Eltsin all'Onu fermiamo i pirati atomici

All'Assemblea il leader russo lancia un nuovo disarmo, il Presidente Usa la bonifica dalle mine All'Assemblea il leader russo lancia un nuovo disarmo, il Presidente Usa la bonifica dalle mine Eltsin all'Orni: fermiamo i pirati atomici E Clinton revoca l'embargo a Haiti WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE L'annuale seduta dell'Assemblea generale dell'Onu è iniziata ieri in un'atmosfera dimessa che contrasta con la quantità di missioni in cui le Nazioni Unite sono attualmente impegnate nel mondo. Clinton e Eltsin, che oggi si incontreranno a Washington, hanno aperto la serie di 180 interventi che saranno pronunciati in tre settimane di fronte a 47 capi di Stato e di governo. Entrambi hanno parlato di politica internazionale pensando ad altro: il Presidente americano alle imminenti elezioni negli Stati Uniti, quello russo agli aiuti economici di cui ha bisogno. La grande assemblea mondiale in questa apertura sembrava mancare di un punto focale, anche se Eltsin è venuto a proporre un nuovo trattato sulle armi nucleari. L'iniziativa del presidente russo si incentra su tre capisaldi: le cinque potenze atomiche procederanno a nuovi tagli nei loro arsenali; limiteranno la produzione di uranio arricchito; e metteranno al bando gli esperimenti nucleari. Diversamente, «c'è pericolo di diffusione di armi atomiche come strumenti di terrorismo ha ammonito Eltsin - perché ampi arsenali rischiano di finire sui mercati internazionali». Nelle scorse settimane proprio l'uranio e il plutonio russi sono stati messi all'indice come i più a rischio di furti e di smercio a favore di governi del Terzo Mondo interes- sati a farsi la Bomba. Clinton ha concentrato gran parte del suo intervento su Haiti, annunciando la fine dell'embargo americano. Prima che il presidente Usa parlasse, il ministro degli Esteri brasiliano Luiz Nunes Amorim (il Brasile siede attualmente in Consiglio di sicurezza) ha criticato aspramente l'intervento americano a Haiti, sostenendo che «evoca trauma e cicatrici». Clinton ha ignorato la critica: «Oggi desidero anche annunciare - ha detto - che gli Stati Uniti sospenderanno tutte le sanzioni unilaterali contro Haiti eccetto quelle che riguardano i capi militari e i loro immediati sostenitori. Suggerisco agli altri Paesi di fare lo stesso». In un incontro con il Segretario generale Ghali, Clinton ha discusso su come rendere più scorrevole la transizione tra le truppe americane e quelle dell'Onu a Haiti, quando tra qualche mese le seconde prenderanno il posto delle prime. Duemila americani, un terzo del contingente Onu, re- steranno comunque sull'isola. Il Presidente Usa ha molto insistito sulla gravità della situazione in Bosnia, che «rischia ancora una volta di essere strangolata», ma non ha accennato alla più volte annunciata proposta americana di togliere l'embargo sulla vendita di armi ai musulmani. Solo due giorni fa, la capodelegazione americana all'Onu, Madeleine Albright, aveva addirittura lanciato ai serbi un ultimatum, scadenza il 15 ottobre, entro il quale approvare il piano di pace. In caso contrario, gli Stati Uniti avrebbero proposto la fine dell'embargo. Tutti ritengono che questa sia una minaccia vuota, dal momento che gran parte della comunità nazionale non condivide la proposta. Ma la ragione per cui Clinton ha taciuto sembra un'altra: le stesse autorità bosniache, eventuali beneficiarie della fine dell'embargo, si sono convinte che una decisione del genere adesso finirebbe per ritorcersi contro il loro popolo e ci stanno ripensando. Clinton ha infine lanciato un'iniziativa mondiale per rimuovere 85 milioni di mine sotterrate in 62 Paesi e responsabili di 800 morti all'anno. Per la piccola cronaca, Clinton ha commesso un buffo errore nel suo intervento: ha detto che Russia, Stati Uniti e Germania «sono impegnate in comuni esercitazioni terroristiche». Voleva naturalmente dire «antiterroristiche». Paolo Passarmi IE NAZIONI IN GRIGIO SONO PERMANENTI