Attali il messia vendicatore

18 IL CASO. Inglesi e francesi si danno battaglia per un libro dell'ex consigliere di Mitterrand Attali, il messia vendicatore Londra fra 20 anni? Assomiglia al Ruanda PARIGI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE All'alba del 2014 Italia, Belgio, Paesi Bassi e Spagna esisteranno solo sui libri di storia. Ma per sovravvivere come la futuribile Gran Bretagna descrittaci da Jacques Attali forse è meglio morire. La governa fra gli orrori tale «Francesca Roberts, bottegaia meticolosa». Il cognome è quello nubilare di Margaret Thatcher, il cui padre - ricordano le biografie - faceva proprio il negoziante. Ma andiamo oltre. Tra fame, violenza ed epidemie, l'Inghilterra attaliana ricorda più che Dickens il Ruanda. Per sfamarsi, i poveri (milioni) devono vendere i loro organi ai ricchi. Il terrorismo impazza. E agli «happy few» non resta che vivere da reclusi in fortilizi hollywoodiani, farsi clonare e spedire in giro i propri alter ego, cui delegano affari, lavoro, persino gli amplessi coniugali ed extra. Il volume, edito presso Fayard, s'intitola Verrà. Chi? Un nuovo Messia, anzi il primo visto che la prospettiva rimane ebraica, non cristiana. Le venature apocalittiche e le dottissime citazioni su Cabala e Talmud suggeriscono di collocare l'opera tra la narrativa parareligiosa. Mentre la futurologia politico-sociale rientra nella fantascienza doc. Ma i britannici hanno deciso altrimenti. Il viendra apparterrebbe a un genere letterario di cui Parigi è la massima esportatrice mondiale, l'anglofobia. The European gli dedica due ampie pagine con richiamo in prima, dal titolo: «Attali si vendica». Non pago di stroncare le 361 pagine, il periodico ne denuncia l'inconfessabile - a suo dire - movente. Cioè il rancore antibritannico. Che Londra ricambia di cuore. Pochi inglesi lo conoscono quale ex influentissimo consi- gliere all'Eliseo. Ancor meno pubbliche le gravi accuse (plagio) rivoltegli dal Nobel Elie Wiesel per aver pubblicato in Verbatim I - il II arriverà l'anno prossimo - i suoi dialoghi con Frangois Mitterrand. No, Jacques Attali rimane ai loro occhi il vanitoso, megalomane amministratore della londinese Berd, la banca comunitaria cui tocca promuovere lo sviluppo economico nell'Est europeo. La perfida Albione riuscì a disarcionarlo dopo una campagna-stampa feroce (e talora offensiva) capitanata dal Financial Times. Lo stesso Francois Mitterrand, considerandolo ormai indifendibile, lasciò cadere il suo pupillo. Le accuse erano hard. Ad esempio l'aver speso miliardi nel pacchiano restyling della sede centrale anziché aiutare Praga, Mosca, Bucarest. L'essere un parolaio scatenato deboluccio sul piano operativo. E produrre libri a raffica. Scrittore e banchiere? Alla City il binomio faceva sorridere: ah, questi inguaribili francesi! Le prove, o almeno gravi indizi c'erano. Ma le colpe addebitategli somigliavano troppo al peggior cliché dei «frenchies» Oltremanica per non suggerire che - attraverso il capro espiatorio Attali - facessero capolino antichi odi. E gli eterni pregiudizi. Insomma, «mangiatori di rane» (gli inglesi hanno una parola ad hoc, frog-eaters, per immortalare la barbarie transalpina) contro debosciati (la stessa Edith Cresson filosofeggiò sui «poco virili» englishmen). Nel trasformare in Paese da Biade Runner la Vecchia Inghilterra, Attali voleva davvero gustarsi un'impossibile rivincita? Forse, ma andiamoci piano. Le descrizioni della mi¬ serabile Parigi 2014 che offre il libro ricordano Victor Hugo. Quanto alla Germania, domina la Terra con il danaro e spregevoli alleanze: basterà per definirlo antitedesco? L'obiettivo che si prefigge Attali è diverso. Calcare la mano sul tracollo per aprire la porta alla redenzione. Il cui messia - sorpresa - non è parigino bensì inglese doc. Si chiama Jonathan Mortimer. Il padre, medico, riconoscerà una dopo l'altra nel suo ragazzo le prerogative messianiche. Profezia, intuizioni straordinarie, poteri sovrannaturali. Ma da bravo ateo razionalista tarda a convincersi. Dovrà interrogare rabbini e filosofi, intraprendere lunghi viaggi, inseguire Dio. Jonathan diviene celebre, una star del flauto. E il babbo dietro, ad arrovellarsi: sarà il vero, l'autentico Salvatore? Nessun segno incontrovertibile elimina gli ultimi dubbi. Ma, se lo fosse, Francesca «Maggie» Roberts non potrebbe che ucciderlo. Enrico Benedetto Il ritorno di odi antichi Stroncato Oltremanica: «Nasconde l'eterno rancore antibritannico» Francois Mitterrand e la Thatcher: c'è anche una sua «sosia» nella Londra futuribile di Anali Jacques Attali: sempre nell'occhio del ciclone, come scrittore e come amministratore pubblico. In alto una scena di «Biade Runner», il film di Ridley Scott