Giunta sul banco degli imputati di Luciano Borghesan
Giunta sul banco degli imputati Giunta sul banco degli imputati Le opposizioni: «Castellani si dimetta» LO SCONTRO IN SALA ROSSA ASSEDIATO da un migliaio di genitori e di bambini. Non poteva cominciare peggio il Consiglio comunale sul disservizio nelle mense scolastiche. Ma era uno scenario che rispecchiava dieci giorni di proteste: dal venerdì dell'intossicazione (23 settembre) al mercoledì dei pasti saltati per la revoca dell'appalto alla Food 8- Beverage e all'Europast, a ieri con le cucine di quattro ditte semiparalizzate dalla visita dei Nas e con i bimbi, di nuovo, a stomaco vuoto. Per la giunta una seduta sul banco degli imputati. E non è servita un granché la difesa d'ufficio rappresentata da un ordine del giorno firmato dai tre capigruppo della maggioranza. «Una presa di posizione inopportuna», l'ha definita Tartaglia della Rete, che lo stesso Castellani ha chiesto di ritirare. Il leghista Molino a quel punto ha chiesto di votare per mostrare ai genitori «quanto questa maggioranza sia arrogante». Il sindaco non ha raccolto e, poco prima di mezzanotte, il documento è stato ritirato. Ma ecco la cronaca di un lunedì ancora pieno di polemiche, questa volta di fronte al pubblico della Sala Rossa: attacchi da destra e da sinistra alla giunta. E, per la prima volta da quando Castellani è alla guida di Palazzo Civico, un invito «politico» ad andarsene. Alleanza nazionale ha suggerito al sindaco di dimettersi, non poteva far altro: la sfiducia, per legge, deve essere presentata 10 giorni prima del dibattito e firmata da due terzi dei consiglieri. La Lega ha chiesto un segnale forte: via gli assessori all'economato Donna e all'istruzione Perone. Il voto delle opposizioni non è però bastato. Il nuovo sistema tutela chi ha vinto le elezioni: in caso di «abbandono» del sindaco si torna alle urne. Così non sarà. Ma gli argomenti delle minoranze sull'inefficienza dell'amministrazione hanno trovato punti comuni con le critiche esposte dal presidente della commissione d'indagine, Domenico Carpanini. Critiche sviluppate anche dai pds e verdi che appoggiano il sindaco. Perplessa alleanza per Torino, che ha scelto il silenzio in aula, con la defezione al momento del voto di alcuni consiglieri, tra cui l'ex sindaco Giovanna Cattaneo. Assente il consigliere Beppe Lodi. Quasi tutti concordi invece sulla relazione del presidente del Consiglio comunale Carpanini. Drastiche le considerazioni della commissione sull'apparato e sui metodi esistenti. E' insufficiente l'organico che governa questo set tore: è composto da un solo diri gente, un solo quadro e cinque dietiste, con 45 collaboratori (di cui 16 salariati). E' insufficiente l'identificazione dei requisiti richiesti alle imprese per essere invitate alla gara d'appalto. Non è prevista la possibilità di verificare l'autonomia dei centri di cottura. Non viene richiesto nulla per garantire la qualità delle forniture, neppure come autocontrollo. Non c'è la possibilità di escludere i fornitori dalla partecipazione alla gara, visto che viene lasciata a una mera autodichiarazione. Non vengono fissati parametri per l'utilizzo del personale. Non sono stabiliti meccanismi di controllo chimico-merceologico alla fonte. Mancano criteri obiettivi di analisi dei costi per definire il prezzo-base. I menù non sono confezionati in modo scientifico. Ininfluenti le penalità indicate in caso di cattiva qualità del servizio. E' tutto da rivedere. La commissione chiede soluzioni radicali e indica alcune proposte che il sindaco, ieri, nell'introdurre il dibattito, ha fatto proprie. Dopo aver ribadito che la Città si costituirà parte civile in caso di procedimento a carico di chi ha provocato l'intossicazione di 255 bambini e 22 insegnanti, Castellani ha detto che «l'amministrazione comunale non ha cultura e capacità per verificare i costi dei servizi», che «la macchina è inadeguata», che «i controlli devono mirare a garantire la qualità, non solo sanzioni». Il sindaco si è rivolto alle famiglie: «Noi già lavoriamo per la riorganizzazione dell'apparato, ma dobbiamo anche creare un'azione cooperati1 n di controllo. Il cammino richiede tempo». Tra le soluzioni indicate dalla commissione e dalla maggioranza per l'immediato figurano quelle di servirsi di laboratori specializzati per il controllo della qualità (con esperti della Camera di Commercio), di formare le econome a compiti di vigilanza, di istituire referenti territoriali al controllo. Ma alle opposizioni questo esame di coscienza sviluppato a nome del Comune non è bastato. Hanno accusato la giunta di essere rimasta sorda alle preoccupazioni dei genitori sul rapporto prezziqualità del cibo, di non aver sospeso la gara d'appalto di fronte a ribassi del 30%, di non aver saputo affrontare l'emergenza. Un tiro incrociato sugli assessori da parte di Rifondazione (con Ferrerò), la Lega (con Molino), An (con Ghigna), la Rete (con Tartaglia), alleanza verde. Meno polemici i popolari Chiavarino, Battuello, il Ccd Vietti, l'indipendente Zanetti. Hanno chiesto di saper correggere subito gli errori compiuti. Si cambino pure i meccanismi, ma l'ordinaria gestione va garantita. Luciano Borghesan Giuseppe Sangiorgio * I sindaco Valentino Castellani Genitori e bambini hanno * protestato davanti al Comune con striscioni e cartelli, il traffico è rimasto bloccato fino a quando una delegazione non è stata ricevuta dagli assessori
Luoghi citati: Torino
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