E' già il Toro di Sonetti e cresce

Giorgi al posto di Guerini? Il tecnico granata, elogiato anche da Scala, non fa drammi per il ko di Parma E' già il Toro di Sonetti, e cresce «La mentalità dei giocatori è giusta» Oggi torna Calieri: col nuovo Dunga? BERGAMO. I complimenti di Nevio Scala sono già archiviati. «Mi ha fatto piacere riceverli, a fine partita, da un collega di vertice. Ma a nostro favore ha giocato anche il fattore sorpresa. Sarò più contento quando si parlerà bene di un nuovo Toro già noto, non da scoprire...». Nedo Sonetti è così, molto concreto. Stempera in famiglia, a Bergamo, i residui della rabbia domenicale per un risultato giudicato da tutti gli osservatori troppo pesante per i granata. E' logico, comunque, che si compiaccia per i giudizi positivi sul Toro di Parma. Ma ha già in mente tutto il lavoro che lui e il gruppo hanno davanti, per conoscersi reciprocamente, migliorare, trovare le chiavi giuste per mettere paura, non solo sorprendere. «Siamo andati a Parma per giocare a calcio, riuscendoci. Una bellezza. Non vorrei entusiasmarmi troppo, ma quando cercavamo ancora di attaccare pur essendo sotto di due gol, sentire l'appoggio dei tifosi è stato importante. Hanno anche scandito il mio nome. Li ringrazio, ma questo è il mio lavoro. Basta che sostengano una squadra che saprà crescere». Per presentare il suo Toro («Ma non continuiamo a dividere le epoche, per favore, non scordate chi ha portato avanti la delicatissima fase precampionato»), Nedo Sonetti segue i reparti. Come per esaminare il gruppo è partito dalle basi, da Pastine. Ecco il suo primo bilancio, soddisfazioni e problemi senza peli sulla lingua. «Il portiere mi piace molto, con Lido Vieri ha lavorato bene e si vede. Gli chiederò progressi nei rinvìi di piede, ce la farà sicuramente». Rinfranca il tecnico, la partecipazione dei giocatori all'assetto difensivo: «Chiamiamola zona a cinque, tre marcatori centrali e due esterni con licenza di spingere. Non è una scoperta, sia chiaro, è un mio concetto-base da sempre, una convinzione». Che cosa chiede ai singoli, per applicare questo assetto tattico? «La partecipazione mentale, e già la vedo. Questo è importante. La linea difensiva è la base di un calcio che poggia sul semplicissimo concetto del pressing e del ripartire una volta in possesso di palla. Difesa e centrocampo sulla stessa lunghezza d'onda. Con i tre difensori centrali, far viaggiare gli esterni è più agevole. A Parma, Angioma è stato efficace, ha ricevuto consensi. E Caricola si è mosso bene, arrivando sul fondo. La sostituzione con Tosto? Anche i giovani meritano occa¬ sioni per farsi vedere». In pochi giorni, Sonetti è riuscito a cancellare (con le parole, ma soprattutto con i fatti) la storia delle tre punte. «Pelè valido centrocampista anche a Parma, mi pare. Ha giocato numerosissimi palloni, in tackle gliene hanno portati via ben pochi. Al suo fianco, sia Scienza che Pessotto hanno lavorato moltissimo. Vedo la squadra crescere attorno ad una idea di gioco che piace ai singoli». Portiere, difesa, centrocampo: il suo lavoro è cominciato. Cosa riserva alla manovra offensiva? Al momento pochi tiri, e da lontano... «Le difficoltà esistono, le stiamo già affrontando, ma non nego di aver pensato prima di tutto alla base. Difesa più centrocampo. Adesso l'impegno comune di questi due reparti aiuterà maggiormente gli avanti. Pelè ed i due esterni dovranno qualificare meglio il loro gioco. In parole povere, si deve migliorare globalmente negli assist a Rizzitelli e Silenzi. Non c'è nulla da scoprire, comunque. Il calcio non è un mistero. Se vogliamo, il solo segreto è l'allenamento». Nedo Sonetti crede così tanto, all'allenamento, da non es- sere dispiaciuto dalla sosta per la Nazionale. «Giovedì pomeriggio si giocherà contro la Fossanese (alle 15 a Fossano, in casa dello sponsor Bongioanni, ndr), ma il Toro lo costruiremo tutti insieme a Orbassano, giorno dopo giorno. E' proprio a Orbassano che vedo le risposte pratiche dei giocatori, la loro voglia. Si allena anche la mentalità, faticando. In campo nessuno dovrà permettersi atteggiamenti passivi. Attaccare l'avversario e ripartire sarà il nostro motto. A Parma, nelle occasioni delle loro reti, ci siamo scoperti proprio perché non abbiamo attaccato a tre quarti campo gli avversari che avanzavano palla al piede. Nessun dramma, anche gli errori sono utili. Basta capirli». Parlando di calcio, e di Toro, Nedo Sonetti non guarda l'orologio. «Non vorrei dare l'impressione che tutto sia facile, però. Se nel calcio c'è poco da inventare, c'è sicuramente molto da lottare. La stagione è durissima per noi. Basti pensare alla prossima settimana. A Foggia in Coppa Italia, quindi la Roma al Delle Alpi...». Oggi, intanto, torna Calieri dal Brasile. I tifosi (e magari anche Sonetti) si aspettano il regalo di un nuovo Dunga. E' quanto ha cercato il presidente, infatti. Bruno Perucca Sonetti, a lato, domenica a Parma nella sua partita d'esordio sulla panchina della squadra granata