Treviso, solito enigma di Giorgio Viberti

Treviso, solito enigma Basket: Benetton, tre ko in quattro turni Treviso, solito enigma Ancora il malessere post-scudetto Treviso è già in crisi? Pare di sì, almeno a giudicare dai risultati della Benetton: 3 sconfitte (2 in casa) su 4 turni e solo il 9° posto in Al per una squadra che non trova un'identità malgrado sia reduce - ancora una volta - da una campagna acquisti non certo al risparmio. In estate sono arrivati l'ex pesarese Gracis, l'esperto americano Barlow, l'ottimo play macedone Naumoski e, soprattutto, Mike D'Antoni in panchina, chiamato a rivitalizzare 'Acciughino' Pittis che l'anno prima era stato prelevato da Milano a suon di miliardi. Eppure Treviso ancora non convince. La Benetton può sicuramente invocare qualche attenuante: le assenze di Iacopini e Rusconi, le difficoltà di ambientamento di Naumoski, magari anche la sfortuna (tre sconfitte con 6 punti di scarto complessivo), ma sorge il dubbio che a Treviso non sia facile ottenere grandi risultati. Ne sanno qualcosa allenatori come Skansi (cacciato due anni fa dopo mille polemiche pur avendo vinto uno scudetto e una Coppa Italia) o Frates (congedato l'estate scorsa dopo appena una stagione), ma anche ottimi giocatori stranieri che nella Benetton hanno smarrito l'ispirazione: Mannion (che era stato leader per 4 anni a Cantù), Garland (tornato nella Nba con un contratto biennale a Phoenix), Addi- son (che fu grande a Livorno ed ha appena firmato un triennale con Detroit), Teagle, Corchiani. D'Antoni, la Benetton è un'eterna incompiuta? «Non mi sembra. Abbiamo qualche problema da risolvere, ma chi non lo avrebbe senza giocatori come Iacopini e Rusconi?». Ma proprio Rusconi, con 0/9 nei liberi e 3/10 al tiro, fu tra i responsabili del ko casalingo all'esordio contro Reggio Calabria. Dunque anche con lui in campo i conti non tornano. «Anche quando ha giocato, Stefano non è mai stato al meglio. A Pistoia, dove pure abbiamo vinto, addirittura non stava in piedi. Tuttavia, pur avendo perso tre partite su quattro, finora abbiamo segnato più punti di quanti ne abbiamo subiti». Ma che cos'hanno Rusconi e Iacopini? E, soprattutto, quando rientreranno? «Stefano ha uno strano virus che lo debilita e gli abbassa il numero delle piastrine nel sangue. Si può allenare, ma da solo, per non contagiare i compagni. Spero che guarisca in fretta. Iacopo sta recuperando dopo l'operazione al ginocchio, ma ci vorranno ancora 2-3 settimane». Non si rischia a puntare troppo su due giocatori? «Cito i fatti: con Rusconi abbiamo vinto in campionato a Pi¬ stoia ed eliminato la Buckler Bologna nei quarti di Coppa Italia». E gli altri? Pittis, per esempio, anche quando gioca bene sbaglia sempre i tiri decisivi, mentre Vianini non sa essere determinante. «Riccardo sta migliorando rispetto all'anno scorso, Ciccio è un buon cambio dei lunghi. Entrambi finora mi sono piaciuti». Anche Naumoski e Barlow vanno a corrente alternata: soffrono come i loro predecessori Mannion e Garland? «Naumoski deve abituarsi al nostro basket. E' un play, quindi l'affiatamento con i compagni è ancora più importante. A Barlow invece stiamo chiedendo troppo: non è una stella, quindi non può fare 30 punti a partita. Deve farsi sentire a rimbalzo e in difesa, e ci sta riuscendo». I soli 57 punti segnati a Verona non la preoccupano? «Solo in parte, perché con la squadra al completo le cose sarebbero andate diversamente». Dove può arrivare Treviso? «Milano e Bologna hanno una grande panchina, ma noi non ci sentiamo inferiori. Non ci spaventa lottare per lo scudetto, la Coppa Europa e la Coppa Italia. La città sta reagendo bene e i tifosi ci capiscono. Dateci soltanto un po' di tempo e vedrete». Giorgio Viberti Ma il coach D'Antoni non è preoccupato: «Con il ritorno di Rusconi e Iacopini anche Bologna e Milano dovranno fare i conti con noi» Rusconi (a destra), qui impegnato contro il pivot pesarese Costa