Algeri ucciso il capo degli ultra

II «Califfo» cade nella trappola degli agenti: fece sgozzare i marinai italiani MAGHREB II «Califfo» cade nella trappola degli agenti: fece sgozzare i marinai italiani Algeri, ucciso il capo degli ultra Gli integralisti rapiscono la pop star berbera ALGERI. Il «califfo» Cherif Gousmi, detto Abou Abdallah, capo del Gruppo islamico armato (Già), la più estremista delle formazioni integraliste algerine, gli assassini dei marinai italiani, è stato ucciso ieri a Saoula, alla periferia meridionale di Algeri, in un conflitto a fuoco con i «ninja», gli agenti dello speciale reparto antiterrorismo. Gousmi aveva la carica di «califfo» nel governo formato il 26 agosto dal Già e aveva assunto il comando del gruppo armato, responsabile del maggior numero di uccisioni di stranieri e intellettuali, dopo la morte di Mourad Si Ahmed, detto Djafar l'afgano, ucciso dalle forze di sicurezza a febbraio. L'uccisione del «califfo» è un'importante vittoria per il governo che sta tentando di avviare un dialogo con le opposizioni per mettere fine alla guerra civile. Proprio per questo il presidente Liamin Zerual aveva fatto scarcerare di recente il presidente del Fronte integralista islamico (Fis), Abassi Madani e il suo vice, Ali Benhach, che sinora, però, si sono rifiutati di prendere parte alle trattative. Il Già si è sempre opposto con violenza a qualunque proposta di dialogo, affermando che non ci poteva essere intesa con chi aveva preso il potere esautorando il Fis, che due anni fa aveva vinto le elezioni, e aveva diffidato Madani dal prendere inziative in tal senso con l'attuale governo. L'uccisione del «califfo» Gousmi, il più intransigente fra i capi del movimento fondamentalista, potrebbe aprire uno spiraglio al dialogo. Omar Belhouchet, direttore del quotidiano «El Watan», condannato a morte dal Già e sfuggito miracolosamente ad un attentato, non esclude questa possibilità: «può darsi che il gruppo armato adesso cambi tattica e potrebbe esserci un miglioramento dell'attuale situazione. Ma è ancora troppo presto per fare previsioni: bisogna per prima cosa vedere quale sarà la risposta dei fondamentalisti. Non si può esclude- re purtroppo che si abbandonino a vendette». La notizia dell'uccisione del capo del sanguinario gruppo fondamentalista si è diffusa rapidamente nella capitale e ha provocato reazio¬ ni diverse. Ma fra tutte primeggiava la paura: le strade dei quartieri popolari si sono svuotate, la gente si è chiusa in casa temendo qualche azione terroristica da parte dei «barbuti». I guerrieri di Allah infatti non danno tregua. Domenica sera hanno assassinato il giornalista Smail Sbaghdi, dell'agenzia di stampa nazionale Aps. Un gruppo di armati ha aperto il fuoco contro il taxi che 10 portava a casa pochi minuti prima che scattasse il coprifuoco. Nel pomeriggio a Tipaza, 50 chilometri ad est di Algeri, era stato trovato il cadavere del fotografo Mulud Barrudi. Domenica notte un commando di «barbuti» ha rapito il popolare cantante Lounes Matoub, noto per la sua opposizione all'integralismo islamico e difensore dei diritti dell'etnia berbera. Il rapimento è avvenuto davanti ad un locale nei pressi di TiziOuzou, nella ragione Kabiye, al termine di uno spettacolo in cui 11 celebre cantante della cabilia aveva eseguito i motivi del suo ultimo disco, una satira al movimento fondamentalista. Il suo sequestro ha provocato la violenta reazione del movimento culturale berbero che ha minacciato «una guerra totale contro l'integralismo e contro tutti quelli che si dichiarano appartenenti ai gruppi armati islamici» se Matoub non sarà liberato entro 48 ore. Le azioni terroristiche dei militanti islamici, che hanno provocato in due anni la morte di almeno diecimila persone, fra cui una settantina di stranieri, non conoscono soste. Ieri, poche ore prima che venisse diffusa la notizia dell'uccisione del «califfo» Gousmi, a Sidka, nell'Algeria orientale, è stato assassinato un geometra bosniaco che lavorava presso un'impresa del suo paese intenta alla costruzione di canali di irrigazione. Ad Orano, nell'Algeria orientale, ieri mattina i «barbuti» hanno ferito gravemente un docente di economia dell'università. Intellettuali, studenti, professori, giornalisti sono ormai diventati dei bersagli e contro di loro si scatena la furia omicida dei fondamentalisti, contrari ad ogni forma di cultura, istruzione, dottrina che non sia quella coranica. Più volte in passato il Già ha ribadito questo proposito e dopo la nomina di Gousmi a capo del gruppo armato la caccia agli intellettuali si è intensificata. Adesso che il «califfo» è stato ucciso ci si chiede con ansia che cosa faranno i suoi seguaci. Francesco Fornati Il cantante preso dopo un concerto anti-fondamentalisti Il «Già» decapitato ieri dagli agenti antiterrorismo del governo era il braccio armato dell'ala dura degli integralisti islamici algerini

Persone citate: Abassi Madani, Abou Abdallah, Ali Benhach, Cherif, Lounes Matoub, Madani, Matoub, Smail Sbaghdi

Luoghi citati: Algeri, Algeria, Maghreb, Orano