La Finanza marca i signori del calcio di Marco Ansaldo
Blitz nelle sedi per sequestrare documenti dopo la denuncia del presidente del Modena Blitz nelle sedi per sequestrare documenti dopo la denuncia del presidente del Modena La Finanza marca i signori del calcio Irregolarità nei bilanci, nel mirino 54 società diAeB ROMA DAL NOSTRO INVIATO " C'è chi era stato avvisato per tempo e si è potuto preparare: «Tenete a disposizione i libri contabili che veniamo a prenderli». E chi, come a Reggio Emilia, ha visto arrivare all'improvviso la Guardia di Finanza che ha chiuso le porte, spostato il fax e le fotocopiatrici e ha cominciato l'ispezione intimando agli impiegati di non lasciare l'ufficio. Che sia stata usata la linea soft o quella dura, lo choc è stato comunque forte per le 34 società di calcio coinvolte nel blitz della Procura della Repubblica di Roma nel martedì nero del pallone. E questo sebbene rispetto all'80, quando le camionette della polizia entrarono negli stadi e furono arrestati i protagonisti dello scandalo scommesse, l'azione non abbia portato ad arresti. Né, pensiamo, vi porterà in futuro, anche se qualche dirigente finirà nel registro degli indagati, dove già compare il presidente federale Matarrese per abuso d'ufficio. Nel calderone sono finiti tutti i club di A e B, con l'eccezione di Piacenza, Chievo, Lucchese e Vicenza. Nella richiesta del sostituto procuratore Gloria Attanasio non compare neppure il Genoa. Ma la società ligure rientra nell'inchiesta avviata dopo la denuncia e la testimonianza resa ai giudici di Milano e di Roma dall'ex presidente del Modena, Francesco Farina. Farina sostiene infatti che la Federazione (e la Lega) hanno omesso un controllo sui bilanci dei club al 30 giugno '92 e al 30 giugno '93. In qualche caso il mancato pagamento dell'Irpef e dei contributi avrebbe dovuto sconsigliare l'iscrizione delle squadre ai campionati: «Penso che siano almeno una decina le società non in regola - ha detto il dirigente emiliano - e che tra i mancati pagamenti, le penali e gli interessi il debito verso lo Stato ammonti a un centinaio di miliardi. Su tutto questo il presi¬ dente federale Matarrese non ha svolto il controllo che doveva. Adesso ci pensi la magistratura». Che ha mandato la Guardia di Finanza a sequestrare le carte nelle varie società, compresi i libri paga, anche per accertare eventuali prestazioni in nero. Ma è possibile che il fenomeno coinvolga quasi il cento per cento del calcio d'elite? L'impressione è che si farà una bella scrematura. Probabilmente il magistrato romano è stato tratto in inganno da un passaggio della denuncia di Farina nel quale si parla di 34 società che non avevano tutti i requisiti per l'iscrizione ai campionati: ma nella maggioranza dei casi per questioni banali come il non aver prodotto l'agibilità dello stadio, oppure la quietanza liberatoria con cui i tesserati dichiarano di non avere pendenze economiche con il club. Quest'ultimo è il caso della Juventus. «A fino luglio aveva giocatori in ferie, Baggio in Argentina, Trapattoni a Monaco: non era nella condizione di ottenere le loro firme, che poi, come per altre società, sono sta¬ te apposte», ha spiegato il presidente della Lega Nizzola. Fuori regola con il fisco sono in pochi. Nel suo esposto-denuncia Farina chiede di indagare sulla posizione di alcuni club tra cui il Napoli, il Palermo, l'Acireale. Per il Torino (e il Pisa, ormai fallito) l'indagine si estende anche al campionato '92-'93 e in pratica a tutta la gestione di Borsano e quella di Goveani, cosa che non sconvolge i dirigenti granata abituati da due anni ad avere la Finanza nei loro uffici. Le carte sequestrate affluiranno a Roma. «Mi sono rivolto alla magistratura - ha chiarito Farina - soltanto quando ho visto che la Federazione e il Coni non rispondevano alla mia denuncia. Se poi ci finisce di mezzo qualche presidente di società, pazienza: io che nel Modena tenevo tutto in regola sono stato danneggiato dalla loro slealtà e sono retrocesso in C». Farina, non è che lei vuole vendicare suo padre, Giussy, il presidente del Milan che proprio per le irregolarità sull'Irpef venne condannato e fallì? «Non cerco vendette. Però nell'86 la Federazione usò un altro metro. Mio padre pagò i suoi errori. Ma se altri hanno sbagliato perché devono cavarsela?». La notizia del maxiblitz durato fino al tardo pomeriggio (al Milan la raccolta dei documenti si è conclusa solo dopo le 16) ha colto i vertici del calcio mentre erano impegnati in un convegno all'Eur. «Una nuova costituzione per il calcio», era il tema. Niente di più puntuale dopo i dissesti e le inchieste delle quali il blitz di ieri non è che l'ultimo episodio. «Siamo amareggiati ha commentato Nizzola - ma non è un male essere messi di fronte all'evidenza che non si può più sgarrare. Il calcio non è più intoccabile, deve seguire criteri di rigida amministrazione. Lo dico da anni ai presidenti, non sempre ascoltato. I giudici li persuaderanno più di me». Marco Ansaldo
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