«Rivoltiamo l'Italia come un calzino» di Ruggero Conteduca

Frase-choc di Davigo. Dalla maggioranza bordate a Mani pulite. E lui: mi hanno travisato Frase-choc di Davigo. Dalla maggioranza bordate a Mani pulite. E lui: mi hanno travisato «Rivoltiamo l'Italia come un calzino» La Maiolo: pensate a fare i giudici non siete degli addetti alle lavanderie ROMA. Il veleno di Tangentopoli continua a intossicare i rapporti fra magistrati e maggioranza di governo. Una frase di uno dei giudici del pool di Mani Pulite, Piercamillo Davigo, che parlando dell'inchiesta sulla Guardia di finanza al convegno di Micromega si lascia sfuggire «rivoltiamo questo Paese come un calzino» diventa il nuovo motivo di scontro. E per tutta la giornata si susseguono dichiarazioni infuocate dei rappresentanti dei partiti di governo e dei difensori degli indagati di Tangentopoli, da una parte, e da quelle delle opposizioni, dall'altra. Né a placare gli animi servirà una tardiva precisazione del magistrato milanese. Nella «querelle» interviene anche il ministro Guardasigilli, Alfredo Biondi, al termine di una prima, burrascosa seduta della commissione Giustizia del Senato, durante la quale il senatore Libero Gualtieri propone di ascoltare Di Pietro e gli altri pubblici ministeri del pool milanese prima di avviare qualsiasi soluzione giudiziaria per Tangentopoli. Per Biondi., quella di Davigo «è un'espressione un po' pedestre, ma la rispetto perché significa che Davigo vuole andare in fondo alle cose, fino alle estremità inferiori...Questo è un modo un po' rupestre di esaminare le cose». Ma in quale contesto il giudice milanese aveva pronunciato la frase sotto accusa? Rispondendo alle critiche del portavoce del governo, Giuliano Ferrara, Davigo aveva detto: «Mi stupisco che ritenga sia data troppa importanza alle indagini sulla Guardia di finanza. E io dico: rivoltiamo questo Paese come un calzino». «La crisi grave in cui si dibatte l'Italia - sostiene Davigo - è innanzitutto il frutto di una crisi di legalità. Perché in Italia - si chiede il magi¬ strato - per dire "vietato fumare" si deve aggiungere "severamente"? Perché solo "vietato" viene per lo più disatteso». Ha anche dato Davigo una sua polemica e personale spiegazione al progressivo scemare dell'entuasiasmo per la proposta di legge elaborata dal pool di Mani pulite. «C'è chi come noi pensava di uscire dal sistema di illegalità di Tangentopoli - spiega - e chi pensava di uscire da Tangentopoli nel senso di uscire dalle indagini, dai processi e, quando possibile, dal carcere». Caustica la risposta di Tiziana Maiolo, presidente «azzurra» della commissione Giustizia della Camera. «Mi sembra pericoloso che il pm Davigo - ironizza - voglia rivoltare il Paese come un calzino. I pm, che non sono degli addetti alle lavanderie, devono aspettare le notizie di reato e poi cercare di perseguire i responsabili. Non devono quindi rivoltare l'Italia e lasciare i calzini alle lavanderie». Per Giannino Guiso, già difen¬ sore di Renato Curcio e Graziano Mesina e oggi di Craxi e di numerosi appartenenti alla Guardia di finanza, Davigo «parla solo della corruzione nella pubblica amministrazione e non di quella della imprenditoria privata. Non vorrei che questa fosse la naturale con- seguenza degli applausi di Cernobbio». «Il Papa - aggiunge Guiso - parla ogni domenica a mezzogiorno, il pool parla troppo in ogni occasione ma pretende di avere la stessa autorità del Papa». A buttare acqua sul fuoco, Massimo Brutti, presidente progressista del comitato di controllo sui servizi segreti. «L'importante - taglia corto - è che i giudici vadano avanti. Tutto il resto è colore». «Non è vero - aggiunge - che il pool ha ricevuto fischi per la proposta su Tangentopoli. Proprio oggi in commissione Giustizia al Senato abbiamo ribadito la necessità che quella proposta trovi una sede di confronto. Che non può non essere il Parlamento». Ruggero Conteduca I sostituti procuratori Antonio Di Pietro (a sin.) e Piercamillo Davigo

Luoghi citati: Cernobbio, Italia, Roma