Manovra primo sì di Fazio di Stefano Lepri

Il governatore approva il piano sulla previdenza e invita alla moderazione sui salari Il governatore approva il piano sulla previdenza e invita alla moderazione sui salari Manovra, primo sì di Fazio Ditti: non vedo le ragioni di uno scontro sociale MADRID DAL NOSTRO INVIATO Viene dal governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio un sì importante agli interventi sulle pensioni. «Misure del genere del resto le avevamo chieste - dice - e queste sono sicuramente strutturali, ovvero capaci di influire sulle dinamiche future della spesa». Vanno bene tutti gli interventi «strutturali», che anzi sarebbe meglio «rafforzare», sono discutibili quelli «lina tantum)); sul complesso della legge finanziaria Fazio di più non vuole dire, non ha ancora studiato tutti i testi; la Banca d'Italia si pronuncerà più tardi, probabilmente quando ne sarà richiesta dal Parlamento. Ha parlato molto il governatore ieri sera all'uscita del G-7 di Madrid, seduto accanto al ministro del Tesoro Lamberto Dini, di fronte ai giornalisti tesi a spiare ogni minima sfumatura di contrasto tra i due. Ciò che li divide, si sa, ò la scelta - bloccata da quasi cinque mesi - del successore di Dini nella carica di direttore generale della Banca. Su questo argomento non sfugge mezza parola. Sono arrivati su aerei diversi, congedata la stampa si allontanano separati, ma sono stati attenti entrambi a non dare esca a nessun pettegolezzo. Una divergenza a dire il vero si vede, e tutti i presenti l'avvertono, nel descrivere come va l'economia italiana, che cosa ci dobbiamo aspettare dai prossimi mesi. Dini parla come un tecnico passato alla politica; Fazio è restato solo e soltanto tecnico. Dini vuole dare fiducia ai mercati, vuole dimostrare che l'Italia non corre alcun pericolo di una ripresa dell'inflazione; Fazio, con lo sguardo dell'economista, non può negare che qualche pericolo lo vede, e spiega perché. La nostra ripresa economica è tanto energica che è quasi brusca, con una ripresa molto rapida della produzione industriale negli ultimi mesi; se continuasse cosi potrebbe incontrare qualche strozzatura. A maggior ragione tuttavia il governatore concorda con il ministro nel ritenere che «la moderazione salariale debba assolutamente continuare». E' anche una risposta ai discorsi ascoltati qui dagli economisti del Fondo monetario, dai governanti di altri Paesi, dai banchieri. La legge finanziaria '95 piace proprio nella misura in cui è severa; ma gli osservatori stranieri si pongono la domanda se l'ondata di proteste culminante nello sciopero generale non scatenerà poi vertenze per far crescere i salari e gli stipendi. Dini rassicura, è certo di no: non ci sarà un nuovo autunno caldo, garantisce. Se questo succedesse, l'inflazione ripartirebbe: «E quando riparte, è difficilissimo fermarla» dice Fazio. Gli interessi potrebbero schizzare ancora più su, rendendo insostenibile il debito pubblico. Dini ammette che qualche rischio di inflazione può venire dall'estero, dalle materie prime. Il governatore ha paura anche delle «due Italie». «Quando diciamo che i disoccupati sono troppi, non dobbiamo però dimenticare che al Nord ce n'è il 7%, al Sud il 20%». Potrà essere quella una causa di inflazione, quando al Nord le imprese cominceranno a non trovare i lavoratori che cercano; per prevenirla, Fazio ripropone differenze di paga tra Nord e Sud. Entrambi, governatore e ministro, sono d'accordo che una manovra economica severa sarà in ogni caso una buona garanzia contro l'inflazione. Nella riunione non molto lunga e fitta di argomenti dei ministri del Tesoro e dei governatori del G-7, ieri, non c'è stato molto tempo per parlare dell'Italia; Dini ha illustrato in breve la legge finanziaria «ricevendo alcuni significativi segni di consenso». Ogni passo verso una riduzione dei deficit di bilancio è benvenuto, perché può ridurre la spinta dei mercati al rialzo dei tassi di interesse che preoccupa tutti. A Dini brucia che questo rialzo sia stato più forte in Italia che altrove, proprio dopo il cambio di classe politica e di governo: «Insomma, è anomalo - prorompe che con l'inflazione bassa, la bilancia dei pagamenti in attivo, e con una legge finanziaria che ridurrà il deficit, i nostri tassi di interesse a lungo termine siano alti quasi quattro punti più di quelli tedeschi. Non mi spiego come la situazione possa essere ritenuta peggiore di quella di un anno fa». Stefano Lepri Il presidente del Senato Scognamiglio e (sotto) il governatore Fazio con Dini

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