Vecchie marchette quanto tempo è passato salviamo la privacy

Coppie, single e la bellezza del giornale AL GIORNALE Vecchie marchette, quanto tempo è passato; salviamo la privacy La grande truffa dello Stato Sociale «Nessuno contesta le ragioni della manovra, noi contestiamo i modi. Contestiamo l'iniquità che colpisce una fàscia di lavoratori a cui per decenni si è prospettata una sola vita: il lavoro, i contributi e infine la pensione». Sono le parole riportate da La Stampa quale commento di un sindacalista. Sono parole che colgono i sentimenti di molti lavoratori nella l'ascia fra i 52 ed i 58 anni, di una generazione che ha avuto la «fortuna» di incominciare a lavorare, a volte, ad un'età variabile fra i 15 ed i 18 anni. Questi lavoratori, e forse saranno gli ultimi, si ricordano certamente la «tessera delle marchette» che settimana per settimana attestava il lento accumularsi del gruzzolo per ottenere la pensione. Erano soldi che il lavoratore si vedeva detrarre dalla busta paga e sapeva che il suo salario era basso perché il suo datore di lavoro doveva pagare un'altra quota, ben più alta, per questa stessa pensione oltre ad altri rischi, Tbc, disoccupazione ecc. Per ognuno di questi rischi si avevano le percentuali di contribuzione. Poi venne lo «Stato Sociale», via il libretto delle marchette, unificate le aliquote dei contributi, corresponsione di pensioni «politiche» cioè slegate dall'ammontare dei contributi versati, il tutto in un grande calderone, l'Inps, in cui non si capisce più chi apporta e non preleva nulla, chi preleva ciò che ha apportato, chi preleva ciò che altri hanno apportato. Era chiaro già allora che un sistema concepito per essere in equilibrio se le prestazioni erano correlate con gli apporti sarebbe saltato e che i soldi dati a coloro che non avevano contribuito non orano altro che un furto verso chi aveva contribuito per tutta la vita. I sindacati, e le sinistre in genere, non escluse quelle cattoliche, sono stati i sostenitori ed i propugnatori di questa truffa colossali;. Chiamandola solidarietà sembrava una cosa bella. Se aggiungiamo poi le degenera¬ zioni apportate dal sistema di comperare il consenso elettorale elargendo, anche al di là di quanto, in questo pur scellerato sistema, era lecito, false pensioni di invalidità, false ricostruzioni di posizioni contributive, favorite dalla scomparsa delle famose tessere delle marchette, e l'utilizzo dei soldi che sarebbero dovuti servire per pagare le pensioni per altri scopi, ad esempio comperare immobili per darli in uso semigratuito a qualche (o molti) politici o pagare, a volte profumatamente, centinaia di impiegati non necessari, che non lavorano per l'Inps, ma per il meccanismo dei distacchi, per i sindacati, il quadro si può dire quasi completo. Hanno ragione quindi i lavoratori, che dopo 3 decenni e oltre di contributi, si credevano prossimi alla pensione, di sentirsi derubati, ma i ladri dei loro soldi sono stati molti. E quello che fa più rabbia è che gli organizzatori di questo colossale furto, siano stati quelli che si autodefiniscono, e molti credevano, i difensori dei lavoratori. Non dimentichiamo che gli amministratori dell'Inps sono da molti anni esponenti dei sindacati confederali. Marco Scianca, Torino Inquinamento da nicotina Fra le troppe sostanze inquinanti che ci aggrediscono (dai pesticidi, al traffico stradale, agli scarichi industriali ecc.), sono venuta a conoscenza di una inconsueta fonte erogatrice di maleodorante nicotina su aree agricole adibite ad orticoltura, per trattamenti antiparassitari. Su tali zone la nicotina, alcaloide fortemente tossico che dapprima stimola e poi deprime i gangli del sistema nervoso autonomo in tutto l'organismo, viene «fumigata», quindi depositata sul terreno di coltivazione dei vegetali, ma ovviamente anche respirata da tante persone, allorché il vento spira verso i centri abitati. Anche il solfuro di carbonio, ve- lenoso, volatile, dall'odore intenso e nauseante, può essere impiegato come fumigante insetticida... Ecco allora che molti soggetti sensibili (e specialmente non fumatori) avvertono improvvise ed inspiegabili forti cefalee, con nausee, vomiti, vertigini, sudorazioni anomale, iperpnea, tachi¬ cardia, con rischi anche di convulsioni, aritmie cardiache, o peggio... Sarebbe quindi giusto per i cittadini sapere: 1 ) se le fumigazioni orticole di nicotina (o di sostanze tossiche molto simili) sono legalmente autorizzate; 2) in caso affermativo, quali dosi sono consentite, in rapporto alla estensione delle coltivazioni; 3) quali tipi di controllo vengono veramente effettuati sul territorio; 4) quali percentuali di residui sono ammesse sui prodotti orticoli. Paola B. Riboni Casale Monferrato (Al) Quante lacune nella legge 180 Da molto tempo si trattano temi e questioni che riguardano la «malasanità» a partire dall'igiene degli ospedali, dalle tangenti pagate ai medici, fino ad arrivare ai trapianti illegali degli organi. Non che questi siano problemi da sottovalutare, ma ne esiste uno in particolare di cui nessuno più parla, nessuno se ne occupa eppure per noi che lo subiamo esiste eccome! Mi sto riferendo con precisione alla Legge 180 che riguarda la chiusura delle case di cura o impropriamente dette manicomi. Bene, non so con quale criterio e quali siano state le valutazioni per poter applicare tali decisioni. (Forse hanno fatto di tutta l'erba un fascio?). Il vero problema «della 180» è proprio quello che non esistono strutture alternative dove poter far seguire il malato senza il suo consenso cioè contro la sua volontà. Sottolineo «senza il suo consenso» in quanto la posizione in cui i familiari dei inalati di mente si trovano tuttora, è quella di lasciarli allo sbaraglio: pericolosi anche con se stessi. Infatti secondo questa maledettissima «legge», il malato (con gravi turbe psichiche) può decidere di essere ricoverato oppure no! Ma io dico: «Se una persona non è sana di mente come può dichiararsi tale?». Purtroppo parlo in prima persona perché è da anni ormai che vivo in una situazione del genere. Per poter fare curare un mio familiare dobbiamo lasciarci aggredire, chiamare contemporaneamente l'ambulanza e il 113 affinché constatino di persona ciò che accade; poi se lo ritengono opportuno ricoverano con il T.S.O. (Trattamento Sanitario Operativo) la persona dichiarata maniaco depressivo, schizofrenico, ecc. Il tutto si risolve in 5 o 6 giorni trascorsi presso un re¬ parto di psichiatria di qualunque ospedale della città, dove viene «imbottito» di psicofarmaci e dopo aver firmato le dimissioni è nuovamente fuori a combinare altri danni. Vogliamo allora, salvaguardare la vita degli stessi pazienti e della collettività? Lettera firmata Una tendina ci salverà Oggi c'è il pericolo di sviluppare il razzismo, proprio imponendo la convivenza coatta. Io voglio il paravento in ospedale, anzi la tenda intorno al mio letto come avviene in Inghilterra, anche se la mia vicina è bianca, e quindi anche se è senegalese, senza che per questo mi si possa tacciare di razzismo. Il paravento non è il rifiuto del vicino di letto, ma l'affermazione del diritto alla privacy. Il paravento non è un «gesto aberrante», come afferma il Cardinal Saldarini (che per sé ricorrerebbe ad una stanza super privata), ma è espressione di civiltà. Perché mai i malati, che già sono in difficotà fisica e mentale devono sottostare obbligatoriamente ad una comunanza per giorni e giorni e perfino nell'espletamento delle funzioni fisiologiche più intime? Gli inglesi hanno risolto con una economica tendina che scorre intorno a ciascun letto il problema dell'esigenza alla privacy senza scomodare gli intellettuali, gli psicologi e il Presidente della Repubblica. O forse gli inglesi sono razzisti fra loro o peggio tutti psicotici? Nella lingua italiana non esiste una parola che traduca pienamente il concetto di «privacy», proprio perché la cultura italiana è carente a livello di diritti estetici e personalissimi. Nerina Negrello Consultorio AEDfemminismo Bergamo

Persone citate: Nerina Negrello, Riboni, Saldarini

Luoghi citati: Bergamo, Casale Monferrato, Inghilterra, Torino