« Niente veti italiani a Lubiana » di Andrea Di Robilant

« « Niente veti italiani a Lubiana » Si decide l'adesione, gli 11 contro Roma ROMA. Il governo Berlusconi continuerà a bloccare l'associazione della Slovenia all'Unione europea? «Non ho la più pallida idea», risponde il sottosegretario agli Esteri Livio Caputo (Forza Italia). «Il governo deciderà nei prossimi giorni». I giorni a disposizione sono | cinque - la questione dell'assoi dazione slovena sarà infatti di' scussa martedì a Bruxelles - e | intanto la pressione dei partner : europei affinché Roma rinunci 1 al suo veto si fa sempre più forte. Proprio ieri, dopo aver in' centrato il premier sloveno Janez Drnovsek a Bled, l'influente commissario europeo Leon Brittan ha dichiarato: «I tempi sono maturi per l'associazione della Slovenia e i rapporti tra Roma a Lubiana non devono essere un ostacolo. I negoziati, pertanto, devono iniziare al più presto». La Germania, la Francia e buona parte dei Paesi della Ue insistono perché l'associazione della Slovenia rimanga all'ordine del giorno nella riunione del 4 ottobre. Ma il governo italiano, spronato da Alleanza nazionale, mantiene ferma la sua posizione: della questione si parlerà solo quando Italia e Slovenia avranno risolto il loro contenzioso bilaterale. E proprio per scoraggiare il governo da eventuali tentennamenti di fronte alle pressioni europee, il presidente della commissione Esteri della Camera Mirko Tremaglia (An) ha convocato d'urgenza una riunione della commissione per lo stesso giorno, il 4 ottobre, in cui i ministri europei si riuniscono a Bruxelles. Scopo di Tremaglia: far approvare una risoluzione presentata da Roberto Menia (An) che ribadisce il veto italiano all'associazione della Slovenia alla Ue. II governo finora era parso piuttosto compatto. Ma l'intransigenza di Alleanza nazionale riduce il margine di flessibilità del governo nei pochi giorni che rimangono e rischia di dar vita al primo scontro all'interno della maggioranza su un terna di politica estera. Ieri il sottosegretario Caputo si ò incontrato a Lubiana con il suo omologo Egnac Golob, ma non sono stati fatti passi avanti. «Un incontro interlocutorio», si è limitato a dire Caputo, il quale era accompagnato da Luigi Solari, ambasciatore italiano a Lubiana, e da Vincenzo Manno, il diplomatico che guida la delegazione italiana nella commissione italo-slovena. L'Italia vuole la restituzione delle 300-400 case che appartenevano a cittadini italiani prima della guerra. Chiede anche che gli italiani abbiano il diritto di acquistare beni immobili in Slovenia, diritto che per adesso la Costituzione slovena non prevede. Infine, insiste per avere maggiori garanzie di tutela per la minoranza italiana. Una proposta-quadro è stata presentata dall'Italia nei giorni scorsi e respinta dalla Slovenia. Ieri Golob ha presentato una contro-proposta slovena che dovrà essere valutata dal governo italiano nei prossimi giorni. La Slovenia si è limitata a versare gli indennizzi dovuti all'Italia in un conto all'estero, come previsto dal Trattato di Osimo. L'accesso ai beni immobili, insiste Lubiana, ò invece questione che sarà discussa nell'ambito dei negoziati per l'associazione alla Ue. Adesso a peggiorare il clima contribuisce anche la vicenda dei «passaporti facili». Lubiana accusa Roma di estendere la cittadinanza italiana a un numero troppo elevato di sloveni che vantano origini italiane. Il governo italiano risponde che la legge in questione non è affatto mirata alla Slovenia ma riguarda i cittadini di origine italiana nel mondo. Andrea di Robilant