I TESORI DELLA TERRA di Antonio Giaimo

I TESORI DELLA TERRA I TESORI DELLA TERRA Da venerdì 30 a domenica 2 minerali e fossili a To-Expò va d'un certo interesse, anche se oggi quasi totalmente abbandonata. Si possono ricordare le miniere della «Talco & Grafite» in Val Germanasca, quelle di Brosso e Traversella nel Canavese, la Paia di Vinadio con la fluorite nel Cuneeese, le miniere d'oro di Alagna in Val Sesia. E non si può dimenticare il settore delle cave, da quelle di Pietra di Luserna, a quelle dei graniti nella zona di Baveno, al celebre marmo rosa, che la cava di Candoglia coltiva in esclusiva per la Fabbrica del Duomo di Milano. Ma in mostra non ci sono solo MINIERA IN VAL GERMANASCA di talco i turisti. Per l'iniziativa, che si inserisce in un progetto «Interreg» italo-francesce nato in collaborazione con il Comune L'Argentière La Bessée, si sono già spesi 700 milioni per lo studio di fattibilità, ma per trasformare in realtà le idee serviranno due miliardi finanziabili con i fondi Cee. Il progetto riavvicina due zone transfrontaliere che già nel 1343 erano costituite in un unico organismo che raccoglieva le popolazioni del Queyras, sul versante francese, e delle valli Chisone, Susa e alta Val Varaita denominato «Republique des Escartons». Proprio da questa storia comune nasce il progetto di valorizzazione mineraria, che raccoglie sia i beni culturali che quelli economici delle due zone. Sul versante francese esistono vestigia risalenti all'età del bronzo, per l'estrazione del carbone e del rame. In Val Germanasca, dove sino a pochi anni fa i minatori per andare a lavorare percorrevano a piedi due chilometri in una galleria che dal versante di Massello permetteva di arrivare a quello di Perrero senza dover fare il giro di tutta la vallata, ancora oggi si estrae talco di primissima qualità. Anche se il numero dei minatori è calato, l'attività estrattiva è l'unica fonte di reddito per un centinaio di famiglie. Il progetto prevede la visita di due chilometri della miniera Paola, attualmente coltivata dalla società Luzenac, con percorsi comuni a quelli dei minatori. Ma alla visita in miniera, sicuramente suggestiva, si affiancano altre iniziative, come una mostra di tutta l'attività estrattiva, la consulenza dei tecnici, le testimonianze dei minatori e la visita dei tre edifici della Gianna, che costituiscono una vera cittadella mineraria. Da non sottovalutare l'aspetto paesaggistico delle zone inserite in parchi nazionali e percorsi storici nelle terre dei valdesi. Nel programma esiste un solo punto debole costituito dal fatto che la popolazione della zona dovrà vincere il «rifiuto psicologico» della miniera, subita per secoli come luogo di fatica e causa di malattie. Pagine di stenti che hanno fatto sì che i valligiani rifiutassero in un certo senso quell'attaccamento storico che ora si vuole rincorrere. «Ma anche se esistono queste remore - spiega Erminio Ribet, presidente della Comunità Montana delle due valli Chisone e Germanasca -, abbiamo il dovere di conservare e l'esigenza di valorizzare questo patrimonio che porterà un sicuro incremento del turismo, specialmente in quei periodi dell'anno durante i quali gli impianti sciistici sono fermi». pietre e cristalli. Si potranno ammirare oggetti mineralogici, lampade da miniera, libri e «azioni» di antiche società minerarie. Per il secondo anno consecutivo «Mineralexpò» ha anche allestito un settore per i non vedenti. E se nella passata edizione il percorso era dedicato alla conoscenza dei minerali quest'anno l'area per i non vedenti è dedicata ai fossili, con i reperti descritti in didascalie in Braille. Questo settore «vivrà» anche dopo la mostra: sarà infatti trasferito nei locali del Museo di Mineralogia, nella se¬ In alto: amianto (BalangeroTorino) e quarzo (Àrbaz-Aosta) Sotto: un minatore Antonio Giaimo

Persone citate: Erminio Ribet

Luoghi citati: Alagna, Baveno, Brosso, Luserna, Massello, Perrero, Traversella, Vinadio