Dal Quirinale tempesta sul governo di Alberto Rapisarda

Lettera del Capo dello Stato alla presidente della Camera. Berlusconi replica: era informato. Oggi super-vertice Lettera del Capo dello Stato alla presidente della Camera. Berlusconi replica: era informato. Oggi super-vertice Dal Quirinale tempesta sul governo Scalfaro: ho avuto solo 15 minuti per leggere la Finanziaria ROMA. Il brontolio di tuono che scendeva da giorni dal Quirinale 6 diventato ieri una tempesta che ha investito con violenza il presidente del Consiglio Berlusconi scuotendo seriamente la credibilità del governo. E' stata la legge finanziaria che ha fatto esplodere la tensione tra istituzioni in un modo che non ha assolutamente precedenti. Il presidente della Repubblica Scalfaro ha accusato il governo, con una lettera inviata alla presidente della Camera Pivetti e letta ieri in aula, di avergli inviato per la firma la legge finanziaria appena 15 minuti prima del termine previsto dalla legge, impedendo così un approfondito esame delle 400 pagine di testo. Il Capo dello Stato ha voluto far sapere a tutti che l'ha firmata solo per non provocare altri terremoti sui mercati finanziari «che forse non hanno ancora smaltito i gravi postumi delle dannose sortite consumate durante i mesi estivi». Linguaggio durissimo di critica all'operato del governo, che viene accompagnato dall'invito alla presidente Pivetti a vigilare sui provvedimenti che debbono stare nella finanziaria e su quelli che debbono starne fuori (riforma delle pensioni). E sembra quasi che il governo venga messo sotto la tutela della Pivetti. Scalfaro scrive che ha ricevuto la legge finanziaria da firmare «in limine» e di conseguenza «si è di fatto sottratto al Capo dello Stato l'esercizio del potere di controllo di legittimità che gli compete in virtù delle norme costituzionali». Le 400 pagine della Finanziaria sono state consegnate a Scalfaro alle ore 23,45 del 30 settembre, come fa rilevare la lettera. Appena 15 minuti prima della mezzanotte, termine massimo previsto dalla legge per l'apposizione della firma. Scalfaro precisa che qualcosa ha fatto in tempo a correggere nei giorni precedenti: ha bloccato l'aumento del canone di concessione per la Rai (che non era segui¬ to da eguale aumento per la Fininvest) e ha fatto trasferire in un autonomo disegno di legge la delega per la riforma pensionistica. Il governo, tramite il portavoce Giuliano Ferrara, ha ribattuto per tutta la giornata puntigliosamente sostenendo che pure il governo Amato arrivò in ritardo all'appuntamento col Quirinale, e allora non ci fu scandalo. Così si è innescato un duello inusuale ed anche imbarazzante per i toni assai aspri usati da parto del portavoce di Palazzo Chigi che, di fatto, accusa Scalfaro di essersi fatto guidare dal «capriccio e dall'arbitrio». Il precedente di Amato rende «un po' ridondante un eccesso di critica verso l'attuale finanziaria». La risposta del Quirinale è stata che Amato, assieme al ministro Barucci, avevano portato la bozza della finanziaria a Scalfaro già il 29 settembre, come risulta dai comunicati stampa dell'epoca. A sera, a chiusura del botta e risposta di comunicati e dichiarazioni tra Quirinale e Palazzo Chigi, è intervenuto di persona lo stesso presidente del Consiglio per dire a Scalfaro: tu sapevi. «Avevamo parlato degli aspetti della manovra con tutti, erano stati sui giornali. Credo che il Capo dello Stato svolga il suo ruolo e richieda i suoi tempi ma la finanziaria è stato un parto difficilissimo. Mi ero recato più volte dal Presidente della Repubblica in queste settimane. Ab- biamo parlato di quanto si stava facendo per la finanziaria e quali erano i concetti informatori. Insomma, credo che tutto si sia svolto in maniera positiva». Berlusconi nega che ci sia tensione col Capo dello Stato: «Io sono rilassato e, nonostante i desideri dei mici oppositori, sono un'istituzione. Non prendo la camomilla». In realtà si ha l'impressione che qualcosa di grosso vada addensandosi sulla scena politica. E l'improvvisa ripresa di «visibilità» del Presidente della Repubblica sembra come un segnale di allarme, un prepararsi ad ogni eventualità. Ed emerge prepotente, in questo quadro, l'intesa che coito tra Scalfaro e la presidente della Camera, Irene Pivetti. Oggi sarà la giornata del chiarimento. Scalfaro ha convocato por lo 19 al Quirinale (ma non c'è ancora l'annuncio ufficiale) un supervortice con i presidenti delle Camere Scognamiglio e Pivetti e il presidente del Consiglio Berlusconi. Il ministro Ferrara ha sostenuto tenacemente che si parlerà unicamente del modo di arginare l'eccesso di decreti, ma dal Quirinale fanno capire che si parlerà «di decreti e di tante altre cose». All'ordine del giorno della riunione dovrebbe esserci, oltre al problema decreti, anche la relazione dei tre saggi che imporrebbe a Berlusconi di vendere alcune delle sue tv, il disegno di legge antitrust preannunziato dalla Lega (che riguarda sempre Berlusconi), i progetti federalisti, la legge finanziaria. Alberto Rapisarda AMATO 30 SETTEMBRE 92 NELLA NOTTE SCALFARO ERA TENUTO AL CORRENTE DEI CAMBIAMENTI INCORSO BERLUSCONI 30 SETTEMBRE 94 ORE 23.43 CIAMPI 3 SETTEMBRE 93

Luoghi citati: Ferrara, Roma