«lo pensionato tradito da chi cancella le regole»

«lo, pensionato tradito da chi cancella le regole» «lo, pensionato tradito da chi cancella le regole» LA FINANZIARIA IN FABBRICA D MILANO i ENTRO i 10 mila miliardi di tagli alle pensioni c'è anche la sua. Pochi milioni, ma che valgono una vita, la vita di Giacomo Rotilio, 54 anni, operaio giuntista della Pirelli, 28 anni di contributi, in mobilità da un paio di mesi, fuori dalla fabbrica dal prossimo primo ottobre. Il conto lo ha già fatto, gli è bastato un minuto, una sola sottrazione: «Da un milione e 400 mila lire, scendo a un milione e 50 mila. Mi spariscono sotto agli occhi 350 mila lire, così da un giorno all'altro, roba che mi fa venire le vertigini. Berlusconi dice che ha tagliato solo le illusioni... Le illusioni! Sai come lo chiamo io il signor Berlusconi? Lo sfrontato». Cancelli della Pirelli Bicocca, traffico e titoli di giornali, gli operai in tuta bianca qui fuori, fermata spontanea di un'ora (che fa già 12 mila lire in meno nella prossima busta paga) e facce scure, sfinimento, stupore e la parola «sciopero» che rimbalza sullo stradone di viale Sarca dove corrono i soliti Tir e la nuova rabbia operaia. Giacomo Rotilio non è una mammoletta, è entrato in Pirelli nel 1967, ha fatto tutte le lotte, gli autunni caldi e quelli ghiacciati, operaio ai cavi, delegato di fabbrica, tessera Cgil. E' venuto su da Acquedolci (Messina) con la quinta elementare. Quando è entrato, la Bicocca era una città, 17 mila dipendenti, ora che ne esce è un condominio, 2400 tra operai e impiegati. «La fabbrica allora faceva paura perché era grande, un mondo intero da scoprire. Ma oggi fa ancora più paura perché è un vuoto che inghotte la speranza e il futuro...». E' in nome di quel passato che il conto del futuro non gli torna. «Va bene cominciamo dai soldi, dai danè... Io una speranza ancora ce l'ho, quella di non aver capito bene i meccanismi della manovra e che magari riuscirò a schivare il taglio, così che il sassolino Giacomo Rotilio si salverà dalla frana, ma mi sentirei un miserabile se ragionassi così... No, io ragiono con la testa di un operaio che è cresciuto in mezzo agli operai e dico che questa manovra è ignobile, cancella i diritti conquistati con il lavoro duro delle otto ore, anno dopo anno, se la prende con noi che abbiamo sempre pagato, e non è questione di chi oggi viene fregato e di chi invece si salverà. Io per me non mi lamento, non sono abituato a farlo, ho una fibra che non ini spezzano, e la fibra me l'ha indurita la lotta... la vita che adesso ti racconto un po'». «Non ho figli, ho una moglie che non lavora, uno stipendio di un milione e 500 mila lire. Abito a Muggiò, vicino a Monza, casa di quattro locali, affitto 10 milioni all'anno che fanno 833 mila lire al mese. Diciamo che mi restano meno di 700 mila lire per pa¬ gare tutto il resto, gas, luce, telefono, pranzo e cena. Una miseria, dirai... La mia fortuna è che con me abita anche mio padre, pensione di 1 milione e 400 mila lire e con quei soldi riesci a scalare il mese». «Ho un'automobile che anche lei dovrebbe andare in pensione, una Ritmo di 15 anni, 240 mila chilometri, che se un giorno si ferma, sono fregato. Di liquidazione mi daranno sui 30 milioni, forse meno, non ho ancora fatto bene i conti, ma forse una macchina un po' meno scassata, da spendere sui 6-7 milioni, riuscirò a regalarmela. Perché non è che da pensionato mi chiuderò in casa, no, io voglio fare del lavoro sociale, assistenza ai vecchi, magari un po' di sindacato e insomma una macchina mi serve». «Veniamo al futuro. Quando mio padre non ci sarà più, io e mia moglie dovremo traslocare, pazienza, anche se i prezzi qui a Muggiò sono pazzeschi per due locali sono capaci di chiederti mezzo milione al mese... Se adesso mi tagliano la pensione, neanche il bilocale mi potrò permettere. Vorrà dire che andrò in un monolocale e mi consolerò di non stare in mezzo a una strada... Ecco potrei tornare al paese mio, Acquedolci, ma ho altri 5 fratelli e la casetta di mio padre non posso mica requisirla per me... Quindi dovrò restare al Nord a contare i soldi per arrivare a fine mese». «Contare, contare... Qui in fabbrica non si fa altro e quelli al governo non fanno altro. Peccato che noi e loro ci occupiamo degli stessi soldi, i nostri. Ecco, in questi mesi un po' di speranza c'era. Qui gli operai si vergognano a dirlo, ma in molti hanno votato per Berlusconi e per la Lega, perché con tante promesse, con tante novità di facce e di sorrisi, la speranza che cambiasse qualcosa c'era. Oggi chi ha votato per loro è qui a mangiarsi le labbra. Ma come? Allora non è cambiato niente, chi ha già pagato tutto continuerà a pagare, si vengono a prendere i nostri spiccioli... E poi la rabbia! Sono così sfrontati che lo dicono anche: "In Italia l'evasione fiscale vale 150 mila miliardi all'anno". Ah, complimenti! Andateli a prendere quei 150 mila milardi. Scovatene la metà, un terzo, un decimo. Invece no, quelli non li tocca nessuno, e i 10 mila che mancano vengono a prenderli a noi». «Guarda, l'altra sera ho visto Mastella in tv e se non c'era mia moglie a fermarmi io ci stavo per tirare la scarpa contro il televisore. Quella faccia! Il liberista Mastella, il liberista Ferrara, il liberista Berlusconi. Tutti sfrontati, altro che liberisti. In fabbrica la gente ha paura, sta aprendo gli occhi, e capisce che non c'è scampo. Loro tagliano le nostre buste paga, i padroni tagliano i nostri posti di lavoro, i diritti acquisiti non contano più. Siamo in mezzo a una tenaglia e sopra a un'incudine». «Nessuno sa come e quanto peggiorerà il futuro, visto che cancellano le regole, e che ci tolgono la terra da sotto i piedi. Ti dicono che la gente prenderà la pensione a 65 anni, ma se uno viene buttato fuori e magari di anni ne ha 45 o 50 cosa succede, che resta senza salario e senza pensione? C'è gente che impazzisce adesso, quando va in cassa integrazione, figuriamoci quando verrà buttata nel vuoto. I suicidi ci saranno...». «Però io dico che noi operai faremo la nostra lotta che sarà dura ma inevitabile. Te ne accorgi da come stanno partendo gli scioperi, fermate dappertutto, in Lombardia, in Piemonte, al Sud, gente incazzata sul serio che scalpita e che se il sindacato dice scioperiamo domani, ti risponde no, scioperiamo adesso. E sai perché? Perché abbiamo le spalle al muro e davanti niente». Pino Corrias «Oggi ho perso in un solo colpo 350 mila lire il mese Sono queste le illusioni che taglia il Cavaliere? I miliardi che mancano li prendono a noi e non agli evasori» Scioperi spontanei ieri in varie città italiane, mentre il sindacato prepara la manifestazione nazionale del 14 ottobre

Persone citate: Berlusconi, Giacomo Rotilio, Mastella, Pino Corrias, Rotilio