E su Canale 5 «rumenta» fa rima con «mi consenta» di Alessandra Comazzi

TIVÙ' & TIVÙ' TIVÙ' & TIVÙ' sz/ Canale 5 «rumenta» fa rima con «mi consenta» RUMENTA fa rima con «mi consenta», nella sigla della nuova edizione di «Striscia la notizia», in onda da ieri sera su Canale 5. La canta il Gabibbo col suo rosso pancione, affiancato da Laura e Miriana, le due «veline» (sarebbero vallette, ma il loro nome allude alle veline della vecchia Rai bernabeiana, quelle che davano le dritte sulle cose da dire oppure no, in televisione). Preceduta da una campagna promozionale che assicurava assoluta indipendenza dal padrone del vapore Berlusconi, il «telegiornale satirico» di Antonio Ricci è tornato a impazzare, sia pur brevemente come impone la sua caratteristica di striscia, dopo il vero tg di Mentana, al quale fa concorrenza ideale. Ai tg della Rai fa concorrenza materiale, visto che sono in onda alla stessa ora. La concorrenza non è dovuta tanto alle belle ragazze e alle boutades del Gabibbo, quanto alla sensazione che le notizie della «Striscia» siano persino più attendibili di quelle degli altri telegiornali, paludati e seri, ma non per questo affidabili. Protagonisti: una colonna della Fininvest, un attore che di esperienze con il programma ne ha già fatte tante, Ezio Greggio; un comico (relativamente) nuovo, conosciuto agli affezionati del Maurizio Costanzo Show, apparso in estate su Telemontecarlo quale fiancheggiatore delle partite mondiali: Enzo tacchetti, capelli riccioli e cravatta buffa, come peraltro quella di Greggio. Le cravatte sono importanti, per i ragazzi della tv: non potendo scendere in campo con minigonne e sgabelli, mettono e tolgono giacche e cravatte per l'appunto, a seconda del «messaggio» (pardon) che vogliono far passare. I due compari della «Striscia» le portano vistose, sgargianti e, come dire, trasgressive. Perché loro ci tengono a non perdere l'alone di trasgressività che caratterizza il programma da sempre, l'unico tg, si vantano, ad essere stato querelato. Antonio Ricci sostiene di non aver subito mai alcun condizionamento. Ma siccome non è mai troppo tardi, tutti i fan aspettavano trepidanti la nuova edizione, per vedere se il condizionamento arrivava. Abbiamo visto una «Striscia» più sobria: le veline non fanno stranezze, non arrivano pattinando, si agitano meno. Non c'è la Cavagna o una sua omologa con le tettone a sporgere, non ci sono oggetti che turbino la scenografia azzurra. Non c'è nemmeno la denuncia, da parte del Gabibbo, di qualche magagna urbanistica, ma forse quelle arriveranno. C'è però Bracardi, che fa Lucio Smentisco, nuovo portavoce di Berlusconi. «Ma come, non era Tajani?» «Tajani è stato tajato: Tajani, guarda che bel pacchetto che ti ho preparato», e giù un pernacchione. Tra le notizie rivisitate, Eltsin che canta all'Onu («Clinton ha rimpianto la vecchia Unione Sovietica, dove nessuno poteva aprire la bocca») e il ministro D'Onofrio smascherato nei suoi problemi con la consecutio (condizionali e congiuntivi), «io vorrei che ne parliamo». Come interiezione, per dire «perbacco», Greggio usa la parola «berlusca», con la «u» milanese. Chissà che paura, il Berlusca. Alessandra Comazzi — I zzi

Luoghi citati: Greggio, Mentana, Unione Sovietica