Berlusconi: giudici accaniti contro la Fininvest

^ Il premier: «C'è un uso distorto della giustizia, basta con i modi da prima Repubblica» Il premier: «C'è un uso distorto della giustizia, basta con i modi da prima Repubblica» Berlusconi: giudici accaniti contro la Fininvest Milano, ilpg bacchetta il pool MILANO. «Quello che succede è sotto gli occhi di tutti. Un accanimento come quello che si sta producendo nei confronti di un gruppo non credo sia casuale, e solo chi è in malafede ritiene che lo sia: c'è un uso della giustizia per fini distorti e questo è difficile se non impossibile da confutare». Così Silvio Berlusconi, dopo una giornata di polemiche sulle «fantasie» di Buttiglione che aveva denunciato l'utilizzo di Di Pietro da parte di An. Si dice tranquillo, il Presidente: «Sono rilassato nonostante i desideri dei miei oppositori. Mi sento benissimo e non prendo la camomilla». Ma intanto a polemica si aggiunge polemica. A nome dei magistrati contrattacca Elena Paciotti, presidente di Anni. Risponde: «Se Berlusconi ha voluto dire che da parte dei giudici si vogliono conseguire scopi diversi da quelli della giustizia a questo punto ha il dovere di uscire dal generico». Chiede, Elena Paciotti: «Berlusconi indichi chi, come, quando e perché, tra i magistrati, persegua un uso della giustizia per fini distorti. Se invece si riferisce a possibili strumentalizzazioni dell'operato dei giudici da parte di forze politiche, allora si tratta di un dibattito tutto politico». Si arroventa il clima attorno al lavoro di Di Pietro e degli altri magistrati del pool. E dopo le accuse di Vittorio Sgrqj - «ci sono giudici intoccabili» - sembra scendere in campo anche il procuratore generale di Milano Giulio Catelani. Anche lui ha qualcosa da imputare a Borrelli, Di Pietro e agli altri? Non risponde (per ora) Catelani. Preferisce buttarla sul calcio, sulla Fiorentina tanto amata. Non vuole dire nulla di una lettera che fa le pulci al pool, inviata al ministro Biondi e al Csm: «Io sono contrario alle invasioni di campo», dice. Qualcosa però filtra. Si sa che quella di Catelani è una relazione sullo «stato del palazzo di giustizia». Si sa che abitualmente il procuratore generale tiene informati via Arenula e Palazzo dei Marescialli. Ma adesso c'è di più. Conferma, dottor Catelani? E lui risponde, seduto dietro alla scrivania di noce: «Ma che relazione e relazione. C'è tutta una corrispondenza dal caso Carra ad oggi...». Si tratta di Enzo Carra, ex portavoce di Arnaldo Forlani, arrestato per false dichiarazioni al pubblico ministero (Di Pietro) e trascinato in manette davanti alle tv. Allora fu- rono polemiche feroci. Su Carra il primo «rapporto». E l'ultimo? «Se, sottolineo se, ci fosse una corrispondenza (sui magistrati del pool, ndr) sarebbe coperta dal segreto istruttorio», taglia corto. E invita: «Andate comunque a chiederlo ai destinatari». Inutile chie- dere se di mezzo non ci siano pure le due richieste di archiviazione su Marcello Stefanini del pds presentate dal pool al giudice per le indagini preliminari ed entrambe respinte. Da manuale la sua risposta alla domanda: qual è la sua opinione sui magistrati del pool? Hanno forse esagerato, come dice qualcuno? «Il procuratore generale non esprime mai opinioni o valutazioni, riferisce», dice. Piace a Giulio Catelani questo gioco del dire e non dire. Fa una pausa, e poi spara l'annuncio ad effetto: «E poi aspettate che esca "Panorama". Io non taglio l'erba sotto ai piedi». Alla rivista del gruppo Mondadori Catelani ha concesso un'intervista con pensieri, valutazioni e critiche, soprattutto critiche, sui magistrati del pool, procuratore capo Borrelli in testa. Catelani si accende, e dice tutto ciò che pensa solo quando si torna a parlare di calcio. In crescendo: «La Fiorentina è a 8 punti. Batistuta ha fatto 6 gol in 5 partite. Siamo ancora in zona Uefa». In serata, al «Funari news» il ministro della Giustizia Biondi ha risposto a chi gli chiedeva di antici¬ pare qualcosa del contenuto della relazione del procuratore generale di Milano: «I segreti li rispetto». La relazione, che il ministro ha detto peraltro di non aver ancora ricevuto, è stata richiesta dallo stesso ministero, secondo quanto si apprende da fonti ministeriali, dopo le diverse denunce, dichiarazioni ed interrogazioni parlamentari sul lavoro del pool di Di Pietro, ed in particolare quelle in cui si ipotizzano prevaricazioni del diritto alla difesa. Fabio Potetti ^ Giulio Catelani, procuratore generale di Milano

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