Cusani denuncio il giudice Di Pietro di Fabio Poletti

Bufera sul pool di Milano dopo le accuse del procuratore generale Sgroi. Borrelli incontra la Pivetti Bufera sul pool di Milano dopo le accuse del procuratore generale Sgroi. Borrelli incontra la Pivetti Cusani: denuncio il giudice Di Pietro «Per omissione in atti d'ufficio» MILANO. Gli «intoccabili». Non piace ai magistrati del pool quel (pesantissimo) giudizio lanciato dal procuratore generale della Cassazione Vittorio Sgroi. Non piace, ma non c'è replica. Linea del silenzio, la decisione presa dopo una riunione dal procuratore capo Borrelli. Il quale in serata ha avuto, a Roma, un incontro con il presidente della Camera, Irene Pivotti, durato circa 40 minuti. Motivo ufficiale: discutere l'iter parlamentare per la proposta di legge presentata su come uscire da Tangentopoli. Intanto arrivano nuove critiche al lavoro di Di Pietro e degli altri magistrati. Due gli esposti denuncia. Uno di Sergio Cusani contro Di Pietro su cui ora indaga la procura di Brescia, l'altro del generale Cerciello delle Fiamme Gialle che si è invece rivolto al Csm. «Sì, abbiamo parlato di Sgroi ma abbiamo deciso di non rilasciare dichiarazioni, lo facciamo per non prestare il fianco», comunica il procuratore aggiunto Gerardo D'Ambrosio dopo la riunione. E lascia che sia Elena Pacioni, presidente della Anm, a prendere la parola contro Sgroi. Dice: «Le generiche allusioni rischiano di turbare l'opinione pubblica e l'impegno di quanti operano con coraggio e sacrificio». E arriva da Sergio Cusani l'ultima bordata contro il magistrato più famoso d'Italia. Si tratta di un esposto denuncia che Cusani, attraverso il suo avvocato Giuliano Spazzali, ha fatto arrivare sul tavolo di Guglielmo Ascione, il magistrato bresciano competente su tutte le vicende che riguardano i giudici milanesi. Nell'esposto, oltre 50 pagine, sono contenute tutte le irregolarità che Di Pietro avrebbe compiuto nelle indagini sul primo processo per la maxitangente Enimont, dove Cusani è stato condannato a 8 anni di carcere. Nella denuncia sono segnalate anche le frasi - che Cusani ritiene ingiuriose - usate da Di Pietro nella sua arringa conclusiva. Ma c'è dell'altro. Secondo Cusani, Di Pietro avrebbe addirittura truccato le carte delle indagini. Un'accusa pesantissima, tutta da provare, al vaglio ora del magistrato bresciano Guglielmo Ascione. Di che si tratta? Per Cusani nelle mani di Di Pietro c'è una relazione che il fi¬ nanziere avrebbe consegnato a Carlo Sama, da far avere al più presto a Raul Gardini. Nella relazione, datata ottobre '90, Cusani avrebbe scritto che lo stato dei rapporti tra Montedison ed Eni era pessimo. Il primo tra gli inquirenti ad entrare in possesso di questo documento è il magistrato di Ravenna Francesco Mauro Iacoviello, che indaga su alcuni aspetti della vicenda Montedison-Ferruzzi. Iacoviello poi, sostiene Cusa- ni, avrebbe inviato copia di quella lettera a Di Pietro. Ma il magistrato milanese - viene detto nell'esposto denuncia - non l'avrebbe utilizzata, preferendo una propria ricostruzione degli ultimi mesi di Enimont, basata su presunti accordi illegali tra Eni e Montedison. E' andata così, come sostiene Cusani? Tocca al magistrato bresciano Guglielmo Ascione stabilire la verità. Ma lui tace. Nessuna conferma nemmeno se Di Pietro è iscritto nel registro a modello 21 (quello degli indagati) o a modello 45 (persona a conoscenza di fatti che non costituiscono reato). Contro i magistrati di Milano, Di Pietro, Colombo, il giudice Padalino, si schiera anche il generale Giuseppe Cerciello delle Fiamme Gialle, da quasi 3 mesi nel carcere militare di Peschiera del Garda. In un esposto inviato al Csm il generale Cerciello chiede anche «che sia accertato se il procuratore capo Borrelli, mentre si trovava in Francia questa estate, avesse interferito, mediante telefonate al capo dei gip Blandini, affinché si adoperasse per far rimanere in servizio a Milano il dottor Padalino, inca\ ricato come giudice 1 del lavoro a Monza». Fabio Poletti Il sostituto procuratore Antonio Di Pietro