L'ascesa di Daria, una ragazza per male a Mosca di Cesare Martinetti

L'ascesa di Daria, una raga2za per male a Mosca Una scalatrice sociale nella nuova Russia racconta le sue esperienze erotico-mondane in un libro, ed è subito successo L'ascesa di Daria, una raga2za per male a Mosca Dagli squallidi convitti universitari alle suite degli alberghi per neoricchi e affaristi MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Da Khabarovsk a Mosca ci sono 9 mila chilometri di Transiberiana; dalla Russia dell'87 a quella di oggi c'è una distanza ancora maggiore; dalle scalatrici sociali di ogni tempo a Daria Aslamova non c'è quasi nessuna differenza, cambiano i simboli, resta la sostanza. Arrivata alla meta di un sano matrimonio con il biznizmen, veletta di tulle e guanti bianchi, Daria e suo marito sono andati a mettersi in posa davanti al McDonald. Una volta usava andare al mausoleo di Lenin. Nella capitale, Daria, c'è arrivata a 17 anni, nell'87, dalla lontana Khabarovsk, dove suo padre era uomo di lettere e di partito, segretario dell'Unione scrittori: «Siamo venute a Mosca per cercare la gloria. Sognavamo il successo. Avevamo l'energia di giovani bestie ambiziose. Abbiamo assaggiato i frutti velenosi di questa città e non potevamo più staccarcene. Eravamo dei lupi, molto diversi dai ragazzi e dalle ragazze moscovite. Eravamo tutte povere e belle, sognavamo la residenza a Mosca, la gloria e un matrimonio vantaggioso». Un'odissea di sette anni, dalla promiscuità fetente e affascinante del convitto per studenti del quartiere Danilovskij, alle suites luminose dei grandi alberghi. Dalle interminabili chiacchiere di quello zoo giovanile (intellettuali e puttane, drogati e scrittori, vodka e tarracani, cioè scarafaggi), alla misera vacuità dei potenti quando strisciano dietro alle gonne di una ragazza pronta ad «entrare in un mondo di vino, cibo buono, ristoranti automobili e uomini famosi... Vedrete che noi - mal vestite, volgarmente truccate e ingenue - troveremo subito l'amore...». Con l'amore Daria - già miss Università - ha ora trovato anche il successo. Il racconto della sua vita («Appunti di una ragazza poco per bene») è in testa alla classifica dei più venduti fatta da Knizhnoe Obozorenie, la rassegna dei libri. La vita di Daria si legge più di quella, lunga e dora¬ ta, di Maja Plisetskaja, mitica étoile del Bolshoi. Profumo di sesso, linguaggio da telenovela, una vita che sembra un romanzetto. Ma anche il meno ipocrita manifesto di vita di una «nuova» russa nella nuova Russia. Tra le rivelazioni, i rapporti con due politici importanti Uno è Rtislan Khasbulatov, che giusto un anno fa finiva in manette la sua tragica scalata ad alter ego di Eltsin; il secondo è Nikolaj Travkin, allora leader democratico, fondatore del primo partito riformatore nel chiuso ambula¬ cro sovietico, e ora ministro Con Ruslan Iniranovich la cosa si concluse, in una serata d'estate, a casa sua, tra chiacchiere vuote e vodka al limone: «Più bevevo e più mi piaceva il padrone di casa. Amo gli uomini pieni di energia che sognano di rifare il mondo su misura per loro, uomini con ambizioni smisurate. Con loro non ti annoi mai. Lui aveva una presa da bulldog. Conosceva le donne, sapeva trattarle, mi voleva...». Con Travkin finì in tragicommedia, a Odessa, in una lesta di carnevale: «Mi ha invitato a ballare un lento. Emozionatissimo mi offrì di diventare la sua amante ufficiale dicendo: "E' la tua grande opportunità perché io posso arrivare al vertice del potere"». Commenta la gelida Daria: «Non sapevo se ridere o piangere. E' triste vedere un uomo anziano imbarcarsi in un'avventura senza sapere come si fa». Il seguito della notte è ancora più patetico: il povero Travkin, ubriaco fradicio, bussa per ore alla stanza di Daria. Cos'è accaduto a Mosca? «E' cominciata mia nuova era. Il nuovo ceto, con sacchi di soldi, si sta divertendo a tutto gas. Sono coraggiosi arroganti e sensuali». Al fenomeno Daria la sofisticata Nezavisimaja Gazeta ha dedicato un'intera pagina di dibattito tra due colti critici, Serghei Lidin e Fiodor Romer, per concludere che il suo libro «merita solo silenzio». La ragazza, ha scritto Romer, «ha imparato bene la regola d'oro del fare libri: trasformare il guano in caramelle». Ma dove finisce la letteratura e comincia il destino? Ha sentenziato Lidin: «Il marito ricco è la sua letteratura, le mutandine con ricami indecenti il suo destino». E non è una novità. Cesare Martinetti Un tempo marito e moglie si facevano fotografare sotto il Cremlino Il McDonald's di Mosca. Le coppie di sposi si fanno riprendere davanti alle sue vetrine

Persone citate: Daria Aslamova, Eltsin, Khasbulatov, Lenin, Maja Plisetskaja, Nikolaj Travkin, Romer, Ruslan Iniranovich, Serghei Lidin