Cacciari, fra il regno di Dio e l'era di Berlusconi
Cacciari, fra il regno di Dio e l'era di Berlusconi II filosofo sui limiti e le speranze dell'uomo in vista del nuovo millennio: da oggi se ne discute sul Lago di Como Cacciari, fra il regno di Dio e l'era di Berlusconi «Trionfa l'individualismo proprietario, la sinistra non offre alternative culturali» , MILANO 7| INFERNO è davanti a noi», ammonisce Massimo Cacciari. 11 perico__lo nasce dall'idea nevrotica che il futuro ò sempre e soltanto crescita, avere continuo. Che fare? «Odiarsi», risponde il filosofo. Chi si ama intende se stesso come un qualcosa che si può possedere e arricchire; chi si odia può invece «comprendere il regno di Dio che ò in lui». Ecco i due termini in lotta: l'individuo, creatura bassa e inospitale, potenzialmente distruttiva; e l'individualità, creatura profonda e aperta agli altri, capace di accogliere un futuro divino. Cacciari parla in margine al convegno «Terzo Millennio: l'uomo, i limiti e la speranza», che è stato presentato ieri all'Angelicum. Convegno vasto, con vari fili in unica treccia: teologi, scienziati come Dulbecco, Teller, Oliverio e Gallo, filosofi come Severino, socio- logi, tecnologi, psichiatri, uomini di cinema e d'arte, tutti si interrogheranno per quattro giorni fra i cipressi di Villa Monastero, a Varenna sul lago di Como, intorno alle prospettive degli anni che verranno. Il filosofo della scienza Giulio Giorello, di fianco a Cacciari nell'incontro introduttivo, insiste su un'interpretazione positiva del concetto di limite. C'è un limite morale nelle applicazioni della scienza e c'è un limite reale nel conoscere. Possiamo inorgoglirci per i progressi compiuti, ma in fondo restiamo quei fanciulli in riva all'Oceano di cui parlava il poeta inglese John Milton, così felici dei loro castelli di sabbia: e tuttavia l'Oceano è ancora tutto da percorrere. Cacciari riprende, approfondisce. Questo fine millennio segna il tracollo di ideologie che hanno privilegiato il collettivo, il sociale. C'è per lui il rischio che ora il recupero di certi valori avvenga in chiave neoliberistica in un groviglio di appetiti: «La tendenza all'individualismo proprietario è dirompente», avverte. Pensa a Berlusconi? «Berlusconi rappresenta questa tendenza di mutamento culturale. Non è passeggero, ii berlusconismo». Umberto Eco teme che resterà per mille anni... «A sinistra non vedo ancora un'alternativa culturale. Non bastano le intese tra pds e ppi come quella di Brescia con Martinazzoli; occorrono accordi veri. L'ultimo treno passa alle prossimo amministrative». Il filosofo-sindaco di Venezia boccia la Finanziaria: «1 tagli non risolvono nulla e la riforma pensionistica è iniqua». Insiste sulla latitanza della sinistra: «Non ha mai fatto un discorso esplicito al Paese, perché rifare i conti tocca interessi anche popolari. Opportunismo demagogico? E' il sistema che premia le pratiche demagogiche». Cacciari proietta la polemica politica sull'affresco filosofico che ha tracciato davanti al pubblico del convegno. Una vera e propria lezione, con passione a tratti drammatica. 11 pubblico era teso, persino emozionato. Si è liberato in un lungo applauso. Quale speranza dunque per il prossimo millennio? Quella che sorge dopo la crisi del paradosso moderno: l'aver perso cioè la fede cristiana come fondamento della speranza, e l'averla sostituita con il sapere, lo storicismo radicale, che porta dritto a quell'idèa di futuro ricco per tutti che si capovolge in un inferno. La speranza sta in al¬ cune parole dell'evangelista Luca: «Il regno di Dio non sarà prodotto dai nostri progetti interpreta Cacciari -. Il regno è in noi». Un Cacciari esplicitamente cristiano: «Ogni europeo è naturalmente cristiano - dice -. Sono cristiano perché per me è inammissibile ogni religione civile. Sono cristiano perché il cristianesimo ha una concezione dialettica, trinitaria, che manca alle altre religioni». Filosofo cristiano e politico insieme, come Buttiglione... «E' momento di crisi. Se la politica non assume spessore teorico non è politica, ma praticacela, mestieraccio... Non sono diviso tra filosofia e politica. Una sola dimensione mi sembrerebbe mancare di qualcosa... In altri filosofi impegnati in politica ascolto idee antimoderne. Io non sono reazionario. Io vado in cerca di qualcosa di inaudito». Claudio Altarocca Massimo Cacciari
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