Pensioni da tagliare, pensioni in omaggio

Pensioni da tagliare, pensioni in omaggio LETTERE AL GIORNALE: IL LUNEDI' DI O.d.B. Pensioni da tagliare, pensioni in omaggio La lettera è indirizzata a persone illustri come Umberto Bossi, Giancarlo Pagliarini, Vito Giunti, Lamberto Dini, Giulio Tremoliti, Eugenio Scalfari, quindi il mio nome e cognome scritto in fondo all'elenco è Inori posto. Io non ho il potere di nulla. Soltanto di pubblicare. [o. d. b.] Non dimenticate Palermo A Del Buono. La Stampa Possiamo ben dire che lo Stato Italiano e in uno stato in cui non era mai stato... Al peggio non c'e mai fine. L'Assemblea Regionale Siciliana mai come in questi ultimi anni ha mostrato il suo vero volto: un'Assemblea in cui il quasi 50% dei deputati e inquisito dalla Magistratura, ed in cui almeno una ventina di personaggi sono finiti in galera per reati di corruzione, in un momento in cui si parla di operare tagli alle pensioni e di bloccare le liquidazioni non trova di meglio che mostrare tutta la sua strafottenza, sbeffeggiando i cittadini e i lavoratori onesti Nel mese di maggio TAssemblea Regionale Siciliana approva una legge con cui si istituisce l'«assegno di sopravvivenza», un'elargizione che va dai sette ai nove milioni per i Deputati inquisiti sospesi dall'incarico. Nei primi giorni di settembre, mentre il ministro Dini sfida i pensionati (e i pensionando di tutta Italia, i deputati della Regione Siciliana decidono di aumentarsi lo stipendio di ben due milioni portandolo da quattordici a sedici milioni al mese nel quasi completo silenzio stampa e televisione L'aumento mensile di 750 000 lire, varato dalla Camera dei deputati, invece, e stato pubblicizzato e criticato dalla stampa nazionale Nello stesso periodo apprendiamo che il Segretario Generale della Regione Siciliana, eletto nel marzo di quest'anno nelle liste di Forza Italia alla Camera dei deputati, dott Silvio Liotta, va in pensione beccandosi una liquidazione di un miliardo e mezzo e con una pensione che sfiora i quindici milioni al mese: identiche somme sono state concesse nel luglio 1991 al vicesegretario generale della Regione Siciliana, signora Donatella Cortese. E' incredibile. Nessuno si indigna più di tanto. E' giunto il momento che venga rivista questa autonomia regionale che e in vigore sin dal lontano 1946, che non può più essere considerata fonte di spreco e di illecito arricchimento da una classe politica mediocre, insensibile e corrotta. Da segnalare, a esempio, fra l'altro, che la Regione Siciliana, fra le tante sconcezze, nel 1993 ha pagato bollette telefoniche per ben sedici miliardi. A questo punto ci chiediamo cosa ci stiano a fare in Sicilia la Commissione Regionale di Controllo (Co.Re.Co), la Corte dei conti presso la Regione Siciliana ed il Commissario dello Stato. I dipendenti della Regione Autonoma Siciliana, quindici, venti anni fa, erano solo tremilaottocento Oggi hanno raggiunto le ventiduemila unita, anche se i Siciliani nell'isola, nel frattempo, sono rimasti a quota cinque milioni Ci risulta che la Regione Autonoma Siciliana (a Statuto Speciale) costi in at¬ to al contribuente ben ventiduemila miliardi all'anno; riteniamo opportuno che le su citate notizie siano conosciute dall'opinione pubblica di questo Paese... Manlio Fontana Renato Campisi, Palermo Non posso fare altro che pubblicare. Ogni commento mi pare inopportuno. E, del resto, nessuna Regione in Italia può dar lezione a un'altra. Ci sono delle varianti, ma solo delle varianti: siamo sempre nei guai. [o. d. b.] Catania è lontana In data 16 agosto ho scritto una lettera alla sua autorevole rubrica e fino ad oggi non I avete pubblicata (?) Purtroppo Catania fa parte dell'Africa. Ho 55 anni e sono tipografo compositore, con quasi 34 anni di anzianità ed aspetto che Dio mi dia la grazia di andare in pensione. Invalido civile poliomielitico (senza pensione e senza posto garantito; con il 45% non riducibile di invali¬ dità riconosciuta dallo Stato. Posiz. n. 34200, più cervicale, più astigmatico forte, più clavicola rotta, più calcoli renali, soffro di collassi per via della pressione bassa, ecc. Il mio datore di lavoro mi sta sopportando solo perché fra qualche anno dovrei andare in pensione, e, non essendoci più la tipografia, sono addetto alla pulizia. Lei, sig. ministro ha mai saputo che in Sicilia per avere 35 anni di anzianità uno come me ha già lavorato 42 anni? Più I uguale 43? Perché qui a Catania da ragazzi quasi nessuno era messo in regola, cioè con i versamenti lavorativi. A me i 4 anni che ho lavorato con scuola parificata nei vari Collegi: Ospizio di Beneficenza 52/53, ora Istituto di Belle Arti, Sacro Cuore Salesiani 53/55, Città dei Ragazzi 55/56, chi me li verserà? E quelli sotto i datori di lavoro: Di Benedetto 1957, Costanzo 61/62 ora fallito, ed altri datori di lavoro per pochi mesi, chi me li restituirà ora che sono in prescrizione? E badi bene: a Catania, se uno denuncia i padroni, loro passano parola e non si trova più nessuno a darti un posto di lavoro. Perché per lavorare o si accettava senza esser messi in regola o disoccupazione. Quindi sig. ministro perché prima non obbligate i datori di lavoro a versare i contributi lavorativi ed anche a eliminare gli sprechi? Se questa legge passa, è una vera ingiustizia soprattutto per i meridionali e gli invalidi come me, che per arrivare dai 35 attuali ai 40 anni, bisogna lavorare dai 45 ai 50 anni. E la promessa del Cav. Berlusconi di 1.000.000 di nuovi posti di lavoro, ora che aumenta l'età pensionabile come pensa di attuarla? Spero che questa volta la pubblichiate, in attesa invio distinti saluti. Benito Calderone, Catania Gentile signor Calderone, gliel'ho pubblicata, la lettera, lei dice cose sacrosante. E mi sento vicino a Catania. L'unica cosa che mi dispiace, è che lei per ben due volte mi chiami ministro. Ho tanti peccati, ma questo non l'ho mai rischiato [o.d.b.J Lettera da Agrigento Caro Direttore, tutti sanno che, a pochi chilometri dalla città, si trova un mirabile tempio greco, presso il quale, in maggio, Ninchi ha recitato il Ciclope di Euripide. Ma pochi sanno che, in un'altura, è costruito il più grande manicomio della Sicilia, uno dei più grandi d'Europa. Un giorno questo manicomio accoglieva tutti indistintamente i pazzi della mia Isola, i quali si distinguono dagli altri per il fatto che la loro pazzia è dovuta a quel tanto di genio greco che riesce a sopravvivere... (Vitaliano Rrancati. lettera del 17 luglio 1937 da Lettere al Direttore in V.B. Opere 1932-1946. a cura di Leonardo Sciascia, Bompiani, 1987).