Una strage per vendicarsi della fidanzata

La tragedia all'ora di cena nella stanza dove i Martini erano riuniti intorno al tavolo Biella, lo studente non sopportava di essere stato lasciato: apre il fuoco sulla famiglia della ragazza Una strage per vendicarsi della fidanzala Lei è grave, morta la sorella BIELLA. Lei l'aveva lasciato a luglio, lui non s'è rassegnato e ieri sera, a Corrione, vicino a Biella, è entrato in casa dell'ex fidanzata e, senza dire una parola, ha sparato alla raggaza, alla sorella, alla madre. Poi è scappato in macchina, polizia e carabinieri lo stanno cercando in tutta la provincia. Tremendo il bilancio: l'ex fidanzata è in gravi condizioni, la sorella è morta; solo la madre è riuscita in qualche modo a cavarsela, con una leggera ferita alla spalla, mentre la prontezza di riflessi del capofamiglia, l'imprenditore Sergio Martini, ha evitato che la tragedia assumesse dimensioni maggiori: l'uomo si è gettato sotto il tavolo, trascinando con se il nipotino di 8 anni. E così tutti e due si sono salvati. L'assassino si chiama Sergio Rubatto, 23 anni, universitario. Una storia d'amore con Katia Martini, 21 anni, ragioniera in cerca d'occupazione. I due si erano lasciati l'estate scorsa, dopo varie riappacificazione e altrettanti addii. Quello definitivo ha scatenato la follia omicida, che ieri sera è costata la vita a Nadia Martini, 30 anni. Sono da poco trascorse le 20. La famiglia Martini è riunita nel salotto della casa a due piani di via Montebianco: una villetta circondata da sei condomini. Sul tavolo i piatti con la pastasciutta appena servita. Non c'è Cristina, la terza sorella, mamma del piccolo Daniel, ma ci sono i genitori, Sergio, 57 anni, impresario edile, Maria Pia Marcone, 51 anni, pensionata, le due sorelle, Katia e Nadia, e il nipotino. Sembra una serata tranquilla, come tante altre, ma è solo l'inizio dell'incubo. Sulla soglia si affaccia Sergio Rubatto. Nessuno sa ancora come sia riuscito ad entrare, anche se due settimane fa il giovane era stato scoperto nella camera di Katia, con in mano una copia delle chiavi di casa. Il volto contratto, lo sguardo spiritato, Sergio non dice una parola: impugna una pistola, alza il braccio, mira nel gruppo e comincia a sparare all'impazzata. Nadia cade subito con il volto sul pavimento. Poi è la volta di Katia e infine della mamma Maria Pia. Sergio non s'era rassegnato alla decisione di Katia e voleva ucciderla: ma il colpo che le ha sparato al viso s'è conficcato nella mascella della ragazza. Katia è grave, ma i medici non disperano di salvarla. Un secondo colpo, sparato all'impazzata, ha invece fulminato la sorella. Un terzo proiettile ha raggiunto alla spalla la madre, ferendola. Poi, secondo i primi riscontri, forse l'arma si inceppa, o forse il giovane viene sorpreso dalla reazione di Sergio Martini che afferra il piccolo Daniel e si getta sotto il tavolo. Tutto dura poco meno di un minuto. Il giovane omicida torna sui suoi passi, sale sulla Panda amaranto con cui aveva raggiunto la villetta di via Montebianco e fugge. Numerosi vicini di casa hanno sentito gli spari e si sono affacciati alle finestre. Qualcuno avrebbe fatto in tempo a vedere la vettura del Rubatto che si allentava, altri hanno subito avvisato la Croce rossa e il 113. Con la polizia arrivano i carabinieri e incomincia la caccia a Sergio Rubatto. In pochi minuti vengono allestiti i posti di blocco, coordinati dal questore Emilianno Carratta e dal colonnello dell'Arma Ferdinando Lombardi. L'omicida verrà arrestato poco dopo la mezzanotte, al confine con la Svizzera. Nel frattempo, le ambulanze partono a tutta velocità verso l'ospedale «degli Infermi» di Biella, dove intanto è arrivato il sostituto procuratore della Re¬ pubblica Federico Panichi. Il magistrato si sincera delle condizioni dei feriti e riesce a scambiare qualche parola con Maria Pia Marcone che continua a ripetere, in lacrime: «Figlie mie, povere figlie mie». Non sa ancora che Nadia sta morendo e che Katia dev'essere portata all'ospedale di Alessandria. Intanto, tutta Cerrione è sconvolta dalla tragedia. La famiglia Martini è molto conosciuta; delle tre sorelle si dice un gran bene, e ancora nessuno riesce a credere a quanto è successo. Daniele Pasquarelli La tragedia all'ora di cena nella stanza dove i Martini erano riuniti intorno al tavolo Si salva un bambino di otto anni spinto dal nonno sotto il tavolo Lo sparatore arrestato nella notte Nadia Martini, la vittima e la madre Maria Pia La signora Martini ferita ad una spalla viene portata in ospedale

Luoghi citati: Biella, Cerrione, Svizzera