la vendetta del Bagaglino di Simonetta Robiony

la vendetta del Bagaglino Prima cacciati dai professori Rai, ora corteggiatissimi la vendetta del Bagaglino Pingitore & soci in partenza per la Fininvest? ROMA. Quelli de «Il Bagaglino» lasciano la Rai e se ne vanno a lavorare in Fininvest? La trattativa è aperta: niente è stato firmato ancora, né da una parte né dall'altra, ma intanto il fiammifero è lanciato e l'incendio comincia a bruciare. Un incendio di proporzioni relative, circoscritto, stentato, visto quello assai più vasto che devasta il governo di Berlusconi, la signora Moratti e i suoi compagni, i neodirettori appena nominati e già congelati, i vecchi direttori esautorati e resi muti dalla mancanza di potere. Dunque, nel generale sconquasso della Rai, a prender la parola in difesa della sua amata azienda, è solo il paladino Pippo Baudo, uomo al quale non ha mai fatto difetto il coraggio della paiola, dai tempi della lite con l'allora presidente Manca. Pur essendo anche lui un direttore in attesa che si chiarisca quel pasticciaccio brutto di viale Mazzini, Baudo parla e denuncia. «Sarebbe uno scippo - dice - il secondo in pochi giorni dopo quello, altrettanto grave, di aver inventato un festival di Sanremo ad uso e consumo del pubblico Fininvest. Come direttore artistico la considero un'azione vampiresca. E' qualcosa che va al di là del duopolio di fatto e delle difficoltà della Rai». Immediata la replica della Fininvest, fatta da Davide Rampello, direttore comunicazione e immagine del gruppo. E sono pallettoni. «Lo stile del neodirettore artistico è più simile a quello di un boss che lancia messaggi e minacce che a quello di un alto dirigente del servizio pubblico. E' l'inizio di un nuovo caso politico-giornalistico montato con effetto spettacolare dalla lobby Raicentrica». E via su questi toni ricordando il serene passaggio in Rai di Bonolis, di Miss Italia e di Gene Gnocchi, l'autonomia della compagnia teatrale «Il Bagaglino» che s'esibisce da sempre e per suo conto al Salone Margherita di Roma, la ridicolaggine di considerare ogni gara di canzoni una copia di Sanremo, per chiudere ricordando a Baudo che anche lui, una volta, lasciò la Rai per la Fininvest e quindi anche lui, a suo dire, compì un reato. Ma sul «Bagaglino» in trattativa neanche una parola: perfetta tattica di cambio d'obiettivo. Strano. Tutto cambia nel Paese, ma la questione «Bagaglino» si ripete ogni anno, con rassicurante andamento stagionale. L'anno scorso fu la Rai dei Professori a cacciare per indegnità artistica quelli del «Bagaglino» e loro, Nini Pingitore, Lionello, Gullotta e Pippo Franco, che non erano voluti passare in Fininvest nonostante le lusinghe miliardarie, si ritrovarono a stagione cominciata senza un teleschermo a disposizione dal quale lanciare i loro lazzi. Poi la Rai si pentì, Demattè chiese scusa e loro furono riammessi sulla tv pubblica, a due condizioni però: un compenso dimezzato, o quasi, e il nome del programma mutato da «Biberon» in «Bucce di banana», tanto per dar l'impressione che si fosse approdati nella Seconda Repubblica. La vendetta è un piatto che si consuma freddo. Il rito che si sta celebrando in questi giorni è sostanzialmente identico solo che stavolta è la Rai a inseguire quelli del «Bagaglino» e sono loro a tentennare sedotti dalla sirena Fininvest. Sconvolta da un terre¬ moto politico-aziendale la Rai, infatti, non s'è data briga di vincolare il gruppo né con un contratto in esclusiva né con un impegno scritto e loro hanno ripreso a trescare con l'azienda concorrente diventata nel frattempo la tv del Presidente del Consiglio, il che è comunque una garanzia. La minacciata migrazione, però, ha il difetto di inserirsi in una sorta di «pax» televisiva che i due contendenti si sarebbero giurata per leccarsi le rispettive ferite: debiti e antitrust in Fininvest, debiti e lottizzazione in Rai. Accaparrarsi 10 milioni di teledipendenti significa acchiappare una buona fetta di pubblicità: sarà per questo che gli uni hanno osato tentar l'impresa e gli altri hanno schierato il presidente Moratti e il direttore generale Billia per contrastarla? Il dubbio è che sia troppo tardi. E d'altra parte se uno, la Fininvest, può offrire 900 milioni a puntata e l'altro, la Rai, gli stessi 600 dell'anno scorso, perché quelli del «Bagaglino» dovrebbero esitare? Simonetta Robiony Baudo : uno scippo come per Sanremo Nella foto a sinistra: Pippo Baudo A destra le star contese: Valeria Marini insieme con Leo Gullotta e Oreste Lionello negli spettacoli diretti da Pingitore

Luoghi citati: Roma, Sanremo