per il calcio che va trattato alla stessa stregua di altre imprese. Io sono sicuro che molte società non abbiano nulla da temere e che al termine di questi controlli fiscali usciranno pulite. Ma, ripeto, ò ora che qualcuno paghi. Non è uno scandalo e purtroppo non 6 neppure una novità che si debbano commentare certi avvenimenti». Ma quali sono le colpe dei nuovi Signori del pallone? «Chiamiamoli pure Signori, per me ci sono in giro tanti avventurieri. Ai miei tempi c'erano grandi presidenti, oggi entrano nel calcio personaggi dalla dubbia moralità. Così molti fanno il passo più lungo della gamba e portano i propri club sull'orlo del fallimento senza sapere cosa sia un'amministrazione oculata». Cosa dovrebbe cambiare? «Ci vuole maggior trasparenza e chiarezza per quel che riguarda i bilanci. Insomma, non bisogna più incorrere negli errori del recente passato». Intanto i presidenti continuano nelle loro allegre follie. Giocatori strapagati, contratti miliardari. «Ho letto la denuncia dell'avvocato Agnelli. E' giusto che si ridimensionino certi ingaggi. Ci sono ancora spese astronomiche che portano inevitabilmente ad un indebolimento finanziario. E poi qualche dirigente cerca di fare il furbo e riequilibra la situazione con metodi poco ortodossi. Mi pare che nel caso della Juventus, già quest'anno si sia cercato di raddrizzare i bilanci con una campagna acquisti avveduta. L'Avvocato ha riconosciuto che sono stati commessi degli errori. Non è da tutti fare certe ammissioni». Già, i tagli vanno bene, ma poi i tifosi chi li sente? «Lo so, le esigenze della piazza sono difficili da far collimare con quelle di bilancio. Ritornando alla Juve, la cessione di Dino Baggio al Parma è stata fatta senza preoccuparsi della piazza. E poi. pure ai miei tempi se volevi Suarez lo compravi e te ne fregavi. Ma indubbiamente non c'era l'esasperazione odierna». Quindi la realtà degli Anni Sessanta era molto diversa da quella attuale? «Innanzitutto le società calcistiche non erano delle spa. Soltanto dopo il '66, e non mi ricordi ancora una volta la Corea, cambiarono-il loro status giuridico. Ma soprattutto, in quell'epoca nacque il sindacato calciatori. Non lo dico perché da quel momento i giocatori ebbero maggior sostegno per condurre la battaglia del grano, ma perché ci sentimmo finalmente più protetti dal punto di vista previdenziale». Fabio Vergnano «Il marcio esiste davvero non bisogna gridare allo scandalo» A sinistra Giacomo Bulgarelli. A destra Sergio Campana del sindacato dei calciatori

Persone citate: Agnelli, Bulgarelli, Dino Baggio, Giacomo Bulgarelli, Sergio Campana, Suarez