«La mia isola impazzita» di Aldo Cazzullo

«La mia isola impazzita» «La mia isola impazzita» La Monterò: un futuro rosso sangue LA SCRITTRICE DEL VOODOO AITI è come Frankenstein, un mostro sfuggito di mano al padrone, gli Stati Uniti. Neanche la Casa Bianca, ora, sa cosa fare e cosa accadrà. Non lo sa Aristide, non lo sa Cedras. Forse il finale della tragedia lo conoscono solo i sacerdoti voodoo». Al voodoo Mayra Monterò ha dedicato studi, articoli e il suo romanzo di maggior successo, «Da Haiti venne il sangue», storia di amore e morte tra un houngàn, il sacerdote, e una mambo, la sacerdotessa. Nata all'Avana, la Monterò ha ambientato a Haiti anche il prossimo libro, «Tu, l'oscurità». E' a Torino ospite del Premio Grinzane Cavour. Perché definisce gli Usa il padrone di FrankensteinHaiti? Non condivide l'invasione? «L'invasione americana di Haiti dura ininterrottamente dal 1915, quando i G.I. presero l'isola e commisero massacri e atrocità, tra cui l'assassinio di Charlemagne Peralte, l'eroe dimenticato della causa haitiana. L'occupazione terminò nel '34. Ma la Casa Bianca non si è mai ritirata davvero dall'isola, anzi ha sempre puntellato il regime sanguinario dei Duvalier. Ora Clinton, che giudico il miglior Presidente degli ultimi tempi, ha visto il dramma scoppiargli tra le mani». E si è mosso bene? «Non lo so. Credo non lo sappia neanche lui. Di sicuro è andato a cacciarsi in una trappola. Ma anche i critici del Presidente non hanno alternative da offrire. Se l'invasione è un male, il ritiro sarebbe un male peggiore. Se i marines non intervengono a sedare i disordini, li accusano di stare a guardare. Se intervengono con le armi, li accusano di atrocità. E' un labirinto senza uscita, che gli Usa hanno costruito in decenni di politica irresponsabile. Una cosa sola è certa: l'accordo Carter-Cedras, che non impone al dittatore di andarsene, è un errore». Il generale non può convivere con Aristide e con la democrazia? «No. Non gli resta che l'esilio. Ma Aristide non sarà la soluzione. E' una figura di passaggio». Allora ha ragione il Vaticano quando sostiene che la popolazione non appoggia più il prete-presidente? «Forse sì. Molti oppositori della dittatura contrastano anche Aristide. Non hanno dimenticato le sue promesse massimaliste. E poi il suo mandato è in scadenza. Se anche riuscirà a insediarsi, cosa di cui dubito, governerà solo per pochi mesi. Poi ci saranno nuove elezioni. E sappiamo quante violenze pos- sano nascere dalle urne. Nell'87 i militari mitragliarono gli elettori in coda davanti ai seggi». Hanno ragione anche i repubblicani Usa, che definiscono Aristide un Castro con la tonaca? «No. Il programma economico di Aristide si fonda su privatizzazioni e libero mercato». I generali minacciano di usare l'arma segreta, il voodoo. A quali incantesimi ricorre un sacerdote per fermare i marines? «Duvalier aveva i suoi houngàn personali, capaci di uccidere un nemico con una polvere venefica e una cerbottana, o di tormentarlo a distanza, infilando con la mano sinistra aghi in una bambolina. Ma il regime ha sempre usato la liturgia voodoo anche in chiave politica: per irretire un popolo misero e analfabeta; per creare una contrapposizione artificiosa tra il cattolicesimo di Aristide e i riti tradizionali, tra l'ingerenza americana e lo specifico culturale di Haiti. Senza riuscirci». Almeno i riti funzionano? «In Florida decine di santeros, i sacerdoti tribali cubani, preparano da 25 anni fatture contro Castro: lui è ancora lì. Ma un giornale americano ha rilevato che tutti i Presidenti Usa al potere negli anni dell'occupazione di Haiti sono morti d'improvviso, o in circostanze oscure. Chissà se Clinton ha letto». Aldo Cazzullo

Persone citate: Castro, Cedras, Clinton, Duvalier