Abatantuono Citran e il prezioso toro rubato di Lietta Tornabuoni
Il film di Mazzacurati due volte premiato a Venezia PRIME CINEMA Il film di Mazzacurati due volte premiato a Venezia Abatantuono, Citran e il prexioso toro rubato DUE volte premiato alla Mostra di Venezia (Leone d'argento al film, Coppa Volpi per il migliore attore non protagonista a Roberto Citran), «Il toro», raccontano, ha una storia curiosa: il film era stato immaginato per la coppia Paolo Rossi-Roberto Citran, che avrebbe dato alla vicenda quel tocco di leggerezza surreale e di improbabilità consapevole che ora gli manca, ma che il produttore Cocchi Gori giudicò commercialmente insufficiente sostenendo una coppia Diego Abatantuono-Paolo Rossi; quest'ultimo però si ritirò e così si arrivò alla coppia Abatantuono-Citran, che sono uno più bravo dell'altro. L'aneddoto-parabola è semplice: per rabbia, per bisogno e speranza, un inserviente licenziato ruba Corinto, prezioso toro da riproduzione artificiale che produce in un anno spenna per 800 milioni; insieme con un amico lo carica su un camion e si mettono in viaggio per andare a venderlo in Ungheria; nel percorso incontrano i profughi dalla guerra nell'ex Jugoslavia, una famiglia contadina generosamente ospitale, il cambiamento postcomunista, il cinismo degli sfruttatori di catastrofi anche italiani, la sfortuna; quando il progetto pare disperatamente fallito, arriva una soluzione. Il film è complesso, ricco: rispecchia le crisi diverse dell'Europa occidentale e orientale nelle rispettive riconversioni neocapitaliste, fonte di disoccupazione e di misera transizione caotica, con il diverti¬ mento della commedia e l'asprezza del dramma, con la guida dei due amici desolati e comici. Ambientato con originalità interessante nelle grandi o piccole aziende d'allevamento, «Il toro» racconta benissimo all'inizio la concretezza della disoccupazione, gli uomini che dopo anni di lavoro di colpo vengono licenziati, neppure riescono a farsi liquidare equamente, restano assediati dal bisogno di soldi e dall'assenza di futuro, neanche arrivano una sera a divertirsi ma soltanto a litigare fra loro, e da lavoratori dipendenti non sono capaci di commerciare, trafficare, rubare o arrangiarsi. Racconta benissimo anche come i luoghi comuni stratificatisi sui Paesi ex comunisti si dissolvano a contatto con la loro nuova realtà; mentre la parte del film dedicata a quella nuova realtà è sommaria e sono troppo consueti e pigri gli espedienti narrativi usati dalla sceneggiatura per raccontarla (festa di nozze, night club d'albergo, funerale in chiesa). I momenti cinematograficamente belli sono numerosi, la musica di Ivano Fossati è toccante e la coppia protagonista unita dal caso risulta alla fine perfetta. Lietta Tornabuoni IL TORO di Carlo Mazzacurati con Diego Abatantuono Roberto Citran, Marco Messeri Alberto Lattuada Tragicommedia Italia, 1994 Cinema Vittoria di Torino; Arlston Brera 1 di Milano; Admlral Ambassade, Etolle di Roma Diego Abatantuono insieme con Citran ruba un toro e lo porta dai Veneto alla Russia per noleggare la monta
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