Stop a più di 100 mila pensionandi

Un esercito di lavoratori coinvolto dal blocco delle pensioni anticipate. Le proposte del ppi Un esercito di lavoratori coinvolto dal blocco delle pensioni anticipate. Le proposte del ppi Stop a più di 100 mila pensionandi Ma è rivolta nelpubblico impiego ROMA. Stop por più di 100 mila futuri pensionando E' uno dei primi effetti della manovra finanziaria contro la quale ieri si è manifestato in molte città. Il blocco delle pensioni anticipate infatti coinvolge un esercito di lavoratori dipendenti e autonomi. Secondo fonti governative sono 100 mila nel settore privato che fa capo all'Inps, 12 mila nel settore pubblico che fa capo all'Inpclap e altre ingenti quantità che fanno capo agli altri enti previdenziali. Il taglio dovrebbe garantire risparmi per 2000 miliardi di lire, ma non tutti ne sono colpiti. Sono esclusi dal blocco i lavoratori che cessano il servizio per invalidità, quelli avviati al prepensionamento per crisi aziendali e i dipendenti di enti sottoposti a processi di ristrutturazione e di risanamento. Si salva anche chi fa parte di regimi speciali e quindi non hanno il blocco né i dipendenti del Quirinale né quelli delle Camere e della Banca d'Italia. Salvi anche i lavoratori degli organi costituzionali (Consulta, Corte dei conti e Cnel). E sul problema pensioni il ppi lancia un suo progetto di riforma. L'azione di riordino, dicono i Popolari, deve andare verso l'omogeneizzazione dei trattamenti (equità-rigore), con particolare riferimento al confronto tra settore pubblico e privato; la politica contributiva (lotta alle evasioni ed elusioni); introduzione di nuovi parametri contributivi); la trasparenza istituzionale (previdenza-assistenza); i rapporti intergenerazionali (ripartizione-capitalizzazione; obbligatorietà-volontarietà). La manovra di ridefinizione dell'assetto pensionistico deve essere poi accompagnata, si legge nel documento del ppi, da politiche per il mercato del lavoro e l'occupazione. Il ppi chiede poi che venga data attuazione alla legge del 1989 che ha stabilito le condizioni ed i tempi della separazione tra previdenza ed assistenza, disciplinandone le modalità di finanziamento. In questa occasione, occorrerà anche ridefinire i meccanismi di erogazione e di finanziamento degli ammortizzatori sociali. Infine, occorre proseguire l'azione iniziata con le riforme degli ultimi anni, avendo particolare riguardo a: aliquote di rendimento nei singoli regimi; base imponibile e pensionabile; pensionamenti anticipati. Un nodo resta quello del pubblico impiego. La Uil conferma il giudizio negativo sull'intera manovra economica e sulla parte relativa al pubblico impiego aspetta di conoscere il testo del provvedimento. Ma già da ora conferma che materie, come per esempio l'orario di lavoro, non possono essere stabilite per legge, ma «sono e devono rimanere oggetto di confronto con i sindacati nell'ambito del rinnovo contrattuale». Per il sindacato della funzione pubblica Cgil nei prossimi mesi «si aprirà uno scontro durissimo: allo sciopero generale del 14 ottobre, seguiranno quelli delle categorie del pubblico impiego e le iniziative di lotta saranno ulteriormente intensificate». «Ci si avvia verso giornate buie - ha detto il segretario generale, Nerozzi - e di ciò gli utenti della pubblica amministrazione e più in generale i cittadini devono sapere che l'unico responsabile è il presidente del Consiglio». [r. e. s.]

Persone citate: Nerozzi

Luoghi citati: Roma