Nel regno dei teppisti

La zona dell'ex Foro Boario è invivibile: la sera se ne impadroniscono le bande La zona dell'ex Foro Boario è invivibile: la sera se ne impadroniscono le bande Nel regno dei teppisti Pinerolo, così muore un quartiere C'era una volta un mulino. C'erano una fonderia industriale, il mercato del bestiame e il macello civico. E anche una fila ininterrotta di case, tutte abitate. C'era una volta un quartiere vivo che si affacciava su piazza Foro Boario, a Pinerolo. Sono bastati quattro anni per far piombare tutto nella desolazione più completa. Adesso, qui, a due passi dal centro, sembra di essere nel Bronx. Case ridotte a ruderi e ortiche dovunque, stabilimenti industriali smantellati, lamiere arrugginite, recinzioni divelte, un mercato coperto per la contrattazione del bestiame con i muri squarciati quasi fossero stati presi a cannonate, un mattatoio pubblico che serviva tutto il circondario fino alla fine degli Anni 80, quando venne inchiodato dallo stop della burocrazia sanitaria: morte per «inadeguatezza alle norme igieniche». Ora è in rovina, con i muri coperti di scritte, anch'esse squallide e prive di colore. La cosa più in ordine è un impiantino trita-immondizia celato da una siepe. Caso forse unico in città, piazza Foro Boario è senza strisce di suddivisione per il parcheggio. Non servono. In zona c'è un unico esercizio commerciale, una tabaccheria, e le auto passano oltre, velocemente. «Io stesso la chiamo "zona del silenzio"», concorda l'assessore comunale ai Lavori Pubblici, Gino Camurati. Nel bel mezzo, tra la piazza e le vie Vigone, Costa e Carutti, una casa popolare costruita nel 1969. La abitano 16 famiglie, assediate dallo squallore. E con tanta paura. «Di notte non si esce, è un territorio in mano a bande che scorrazzano e rubano. Perfino l'illuminazione è scarsa», dice Nicola Polzella. Ancora: «Di vigili urbani, poi, neppure l'ombra, di giorno e di notte». Che cosa risponde il Comune? «Con neanche 20 addetti su un organico previsto in 43 unità, si può fare ben poco», recita, ormai da un anno, Marcello Ughetto, assessore alla Polizia Urbana. «Qui intomo c'è un patrimonio che va in malora», insistono i residenti. Il degrado è sotto gli occhi di tutti, ma è stato così repentino che la città quasi non s'è accorta della scomparsa di un quartiere attivo e vivace fino a poco tempo fa. C'era l'andirivieni di camion che entravano col grano nel mulino e uscivano con la farina, gli operai della fonderia Beloit (le ciminiere hanno smesso di fumare nel '92), gli allevatori e molti dei 120 macellai della zona, che adesso vagano altrove, da un mattatoio all'altro. Con enorme disagio. Nella ventina di Comuni facenti capo all'Ussl pinerolese si macellavano, secondo il servizio veterinario, 14 mila bovini l'anno e quasi 60 mila suini. «E' morta una zona di servizi», commenta l'assessore Camurati. E conclude: «Il cambiamento della destinazione d'uso dell'area sta andando per le lunghe perché segue la non facile storia del nuovo piano regolatore. L'intenzione del Comune è quella di trasformare in residenziale la superficie del macello e metterla in vendita». Altri edifici privati, invece, prima o poi potrebbero fare parte di strutture da recuperare e ritrovarsi al centro di un rilancio edilizio. E' il caso dell'ex mulino Blanc, che dovrebbe trasformarsi in complesso residenziale e commerciale. Un altro negozio in una palazzina di tre piani sulla superficie dell'edificio abbattuto in via Vigone. Sui circa 5 mila metri quadrati ora occupati dal macello civico potrebbero sorgere un'ottantina di alloggi o uffici. Angelo Taverna Tra gli edifìci fatiscenti c'è un solo negozio, una tabaccheria Con la chiusura delle fabbriche l'area si è trasformata in una distesa di ruderi L'assessore Gino Carmi rati: «Intendiamo modificare la destinazione di quei terreni, diventeranno residenziali»

Persone citate: Angelo Taverna, Blanc, Camurati, Gino Camurati, Gino Carmi, Marcello Ughetto, Nicola Polzella

Luoghi citati: Boario, Pinerolo